Capitolo 31

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Con la testa appoggiata sul suo petto, perché era più alto di me, sentivo il suo cuore battere lentamente. "Era con me." Pensai. Era vero, quell'abbraccio che sentii durante la notte era vero e non un sogno, ed ecco perché avevo il suo profumo sui miei vestiti.
― Fred.. ― disse mentre mi stringeva, nel bel mezzo della mia camera, facendomi crollare dai miei pensieri.
― Si?
― Inizi a puzzare, dovresti fare una doccia. ― disse poi scoppiando a ridere.
― Ma hey.. ― dissi allontanandomi mettendo il muso.
― Dai non fare l'offeso ora.. ― disse continuando a ridere.
― Non è colpa mia se non riesco a muovermi e fare una doccia mi è complicato, a mala pena riesco ad alzarmi dal letto. ― risposi con le braccia incrociate sul petto e un finto broncio.
Mi sorrise. ― Ti aiuto io. ― disse avvicinandosi e prendendo il mio viso tra le mani guardandomi negli occhi.
Sentii il volto arrossire.
Mi sorrise in modo dolce, poi mi prese per mano e mi portò in bagno.
Avevo il cuore che batteva forte, non volevo mi aiutasse come si aiuta un bambino, e non volevo che mi vedesse nudo.
― Dai non c'è bisogno che mi aiuti. ― dissi provando a protestare, tirandomi indietro, lui però strinse di più la presa della mia mano e si voltò a guardarmi. Non disse niente per diversi minuti.
― Ti imbarazza? ― chiese.
"Ma che domande fa?" pensai.
― Dai lascia stare, faccio da solo. ― dissi.
― Sei arrossito. ― disse sorridendo.
― Smettila di prendermi in giro, Alex, non è divertente. ― sbottai.
Si aveva ragione, mi imbarazzavo, non volevo farmi vedere da lui completamente nudo, non avevo un brutto fisico, ma il suo in confronto al mio era perfetto e la cosa mi faceva sentire insicuro.
― Andiamo. ― disse trascinandomi in bagno e chiudendo la porta ― inizia a spogliarti ― disse poi mentre era di spalle e iniziò ad armeggiare con i rubinetti, aprendo l'acqua e riempendo la vasca, mettendoci poi del bagnoschiuma.
― Fred.. ― disse guardandomi ― ti muovi?
― Nn-non.. riesco a togliere la m-maglia. ― dissi con lo sguardo basso e arrossendo ancora di più.
Si avvicinò a me e prese l'orlo della maglia ― su le braccia su ― disse, e così feci. Lui sfilò la maglia lasciandomi a petto nudo. Ingoiai il nodo che mi si era formato in gola.
Lo sentii accarezzarmi il petto e poi un leggero dolore.
― Hai un livido qui. ― disse muovendo leggermente le dita sul livido.
Annuii.
Tirò la mano e la strinse. Si era innervosito.
Presi la sua mano tra le mie. ― E' tutto ok, non preoccuparti. Guarirà. ― dissi.
― Mi fa rabbia lo stesso, avrei voluto spaccargli la faccia. ― disse.
― Non importa, l'importante è che tu mi abbia trovato e portato via da lì. Lasciamo stare ora, facciamo questa doccia.
― Un bagno. ― precisò lui.
― Una doccia non sarebbe stato meglio? Più veloce. ― dissi.
― Un bagno aiuterà a rilassarti e dormirai meglio questa notte. ― rispose.
Non mi aspettavo questa risposta.
Sbottonai i pantaloni un po' tremante per il nervoso e poi provai a tirarli giù con scarsi risultati. Mi aiutò ancora lui e me li fece togliere.
― Sembro una bambino. ― sbottai.
Sorrise.
Si abbasso e mi tolse anche i calzini, poi si rialzò e si posizionò avanti a me.
Sentivo l'ansia diventarmi una seconda pelle.
― Vabbe puoi farlo anche in mutande. ― disse.
― N-no.. Li tolgo.. ― dissi pentendomene subito dopo. Li abbassai lentamente e poi li feci cadere sul pavimento, coprendomi poi con le mani nelle parti più intime, con lo sguardo basso.
― Vieni qui. ― disse e mi avvicinai lentamente alla vasca. ― Appoggiati alla mia spalla e poi entri con un piede alla volta.
Appoggia una mano su una sua spalla e poi entrai nella vasca a fatica, poi mi abbassai nell'acqua tiepida dandomi un leggere sollievo e anche un nascondiglio per la mia nudità.
Giocai con la schiuma in superfice e poi lo vidi muoversi, alzai gli occhi.
Era senza maglia e si stava spogliando.
― Che fai? ― chiesi spalancando gli occhi.
― Il bagno. ― disse sfilandosi i pantaloni.
― Perchè questa cosa? ― chiesi ancora.
― Perchè sono sudato.
― E non puoi farlo dopo, quando ho finito io?
― No, voglio farlo con te. ― disse portando gli i boxer.
Non distolsi lo sguardo dai suoi occhi, per evitare di guardare da altre parti. Lui sembrava divertito e se ne stava lì fermo, abbassai lo sguardo nella vasca e ripresi a giocare con la schiuma.
― Fatti più avanti. ― disse e mi spostai, poi lo sentii entrare in acqua sedendosi dietro di me.
― Stai bene? ― disse.
― Ss-s-si. ― risposi balbettando.
― Bene. ― disse passandomi una mano sulla spalla per lavarmi, poi scese lungo la schiena e poi lavò l'altra spalla.
Lo lasciai fare, mentre me ne stavo in silenzio.
Poi lavò un braccio e quando finì passò all'altro.
Poi mise entrambe la mani sul mio petto e mi tirò a se. Avevo la schiena contro il suo petto, e le sue mani che mi accarezzavano il petto, la sua bocca vicino al mio orecchio, riuscivo a sentire il suo respiro.
― Stai bene, Fred? ― mi chiese di nuovo, sussurrando vicino al mio orecchio facendomi rabbrividire.
Feci si con la testa. Non riuscivo a parlare, avevo il cuore in gola quasi.
― Perchè ti batte forte il cuore? ― mi chiese passando una mano sul petto, accarezzandomi lentamente.
― S-sto bene. ― dissi solo.
― Rilassati allora. ― disse mettendo una mano sulla mia e intrecciando le dita.
Si stava prendendo cura di me nel migliore dei modi e mi fece sentire nel posto giusto nel momento giusto.
Mi lasciai andare contro il suo petto e mi rilassai.
Con una mano continuava ad accarezzarmi il petto e con il pollice dell'altra mi accarezzava il palmo della mano.
Chiusi gli occhi e mi gustai quel momento in tutte le sue sfumature. Poi buttai giù il silenzio.
― Non andrai via di nuovo, vero? ― chiesi rattristandomi.
― Sono qui. ― disse
― L'hai detto anche l'altra notte, poi la mattina te ne sei andato.
― Lo so, ma questa volta non lo farò. ― disse provando a rassicurarmi.
― Se te ne vai ancora... ― mi si spezzò la voce.
― Shh. ― sussurrò lasciandomi un bacio dietro all'orecchio e stringendomi di più in quello strano abbraccio ― potrai legarmi al letto. ― disse poi ridendo, per sdrammatizzare.
― L'idea sembra allettante. ― dissi prendendolo in giro. Lo sentii ridere divertito, sentii il petto vibrargli contro la mia schiena.
"Non è vero che la risata è una cosa astratta, perché io ho sentito la sua sulla mia pelle. " pensai, sorridendo.
― Perché sorridi? ―disse. Mi voltai di lato per guardarlo negli occhi.
― Nulla, mi piace averti qui. ― dissi guardandolo e poi portando il mio sguardo sulle sue labbra.
Lo notò. Si avvicinò e mi baciò dolcemente, facendomi sentire la sua lingua sulla mia, il sapore delle sue labbra sulle mie, e tutto ciò che poteva esserci di dolce in quel bacio.
Sorrise.

Vorrei guardarti dormire.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora