Jannik
"Ma che cazzo ti dice la testa, vorrei sapere io," Giacomo mi dà uno scappellotto che mi porta a lanciargli un'occhiataccia. Dopo tanta insistenza da parte sua e di Vagnozzi, sono stato costretto a raccontare cosa fosse successo tra me e Clara. Speravo sarebbero stati dalla mia parte, ma appunto era solo una vana speranza.
"Perché sarebbe colpa mia, scusa?" Chiedo infastidito. Lei va dietro a un altro e ci mette nella merda ma il coglione sarei io, ma come funziona qui? Giacomo e Vagno si guarda scoraggiati e sospirano. Prendo la mia borraccia e inizio a bere.
"Amici come prima?" Mi fa il verso il mio fisioterapista e io alzo gli occhi al cielo.
"Ma io—" provo a ribattere, a difendermi.
"Ma io un cazzo, Jan. Quella a te piace, ma secondo quale logica una frase del genere dovrebbe portarla a gettarsi nelle tue braccia? Nelle braccia di uno che le ha detto che vuole esserle solo amico e che ha anche dato il suo numero a quello che le piace. Tu ti devi far aiutare," Giacomo mi continua a fare la ramanzina e guardo Vagno nella speranza che possa difendermi, ma anche lui scuote il capo. Forse non ha tutti i torti ma mi pesa ammetterlo.
"Tanto sarebbe comunque tornata da Carlos," provo una nuova strategia ma mi ammoniscono con lo sguardo. Dopo un allenamento di due ore mi ci voleva solo la ramanzina durante il defaticamento.
"Ma ti senti quando parli? Tu ti sei rimbambito dietro al tennis, fattelo dire," Vagno mi punta un dito contro e io sbuffo. Di solito riesco a gestire tutto bene, ma quando si tratta di amore. Eh, lì sono un disastro, lo devo ammettere.
"Quindi cosa mi suggerite di fare?" Chiedo ormai stanco di essere rimproverato da dieci minuti a questa parte. Lo sapevo che raccontargli la storia non sarebbe stata una buona idea.
"Di andare uno psicologo, ma da uno bravo, eh," Giacomo continua con la mia crocifissione pubblica e sospiro. Forse ha ragione a rimproverarmi ma comunque non mi diverte.
"Secondo me devi aspettare quando vi rivedrete e dirle la verità. Tutta la verità e non mezza. Ovvero che provi dell'interesse nei suoi confronti e che questa storia di Carlos non ti piace," Vagno finalmente mi dà un consiglio e per quanto preferirei farmi sentenziare all'ergastolo piuttosto che espormi, riconosco che forse è l'unica via d'uscita da questa situazione. Mi sono cacciato in una posizione fastidiosa e ora ne devo uscire. Annuisco.
"Sì, ma vacci comunque da uno bravo,"
A: Clara
Hey, ti andrebbe di—Nono, ma che sto scrivendo?
A: Clara
Quando sei libera per-Ma libera per cosa? Mi sembro un imbecille.
A: Clara
Lo sai che Isabella ha detto ad Andrea che tu hai detto che—Sì, il telefono senza fili. Ma da quando in qua ci metto più di tre secondi a scrivere uno stupido messaggio? Concentrati, Jannik, cosa le vuoi dire?
A: Clara
Quando—"Jannik Sinner!"
Porca troia. Sobbalzo dallo spavento quando sento il mio nome venir chiamato da non so chi. Per lo scatto inaspettato ho accidentalmente premuto 'invia' e ora le ho scritto il messaggio più stupido di sempre: quando. Fine. Gesù, tutte le disgrazie a me.
"Sempre attaccati a quei telefoni. Vieni a salutare i tuoi familiari," mia madre mi rimprovera e io sospiro, alzandomi dal divano. Continuo a guardare il telefono cercando di trovare un modo per salvarmi da questa situazione.
A: Clara
Scusa, volevo dire
Quando ci rivedremo?Non mi piace per niente questo messaggio perché sembro disperato, ma almeno non sembro stupido. Blocco il telefono e mi unisco al resto della mia famiglia. Sono venuti i miei nonni in occasione della mia ultima vittoria. Mio padre ha passato tutto il giorno a cucinare, come se dovessimo andare in guerra a breve.
"Ciao nonna, come state?" Mia nonna Adelaide mi bacia la guancia sinistra e mi stringe la mano. Stando sempre in giro per il mondo non è facile passare del tempo con loro, a malapena riesco a vedere i miei genitori.
"Bene bene. E tu? Sembri sempre più magro, figlio mio," io ridacchio e scrollo le spalle, deve essere un modo di dire di tutte le nonne italiane ormai. Mi siedo tra lei e mio nonno per pranzare tutti insieme.
"Beh, la fidanzatina? Perché ancora non ce l'hai presentata?" Nonno Gianni chiede e quasi mi strozzo con l'acqua. Il primo sguardo lo lancio ai miei genitori, mentre mio fratello ridacchia divertito. Mi prendo del tempo bevendo e sperando che le mie gote tornino al loro colore e smettano di essere rosse.
"Stiamo insieme da poco, non pensavo fosse ancora tempo," mi giustifico. Immaginarmi Clara presente a questo tavolo fa strano perché so che la nostra relazione è in realtà fittizia, ma in realtà non sarebbe nulla di innaturale.
"Scemenze, vogliamo conoscerla! Tua mamma ci ha fatto vedere le foto, è così bella! Peccato per i tatuaggi..." Nonna Adelaide storce il naso e non posso fare altro che ridacchiare. Clara ha pochi tatuaggi ma abbastanza visibili, uno intorno alla coscia, un altro sul braccio e uno sul polso.
"La prossima volta ce la porterà, vero, Jannik?" Mia madre chiede anche se suona più come un'affermazione. Annuisco perché non mi sembra di avere altre opzioni. Nella posizione in cui siamo adesso penso che Clara preferirebbe farsi linciare che passare un weekend da sola con me e la mia famiglia.
"Quindi? Come vi siete conosciuti?" Insiste mia nonna e deglutisco il boccone di pasta.
"Beh, ecco lei... Lei è molto amica di Carlos e ci ha presentati lui," mento spudoratamente. So che potrei dire la verità ma so anche che farebbe più male che bene. I miei nonni hanno ormai ottantacinque e ottantasei anni, non penso possano capire il perché e il significato delle relazioni fittizie nel mio mondo. Una bugia non ha mai ferito nessuno.
"E lei com'è? Parlarcene un po', sono così curiosa di conoscere la ragazza che è riuscita a sciogliere il mio nipotino," mia nonna mi sorride e io arrossisco.
"Clara è... Beh, lei... È tanto diversa da me: solare, socievole, vera, onesta, a volte scurrile, senza filtri, genuina, simpatica ma anche insopportabile nei momenti sbagliati. È anche dolce, gentile, umile e—"
"Wow, deve essere veramente speciale da come ne parli. Il mio piccolo Jannik è forse cotto?" Quasi mi strozzo di nuovo al sentire queste parole. Questa volta sento che le guance mi vanno a fuoco e cerco di evitare gli sguardi divertiti dei miei genitori. Io cotto? Di Clara? Nono. Sicuramente c'è dell'interesse, ma niente di più.
"Beh, sono sicuro che questa Clara ne valga proprio la pena," mio nonno mi sorride e finalmente il discorso si sposta su altro. Io vorrei farmi piccolo piccolo, magari sparire nel nulla. Tengo la testa bassa e gli occhi fissi sul mio piatto mentre mi perdo nei miei pensieri e il chiacchiericcio è solo di sottofondo.
È così ovvio? Forse mi piace Clara? Ma no, impossibile. La conosco a malapena. È solo il brio di aver qualcuno vicino, di avere una nuova fidanzata anche se finta. Nono, sono sicuro che sia una fase passeggera e poi parla sempre bene di tutte le persone di cui mi circondo. Non fa—
Il telefono in tasca mi vibra e sbircio brevemente chi possa essere. Forse è Darren che mi aggiorna sugli allenamenti in vista di Madrid visto che gli avevo scritto proprio a riguardo.Da: Clara
Già ti manco? Comunque sarò a Montecarlo lunedì, amico mioNote:
Avete tutti i motivi del mondo per odiarmi e non mi giustificherò in alcun modo. Avevo perso ispirazione e voglia però leggere i vostri commenti mi rallegra sempre, ci sono persone che trovano questa storia veramente bella e interessante e mi fa piacere intrattenere qualcuno con la mia scrittura. Spero che questo capitolo sia di vostro piacimento, fatemelo sapere nei commenti🥰
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Fake it [Jannik Sinner]
FanfictionDue sogni diversi, due stili di vita opposti, due mondi lontani, ma un destino intrecciato. Cosa accade quando due ragazzi lontani anni luce sono portati a una forzata convivenza?