Capitolo 39

753 48 11
                                    

Alle 8:00 in punto io e Alex scendemmo e Val era giù che ci aspettava, caricammo le valige in macchina e partimmo.
― Mica ti dispiace che viene anche Alex? ― chiesi a Val mentre lo guardavo guidare.
― Ma no figurati, ormai fa parte della compagnia quasi.
― Grazie. ― dissi sorridendo.
― Perché però non me l'hai fatto dire a nessuno?
― Perché altrimenti Fred non sarebbe venuto. ― dissi. Sentii Alex dietro di noi fare un colpo di tosse, quasi come se si stesse affogando.
― E perché no? ― chiese Val.
― Diciamo che sono due caratteri opposti e si scontrano. ― risposi mentre guardavo Alex dallo specchietto laterale appoggiata al finestrino che guardava fuori con lo sguardo perso.

Arrivammo circa un'oretta dopo.
Scendemmo dalla macchina e i nostri piedi sprofondarono nella neve. La temperatura era molto bassa, ma all'interno della casa ci saremmo scaldati con il camino.
― E lui cosa ci fa qui? ― chiese la voce di Fred attirando l'attenzione di tutti mentre ci veniva incontro per aiutarci con le valige. Vidi Alex irriggidirsi ancora di più. I loro sguardi si incrociarono.
― Altro che caratteri che si scontrano, questi due se stanno cinque minuti in più nella stessa stanza si uccidono. ― disse Val. La tensione si sentiva sulla pelle, nessuno si muoveva o diceva qualcosa. ― Dai ormai fa parte della compagnia. ― continuò Val per rompere il silenzio.
― Non lo voglio qui. ― disse Fred.
― Ma.. ― sentii la voce di Alex tremare.
― Se va via lui vado via anche io. ― dissi.
― Mare, perché mi fai questo? ― chiede Fred.
― È mio fratello.
― Un tempo non lo difendevi così tanto.
― Un tempo non eri così stronzo. ― risposi.
― Lo stronzo è lui, non io.
― Hey, basta, calmatevi. ― si intromise Val ― siamo qui per rilassarci, cerchiamo di non litigare.
― Non mi va di stare qui. Non sarei dovuto venire. ― disse Alex con una tristezza immensa.
― Dai non preoccuparti, andrà tutto bene. ― gli disse Val appoggiandogli un braccio intorno alla spalla. Fred si irriggidí ancora di più. ― Andiamo dentro che qui si gela.
Fred mi tiro per un braccio in casa.
― Perché è qui Mare? ― disse in tono minaccioso.
― Perché è mio fratello e perché non potevo lasciarlo a casa da solo il giorno della Vigilia di Natale.
― Non puoi farmi questo.
― Tanto lo so che sei contento di averlo qui. ― gli dissi a bassa voce avvicinandomi al suo orecchio.
― Non è vero. I nostri rapporti ormai sono rotti.
― Fred, a chi cazzo vuoi darla a bere? Smettila di fare così, che se non fosse per gli altri già gli saresti saltato addosso e lo si capisce dal modo in cui lo guardi, non sei per niente arrabbiato, tu lo desideri ma sei troppo orgoglioso per ammetterlo, così però fai solo star male entrambi.
― Quante volte lui ha fatto star male me?
― Fai come cazzo ti pare, se non vuoi non parlargli e evitalo, ma non farlo sentire di troppo.
― Fanculo Mare. ― urlò facendo voltare tutti e poi andandosene al piano di sopra. Lo sguardo di Alex era triste, sembrava quasi che stesse per piangere.
― Val, ci dici le nostre camere per favore?
― Certo, sono al piano di sopra.

La casa era enorme e tutta in legno, aveva un profumo strano che però mi piaceva tantissimo.
All'entrata c'era il salone, sulla sinistra il camino, davanti uno di quei tappeti enormi su cui c'era poggiato un tavolino anch'esso in legno e tre divani. A destra c'era la cucina.
Salimmo le scale e ci potammo dietro le valige, Val ci mostrò le nostre stanze. Posai le mie cose nella mia stanza che dividevo con Fede. Era abbastanza grande e semplice, con due letti, una finestra con il davanzale ricoperto di neve, sulle pareti non c'era quasi nulla, c'era la televisione e sotto di essa un grande cassettone. "Dopo sistemo le mie cose." Pensai uscendo e andando da Alex.
― Stai bene? ― chiesi entrando in camera sua. Aveva un letto matrimoniale giusto al centro su cui lui era poggiato e guardava verso la finestra. Non rispose.
― Alex?
― Lasciami da solo. ― la sua voce delicata si diffuse nella stanza. Salii sul letto e lo abbracciai di spalle.
― Andrà tutto bene. ― gli dissi.
― Sono venuto qui perché volevo far pace con lui, ma a quanto pare lui non vuole, e io non so per quanto tempo resisterò.
― Prova a parlarci con calma dopo.
― Non mi rivolge nemmeno la parola e io non voglio che mi parli, vorrei solo baciarlo. Non sai quanto mi è mancato.
― Diglielo.
― Non mi ascolta, non mi ascolta più ormai. Dice che tutto ciò che dico non coincide con i fatti. Tutto questo perché non voglio stare con lui ufficialmente ma questo non vuol dire che io non ci tenga a lui, ma non lo capisce.
― Perché non vuoi stare con lui ufficialmente?
― Non sono pronto per un passo così grande, ma l'ho sempre trattato come si tratta... un f-fidanzato. ― Sull'ultima parola la sua voce tremò.
Sorrisi e lui mi guardò nel riflesso del centro davanti a noi.
― Ti sei innamorato Alex?
― Della persona sbagliata, forse.
― Dovete solo chiarire.
― È così complicato e io non riesco a risolvere. Lui si arrabbia sempre con me e io cerco di essere forte e di fare l'indifferente ma ciò mi riesce mentre sono dall'altra parte del mondo, ma se ce l'ho davanti come faccio?
― Non farlo e parlagli.
― Ma non mi ascolta.
― Costringilo. Mettilo alle strette. ― dissi ― magari chiuditi in camera con lui. ― continuai guardandolo e facendogli un sorriso scherzoso.
― Non sono mai andato oltre il bacio con lui. ― disse arrossendo ― ed è imbarazzante parlare di questo con mia sorella.
― Magari è la volta buona che ci fai qualcosa. ― dissi ridendo.
― Mare smettila. ― disse sorridendo e dandomi una spinta facendomi cadere sul letto. Qualcuno bussò alla porta.
― Scendete giù? ― chiede Val.
― Si arriviamo. ― risposi.

Tornammo giù in salone, il camino era quasi accesso.
― Che ne dite di una cioccolata calda? ― propose Fede.
― Ottima idea. Dovrebbe esserci del cacao in cucina e ho fatto la spesa per questi giorni. ― rispose Val entrando nel salone.
― C'è a chi non piace. ― urlò Fred alzandosi dal divano per scappare dalle torture di Micael e poi restando impietrito a guardare Alex.
― Chi è quel coglione a cui non piace la cioccolata calda? ― chiese Fede.
― A me. ― rispose Alex alzando una mano e poi sedendosi su uno dei sgabelli della cucina.
― Davvero non ti piace?
― Non è che non mi piace, mi piace fatta in un certo modo e ci riesce solo una persona.
― Quindi niente cioccolata per te?
― Niente cioccolata.
Fede iniziò ad incasinare la cucina con l'aiuto di Val mentre io trascinai Alex sul divano. Fred e Micael continuavano a stuzzicarsi sul divano e Alex li guardava quasi come se volesse ucciderli con gli occhi.
― Dov'è il bagno Val? ― chiese Fred all'improvviso alzandosi.
― Al piano di sopra, l'ultima porta sulla sinistra.
― Grazie. ― disse avviandosi verso le scale.
Alex scatto da sopra il divano e lo seguì a passi veloci e forti.

P.s. Scusate l'assenza ma sono stati giorni un po' difficili e ora sono in campeggio :) ho scritto appena ho potuto ovvero stamattina alle sei che non avevo un cazzo da fare e non riuscivo a dormire ahahah

Vorrei guardarti dormire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora