Capitolo 12

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― Andiamo. ― disse facendomi crollare dentro.

Camminava fianco a fianco con me, c'era silenzio tra noi, ma mi bastava ascoltare il suo respiro. Questa volta però non stacco il nostro contatto fisico, avevo un suo braccio intorno alle mie spalle e mi stringeva. Continuavo a tremare a causa del freddo e così anche lui.
Aveva ciocche di capelli bagnate che gli ricadevano sulla fronte con goccioline d'acqua che scorrevano sulla sua pelle. Ed era fottutamente sexy in quel modo. Aveva la testa alta e guardava dritto mentre io ogni tanto lo guardavo da sotto le ciglia per non farmi scoprire.
Quando arrivammo quasi alle casette, notai un certo movimento di agitazione, qualcuno ci indicò e Fred corse verso di noi, sembrava infuriato, stavo per chiedergli cosa stesse succedendo quando si butto addosso ad Alan.

― Devi stare alla larga da lei. ― disse Fred, urlando forte, e con le mani sul suo petto lo spinse. ― Non devi toccarla, pervertito.
― Fred ma che cazzo ti prende? Lascialo stare, non ha fatto niente di male. ― dissi tirandolo via. Arrivarono anche gli altri, i ragazzi mantenevano Alan, e Fred si mise tra noi, davanti a me, guardandomi.
― Ti ho detto che non ti devi avvicinare a lui. ― ringhiò rabbioso con gli occhi di fuoco. Non capivo perché questo accanimento contro di lui, sembrava così buono e gentile.
― Lui è gentile con me. ― dissi furiosa. Volevo riavvicinarmi a lui, quando mi tirò di nuovo Fred, allontanandomi.
― È pericoloso, lo vuoi capire? ― disse mettendo le mani sulle mie spalle ― ti farà del male, ancora.
― Lui non mi ha fatto niente. Cosa volete? Perché fate così? ― le lacrime iniziarono ad uscire come non mai.
― Non piangere. ― I nostri sguardi si incontrarono. Aveva gli occhi tristi e pieni di paura, erano diventati più scuri. Il labbro inferiore gli tremava, e non riusciva a liberarsi dalla presa degli altri ragazzi. Dov'era finito quel ragazzo forte di pochi giorni fa? Do?'era finita quella spensieratezza che gli avevo visto fino qualche ora fa?
― Ascoltami e basta. Sta lontana da lui. ― disse Fred.
― Davvero Mare, ascoltalo. ― si intromise Val.
― No. Fatevi i cazzi vostri, la vita è mia e non avere diritto di intromettervi. ― risposto furiosa.
― Tu non sai di cosa è capace. ― rispose Fred.
― Non penso sia un assassino no? Lasciatelo stare, e visto che nessuno di voi si degna di essergli amico e lo lasciate solo come un cane ogni cazzo di giorno, ci penso io ad essergli amica. ― risposi parlando con un tono più alto di quello di Fred stringendo i pugni al lato del mio corpo.
― Lo fai solo per questo? Perché ti faccio pena? ― rispose Alan intromettendosi nel nostro discorso e guardandomi con uno sguardo così triste, sembrava sul punto di spezzarsi in due.
― Non è per questo. Ti sono amica perché voglio esserlo. ― risposi provando ad essere calma e guardandolo.

La voce di Fred interruppe di nuovo il discorso.

― Lui ha abusato di te, cazzo. Ti ha fatto del male! ― disse infuriato. Aveva le vene del collo leggermente in rilievo, i muscoli tesi. Lo guardai sconvolta. E mi prese una risata per il nervoso.
― Ma che dici? ― gli dissi ridendo. ― Ti sei rincoglionito Fred? Ma se non l'ho nemmeno mai visto prima d'ora. ― continuando acida.
― Da piccola ― disse lui.

Il cuore mi crollo nelle caviglie. Sentivo il sangue scorrere nelle vene, e respirare mi faceva male. Come un fulmine mi tornò in mente quel sogno, quella voce, quel sangue. La voce era la sua, solo leggermente più dolce, forse era la sua voce di qualche anno fa. Ecco dove avevo visto quel sorriso, e quel volto. Sembrava tornare tutto al suo posto. E forse quello che dicevano loro era vero. Le cose collegavano ma non riuscivo a ricordare, avevo un buco nella mente. Mancavano dei tasselli.
― Non credergli ti prego! ― disse liberandosi e avvicinandosi a me ― non sono stato io, lo giuro!
Lo guardai, e appena fece un passo avanti io ne feci uno indietro ― Non toccarmi. ― dissi con la voce fredda. In quel momento vidi qualcosa rompersi in lui. Lo avevo ferito? Ma se era vero quello che dicevano gli altri?
Mi facevano male le tempie, mi sforzavo di ricordare, ma non mi veniva in mente niente.
Cos'era successo quel giorno? Era stato davvero lui? Non riuscivo a crederci, mi sembrava irreale è assurdo.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, che scivolarono giù sulle sue guance fino alle labbra. Di nuovo le sue labbra. Erano così belle. Ma tremavano come non mai, più di prima. Non ci potevo credere che avesse fatto una cosa del genere. Fece un passo indietro. Poi un altro. E un altro ancora. Si voltò e scappo nel bosco. Dove cazzo andava? Quella che doveva scappare ero io.
― No. ― urlai per non lasciarlo andare, ma ormai era lontano.
― Fermatelo. ― dissi.
― Lascialo perdere, è quello che si merita. ― disse Fred.
In quel momento non capii più niente, la rabbia dentro di me si moltiplicò in attimo e d'istinto gli diedi uno schiaffo sul viso. Ero furiosa, delusa. Loro non sapevano, loro non lo conoscevano davvero, non sapevano com'era dietro quell'armatura.
― Sta zitto. ― dissi acida guardando per terra, continuando a stringere le mani a pugni, una pizzicava leggermente a causa dello schiaffo che avevo dato. ― Non sei nelle condizioni per poter parlare o giudicare qualcuno, nessuno lo è, non siete migliori di lui ora. ― spruzzavo odio con le parole.
Dovevo essere io quella a scappare, io quella a crollare, io quella ferita. E lo ero ma qualcosa mi teneva in piedi. Dovevo sapere la verità.
― È la rabbia che ton fa parlare. ― disse qualcuno ma non mi curai di chi.
― No, è la delusione ― risposi alzando lo sguardo ― pensavo di avere degli amici.
― Noi siamo tuoi amici.
― Perché non me lo avete mai detto allora? ― dissi.
Non ci fu una risposta, solo silenzio.
― Lo avete accusato ingiustamente. Anche se fosse vero ciò che è successo dovevate lasciare che si spiegasse. Riguarda me, quindi la decisione spetta a me. Voi restatene fuori visto che sapete accusare senza sapere le cose. E tu ― indicai Fred ― ti permetti di intrometterti nella mia vita ma della tua di vita non se ne parla nemmeno e mi lasci fuori, e io che pensavo fossimo migliori amici.
Rimasero tutti in silenzio e io mi allontanai da loro.
Tutto ciò di cui avevo bisogno in quel momento era parlare con lui.
Mi accesi una sigaretta e aspettai.

Vorrei guardarti dormire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora