Da: Jannik
Clara, ma che cazzo fai?Da: Jannik
RispondimiDa: Jannik
Clara, sto venendo in camera tua, vedi di aprirmiDa: Jannik
Porca troia, ClaraIl risveglio al mattino non è per nulla positivo né piacevole. La testa mi pulsa e sento di non aver dormito abbastanza. La luce che filtra attraverso le tende mi fa rimpiangere di non averle chiuse meglio. Sento il sapore del vino in bocca e quasi mi viene da sboccare. Quanto ho bevuto?
Faccio fatica ad aprire gli occhi per bene ma appena ci riesco, provo anche a sedermi sul letto."Joder," impreco quando sento qualcuno bussare, no, mi correggo: cercare di buttare giù la porta. Mi prende di soprassalto e quasi casco dal letto. Nel movimento brusco che compio, colpisco una superficie dura.
"Mmh," un mugolio viene da sotto le coperte. Aggrotto le sopracciglia e sposto le lenzuola. Cosa diamine—?
"Carlos?"
"Clara, apri questa porta," Jannik continua a bussare come un forsennato. Carlos si lamenta del brusco risveglio e rotola nelle coperte. Ma che diamine ho combinato? Lui è del tutto vestito, il che mi tranquillizza ma non del tutto."Buenos dias," mi sorride dolcemente mentre si stiracchia. L'italiano continua imperterrito finché non mi alzo e spalanco la porta. Jannik ha uno sguardo di fuoco negli occhi che non promette niente di buono. Sta per dire qualcosa ma si ferma quando vede il moro dietro di me nel letto.
"Ciao Jan!" Ma fa sul serio?
Se gli sguardi potessero uccidere, io e Carlos saremmo morti inceneriti da un bel pezzo.
"Non ci posso credere," Jannik sospira e fa un passo indietro.
"No, Jannik, non è come sembra," cerco di fermarlo prima che possa combinare qualche casino tipo andare da Isabela e far saltare l'accordo. Tecnicamente non sto mentendo, non mi ricordo molto di ieri sera ma non mi ricordo nemmeno di aver fatto sesso con Carlos.
"Ah no? Quindi non te lo sei scopato?" È strano sentirlo arrabbiato e dire parolacce, ma non è il momento per fare queste osservazioni.
"No!" Suono molto più offesa di quanto in realtà dovrei essere. Ho passato settimane a sbavare dietro il murciano, non sarebbe troppo assurdo se effettivamente ci fossi finita a letto. Ma non è successo. Jannik, però, non crede a mezza parola.
"Beh, poco importa. Vi hanno visti. Cazzo, Clara, avevamo un accordo. E adesso stiamo di nuovo da capo a dodici con questa storia di Carlos," si lamenta gesticolando molto. Vorrei poter controbattere ma non so nemmeno di cosa stia parlando e probabilmente avrà anche ragione.
Mi ricordo di essere andata a cena con Carlos, ma siamo rimasti nel ristorante dell'albergo, poi probabilmente siamo risaliti in camera mia e da lì abbiamo iniziato a bere— beh prevalentemente io, perché Carlos ha un torneo da giocare."Sei stato tu a dargli il mio numero e ora ti lamenti?" Jannik non riesce a credere alle mie parole, per poco non gli escono gli occhi fuori per quanto è incredulo.
Spero che lo spagnolo non stia sentendo nulla, ci manca solo che si aggiunga a questa storia."Sì, perché non fai altro che guardartelo come se da un momento all'altro te lo volessi fare davanti a tutti," cerca di non alzare la voce per non attirare troppa attenzione, ma glielo leggo in faccia che è infastidito. Si tiene a un metro di distanza come se da un momento all'altro volesse girare i tacchi e andarsene.
"Beh allora cosa ti aspettavi? Che stessi ai tuoi comodi? Tutto questo non sarebbe successo se tu avessi semplicemente rispettato i patti e fossi venuto a cena con me," dico abbastanza alterata. Questa conversazione sta prendendo una brutta piega, ma né io né lui sembriamo intenzionati a lasciare andare la questione. Jannik scuote il capo incredulo. Si lecca le labbra e sorride, ma non è affatto divertito.
"È per questo? Perché non sono venuto a cena con te?"
"No, Jannik, è perché ti stai comportando da testa di cazzo da quando ci siamo baciati e non capisco perché," sbotto finalmente. L'italiano smette di sorridere amareggiato e posso vedere il suo pomo d'Adamo muoversi mentre deglutisce. Qualcosa cambia nel suo sguardo, ma non capisco cosa.
"Lasciamo perdere," risponde rapidamente accompagnando le sue parole con un gesto della mano. Ah, adesso vuole lasciar perdere? Che faccia tosta.
"Adesso tutto va bene? Certo. Finché si tratta di fare la ramanzina a me va tutto bene, ma quando chiedo io spiegazioni allora no. Hai proprio una bella faccia—" mi fermo prima di sfociare nel volgare. Jannik assottiglia gli occhi e mi sfida con lo sguardo, girandosi così da tornare a guardarmi bene in faccia.
"Nono, continua,"
"Faccia da cazzo, ti va bene?" Incredibile come riesca ad istigarmi e infastidirmi così tanto. Jannik ride ma non è per niente divertito. Glielo si legge in faccia che si sta trattenendo.
"Sai che c'è? Non devo stare qui per essere insultato da te, vuoi scoparti Carlos? Scopatelo, non mi interessa," dice con nonchalance ma lo vedo che invece non è affatto tranquillo, anzi, sembra abbastanza infastidito.
"Non si tratta di Carlos e lo sai. Perché non mi hai voluta vedere? Che cosa è successo di così traumatico l'altra sera? Baciavo male? Sono stata troppo invadente? Parlami," il mio desiderio di sapere cosa gli passa per la testa è più forte di quello di mandarlo a quel paese. Jannik mi osserva con i suoi occhi verdi, titubante. Lo vedo vacillare.
"Jannik, dai, pensavo fossimo amici, me lo puoi dire se ha fatto schifo," cerco di usare un po' di ironia per smorzare la tensione. È teso come una corda di violino e lo vedo. Possibile sia un tasto così dolente? Uno stupido bacio?
"Non vorrei interrompere ma il tuo telefono continua a suonare. Una certa Isa ti sta tartassando di chiamate," Carlos emerge dalla mia stanza com il mio cellulare. Mierda. Avrò almeno 10 chiamate perse. Non posso gestire due vulcani in eruzione alla volta.
Da: Isa
Clara, che cazzo avete combinato?Da: Isa
Ci vediamo tra 10 minuti fuori dall'albergoDa: Isa
Non fare tardi e non portarti dietro CarlosSono ufficialmente fottuta. Fantastico. Jannik si è ammutolito e Carlos è completamente spaesato.
"Ieri sera, cosa abbiamo fatto esattamente?" Colgo la palla al balzo e lo chiedo al diretto interessato che sembra molto rilassato.
"Abbiamo cenato e poi mi hai chiesto di salire in stanza con te," posso sentire Jannik incenerirmi con lo sguardo.
"Hai bevuto un po', però abbiamo parlato di te, di tennis, di musica. Mi hai raccontato di quella volta in cui sei caduta dal palco durante uno dei tuoi concerti e mi hai anche fatto vedere il video," Carlos sorride divertito. Perfetto, mi sono anche ridicolizzata. Il fatto che non abbia ancora menzionato niente di esagerato mi tranquillizza.
"Poi ci siamo addormentati, penso siano state le due," finisce di raccontare il murciano. Grazie a Dio. Mi posso ancora fidare della mia versione ubriaca. Jannik sembra rilassarsi al sentire le parole del suo collega.
"Se volete scusarmi, io scendo a mangiare. Sto morendo di fame, ci vediamo dopo, okay?" Carlos aggiunge prima di incamminarsi verso l'ascensore. Sento la sua mano sfiorare contro il mio fianco e la mia schiena mentre si allontana. E questo? È sempre stato abbastanza espansivo, forse è meglio non cercare significati celati nei suoi gesti o esco pazza. Jannik gli fa un cenno col capo come a salutarlo.
"Visto? Nulla è successo,"
"Per ora," la sua risposta mi lascia un po' di stucco."Se non volevi che succedesse qualcosa, allora perché gli hai dato il mio numero?" Chiedo logicamente. Questa messa in scena non ha senso. Il suo comportamento mi confonde. Il minuto prima mi bacia, quello dopo mi ignora e quello dopo ancora mi butta nelle braccia di Carlos solo per poi venire a rimproverarmi per averci provato.
"Puoi fare quello che vuoi, basta che non metti anche me nei tuoi casini," risponde acido. Ci risiamo. Non capisco quale sia il suo problema. Sono stanca di questa conversazione e di questo suo modo di fare. Rientro in stanza sbuffando.
"Quando avrai finito con questa pagliacciata, saprai dove trovarmi," sbatto la porta, non volendo più prendere parte a questa situazione senza senso. Sospiro, bene ora mi aspetta il vero cazziatone.
Note:
Ciao! Capitolo un po' breve, ma ho già un'idea per il prossimo, fatemi sapere se la storia vi sta piacendo con un commento o like! Grazie!
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Fake it [Jannik Sinner]
FanfictionDue sogni diversi, due stili di vita opposti, due mondi lontani, ma un destino intrecciato. Cosa accade quando due ragazzi lontani anni luce sono portati a una forzata convivenza?