Non potevo fargli questo, non potevo lasciarlo lì.
― No davvero ragazzi, non posso. ― dissi.
― Che palla che sei diventato. ― disse Jade sbuffando.
― Dai ti chiamo in questi giorni e ci facciamo una birra insieme. ― dissi cercando di fare il ruffiano.
― E va bene, guarda che però ci conto. ― disse puntandomi il dito contro.
Forzai una risatina ― mantengo sempre la parola data, amico. ― dissi. "Amico un cazzo" pensai.
― Andiamo ragazzi. ― disse Jade voltandosi e camminando nella direzione opposta, con David e Cross che facevano i cagnolini dietro.
Aspettai di vederli sparire oltre qualche casa e poi mi avvicinai lentamente a lui.
Mi inginocchiai e gli accarezzai una guancia arrossata.
― Cosa ti hanno fatto? ― una lacrima rigò il mio viso ― se non ti avessi mandato via da casa mia ora staresti bene. ― sussurrai, e un'altra lacrima scese.
"Che cazzo mi succede?" chiesi a me stesso.
― Fanculo. ― sussurrai, prendendolo per le braccia e trascinarlo tra le mani. Lo strinsi forte, fino a farlo diventare quasi parte di me. Lo cullavo lentamente mentre le lacrime continuavano ad uscire.
― Svegliati ti prego.. Fred.. Fred ti prego.. ― quasi piangevo a singhiozzi ― perdonami.
Passai non so quanto tempo lì, con lui tra le mie braccia.
Lo presi in braccio e mi incamminai verso la fabbrica, era molto più vicina di casa sua.
Era così leggero tra le mie braccia "Ma infondo è sempre stato minuto e magro" pensai guardandogli il volto. Ingoiai la saliva mandando giù anche le parole che stavano per uscirmi dalla bocca.
Arrivai alla fabbrica in poco tempo, spinsi la porta con un piede cercando di aprirla e poi entrai.
Lo misi su uno di quei materassi che usavano loro e provai a pulirgli le labbra sporche di sangue con dell'acqua. Mi sedetti per terra accanto a lui e ogni tanto mi perdevo a fissargli i tratti del volto.
― Non ti porterò mai in ospedale. ― sussurrai accarezzandogli i capelli, poi mi disteso accanto a lui, stingendolo a me.Point of view Mare.
― Mare. Mare svegliati. ― disse qualcuno scuotendomi.
― Mm chi è? È presto, fammi dormire. ― dissi con gli occhi ancora chiusi.
― Mare ― disse scuotendomi più forte ― devi svegliarti, è importante.
― Che c'è? ― dissi aprendo gli occhi e trovandomi Alex avanti. Era abbastanza sconvolto con gli occhi che sembravano pesanti.
― Devi andare alla fabbrica. ― disse.
― Alle sette e mezza del mattino? ― dissi guardando la sveglia.
― Vestiti, chiama Val, e andate alla fabbrica il prima possibile. ― disse.
― Ci andiamo più tardi fammi dormire. ― dissi abbracciandomi il cuscino.
― Mare.. ― disse lasciando la frase in sospeso come se volesse dirmi qualcosa.
Chiusi gli occhi e il cervello sembro collegarsi con i pensieri. "Alex che mi sveglia così preso, in uno stato pietoso, per dirmi di andare alla fabbrica?" Qualcosa non andava, pensai.
― Alex, che succede? ― dissi riaprendo gli occhi e sedendomi nel centro del letto.
― Vai alla fabbrica. ― disse con gli occhi pieni di lacrime, quasi mi stava implorando.
― Solo se mi dici cos'è successo.
Lo vidi tirare un sospiro.
― Ieri, gli JDC hanno picchiato Fred, con qualche scusa li ho fermati e poi ho portato lui alla fabbrica e sono stato lì tutta la notte, però non posso esserci io al suo risveglio, dovete andare voi. ― disse tutto d'un fiato.
― Che cazz..? Perché non l'hai portato in ospedale? ― chiesi.
― Perché a lui non piacciono.. Cioè.. No.. Avrebbero fatto troppe domande a me, e nessuno deve sapere che l'ho aiutato io. ― disse prendendomi un polso ― capito Mare? Non deve saperlo nessuno, soprattutto lui. ― disse spostando lo sguardo e guardando in basso.
― Ok. ― dissi prendendo il cellulare e chiamando Val.
Ci mise un po' a rispondere.
― Pronto? ― disse messe addormentato.
― Val sono Mare.. ― dissi.
Lo sentii schiarirsi la voce.
― Mare? Che succede? ― chiese.
― Fred è stato picchiato. Vestiti. Dobbiamo andare alla fabbrica, sta lì. ― dissi alzandomi dal letto e facendo un segno a mio fratello.
― Mi sto vestendo.
― Ma chi te l'ha detto a te? Sicura non sia uno scherzo?
― Non è uno scherzo Val, ne sono sicura. ― dissi guardando mio fratello negli occhi. Mi sembrava di specchiarmici, erano identici ai miei.
― Va bene, mi vesto e vengo da te. ― disse.
― Fa presto.
Mi spogliai e mi rivestii in cinque minuti mentre Alex era ancora lì, non mi importava se mi guardasse nuda, dovevo fare presto, anche se ero convinta che non guardasse me perché sembrava essere da tutt'altra parte con i pensieri.
Sentii il cellulare dopo circa dieci minuti. Un sms.
"Sono giù."
― Vado. ― dissi ad Alex.
― Mare. ― disse.
― Si? ―lo guardai.
― Fammi sapere quando si sveglia. ― disse contraendo la mascella.
― Tranquillo.
"Prima lo chiama frocio e poi fa così. Cosa gli prende?" Chiesi a me stessa.
Scesi le scale velocemente e uscii fuori dal cancello con Val che mi aspettava.
― Andiamo. ― dissi senza nemmeno salutarlo.
― Ho il motorino, così facciamo prima. ― disse, lanciandomi un casco.
Lo infilai e poi salii sulla sella. Non c'era quasi nessuno per strada quindi non ci mettemmo molto ad arrivare.
Scesi dal motorino e corsi dentro.
Era vero.
Era disteso su un materasso e sembrava conciato piuttosto male.
"Perché non l'ha portato all'ospedale, coglione." Pensai.
Val mi raggiunse rimanendo lì.
― Cazzo. ― disse solo.
Mi avvicinai. Gli accarezza i una mano. Poi guardai Val.
― Almeno respira. ― disse.
Gli accarezzai i capelli. ― svegliati. ― dissi.
― Portiamolo in ospedale. ― disse.
― No.
― Ma come no? Mare guarda in che condizioni sta. ― disse.
― Val dobbiamo aspettare che si svegli e sapere come sono andate le cose. Ci riempiranno di domande se andiamo lì e noi non abbiamo le risposte. ― dissi sostenendo ciò che aveva detto mio fratello.
― Ma potrebbe essere qualcosa di grave, cazzo. ― disse urlando e sentii un gemito provenire da Fred.
― Aspettiamo che si svegli e poi po portiamo. ― dissi guardando Fred.
Fece prima diverse smorfie con il viso e poi aprì gli occhi.
― Hey. ― dissi.
― Ciao. ― disse lui.
― Come ti senti?
― Sembra che mi sia passato un trattore addosso. ― disse facendo un mezzo sorriso portandosi poi la mano sulla guancia facendo un'espressione di dolore.
― Cos'è successo? ― chiese Val.
― Non ricordo molto bene, so solo che quei tre coglioni mi intrappolano e poi iniziano a picchiarmi e poi tutto buio. ― dice.
― Bastardi. ― dice Val.
― E poi ricordo la voce di qualcun altro ma non so di chi. Chi mi ha portato qui? ― chiese.
― Non lo so.
― Chi te l'ha detto Mare? ― chiede Val.
"Merda."
― Ehm.. Io.. Cioè, una chiamata anonima. ― dissi continuando a coprire mio fratello.
― Ma avrebbe dovuto portarlo in ospedale chiunque sia stato ad aiutarlo. ― disse Val.
― Io odio gli ospedali. ― disse Fred.
Questa cosa non la sapevo, ma ultimamente non sapevo molte cose di lui.
― Siete da ieri qua? ― chiese.
― No siamo arrivati cinque minuti fa. ― dissi.
― Ma come no.. Durante la notte mi sono svegliato e so per certo che c'era qualcuno qua, era disteso accanto a me. ― disse guardandomi perplesso.
"Alex." Pensai. "Non deve saperlo nessuno, soprattutto lui."
C'era stato lui qui tutta la notte.
― O forse me lo sono sognato. ― disse ridendo ma con un filo di delusione nella voce. Poi si portò una mano sullo stomaco.
― Dai ti accompagnano in ospedale. ― disse Val ancora. "Minchia quanto caghi il cazzo Val." Pensai.
― No, sto bene. ― disse provando ad alzarsi ma crollando di nuovo sul materasso per il dolore.
― Ma sei messo male. ― disse Val.
― Odio gli ospedali, non ci metterò mai più piede lì dentro. Sto meglio qui. E poi mi toccherebbe fare la denuncia e mi metterei nei casini.
― Ha ragione. ― dissi.
― Dai almeno ti portiamo a casa. ― disse Val.
― Va bene.. Ma se è qualcosa sono caduto dallo skate sulla pista. ― disse Fred.
― Eh si coglione e poi se i tuoi ci chiedono perché non ti abbiamo portato in ospedale che diciamo? ― dissi.
― Loro.. Non faranno mai questa domanda perché sanno già la risposta. ― disse.
― Va bene. Dai proviamo ad alzarlo. ― dissi a Val.
― Non ti facevo tipo da botte. ― disse Val per sdrammatizzare e indicando la mano di Fred sporca di sangue.
Lui se la fissò.
― No questo in realtà.. Ho dato un pugno al muro di camera mia perché ero un po' arrabbiato e stavo sfogando. ― disse per poi perdersi nei suoi pensieri.Point of view Fred.
"Eri solo un sogno, Alex." pensai con una fitta di dolore allo stomaco, non so se per i calci della sera prima o per la sensazione di delusione.
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Vorrei guardarti dormire.
RomansMare ragazza difficile, fatta di paranoie. Un corpo che all'apparenza può sembrare vuoto ma in realtà è pieno di emozioni che lei stessa non conosce, ma soprattutto una mente piena di ricordi e segreti che il suo cervello ha annullato. Alan un ragaz...