"Jan—" sospiro impotente quando il roscio succhia un lembo della mia pelle. Sono impotente sotto il suo tocco ed è qualcosa che non succede spesso. Jannik sorride e lascia un bacio casto sul mio collo prima di proseguire verso il mio orecchio. Sento il suo respiro profondo sfiorarmi la pelle e le sue dita stringermi la vita, non riesco a pensare, a parlare, a muovermi.
"Chi pensava che bastavano due baci per farti ammutolire?" Ridacchia mentre le mie mani si aggrappano alla sua felpa. Io mugolo ma non protesto, la sua lingua insieme alla sua bocca lavorano un altro lembo di pelle sotto l'orecchio. Mi viene la pelle d'oca solo a sentire i suoi baci umidi.
"Sei così bella quando sei senza parole," sussurra prima di mordermi il lobo dell'orecchio. Io ansimo leggermente. È un tocco delicato, semplice, sciocco. Ma il mio stomaco si ribalta e le forze sembrano abbandonarmi completamente. I miei occhi sono chiusi da un paio di minuti mentre mi godo il suo tocco. Jannik mi cinge il bacino e mi porta più vicina al suo corpo.
"Jannik," sospiro quando una delle sue mani lascia il mio bacino e trova il mio collo, inclinando leggermente la mia testa. Le sue labbra lasciano il mio orecchio e le sento sfiorare le mie.
"Dimmi che vuoi che ti baci, voglio sentirtelo dire," è lui quello a stuzzicare stavolta e sono troppo andata per poter fare l'orgogliosa. Le sue labbra sono umide e calde e io non posso aspettare più.
"Ti prego," supplicare non è mai stato nel mio genere ma ora ne sento la necessità. Jannik aspetta qualche secondo, lascia che la sua bocca accarezzi la mia, il suo naso si scontra dolcemente contro il mio e penso di poter morire dalla voglia di sentire il suo sapore di nuovo.
"Clara?" Sussurra interrogativo. Io mugugno in risposta ma non sembra essere abbastanza. Non voglio che si allontani, voglio solo risentire i brividi percorrerermi la schiena, l'eccitazione incendiarmi il corpo e le sue labbra sulle mie.
"Clara!" Improvvisamente la luce della mia camera mi acceca e mi sveglio di soprassalto a causa del richiamo di Isabela. Cazzo, era un sogno.
Isabela spalanca le finestre per far entrare aria e blatera qualcosa. Io mi lascio cadere a peso morto sul letto. Non posso credere che sia stato tutto un sogno, ma soprattutto: che diamine di sogno era? Perché Jannik?"¡Dale! In piedi, signorina, hai un album da finire," mi rimprovera quando vede che non ho intenzione di muovermi. Ho bisogno che esca da questa stanza e che lo faccia subito.
"Sisi, dammi cinque minuti e sono fuori di qui," le dico mentre mi inizio a sedere. Isabela mi guarda e decide di fidarsi, esce e mi lascia da sola. Finalmente direi. Le voglio bene ma non ho voglia di sentire i suoi ordini gridati appena sveglia dopo quel sogno.
Ma cosa mi prende? Fino a tre giorni fa la mia testa girava solo intorno a Carlos e ora non riesco a smettere di pensare a cosa? A uno stupido bacio. Mi sento una ragazzina."No puedo estar pensando en aquel imbécil, joder," mi lamento mentre mi vesto. Non lo sopporto. Non mi sopporto. Non sopporto niente. In giornate iniziate male come questa ho solo una via di fuga: scrivere. Mi dirigo di sotto, pronta a deliziarmi una buona colazione prima di rintanarmi nello studio discografico di una mia vecchia amica.
"Eccoti! Allora, ti ricordi che oggi c'è la finale? Io e Andrea pensavamo fosse opportuno che indossassi magari una delle felpe di Jannik, così magari li convinciamo una volta per tutte che stai con Jannik. Poi domani hai l'intervista con Vanity Fair quindi rileggi le domande e cerca delle risposte adeguate. In tutto questo ricordati di stare il più lontano possibile da Carlos, va bene?" Mi sorride ma sembra quasi un sorriso inquietante. Io annuisco e affogo la mia faccia nel cappuccino. Questa mattina ho più sonno del solito eppure non è che io abbia fatto chissà quale attività estrema il giorno prima.
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Fake it [Jannik Sinner]
FanfictionDue sogni diversi, due stili di vita opposti, due mondi lontani, ma un destino intrecciato. Cosa accade quando due ragazzi lontani anni luce sono portati a una forzata convivenza?