"Hey, tuo lek", dissi mentre sbattevo dietro di me la porta di casa.
"Dov'eri?"
"Ero andata a salutare la nuova vicina, é gentile, dovresti conoscerla"
"Inizia sempre così", mimando il segno delle corna.
"Sei gelosa?", le lanciai un sorriso sbarazzino. Mi faceva impazzire quando faceva così.
"Un po' si, sei bellissima!"
"Chiara e concisa!", la risposta che nessuno quasi ammetteva quando si rivolgeva questa domanda.
"Vuoi biasimarmi?", si pose dietro di me, cingendomi la vita con un abbraccio da dietro, uno di quelli che mi facevano impazzire.
"Io sono gelosa di te, tu sei bellissima!", risposi modesta.
Mi baciò, cercando il mio viso.
"Cosa ti va di fare oggi? Potremmo visitare qualcosa"
"A dire il vero sono molto stanca"
"Non é un problema, possiamo restare a casa a farci le coccole"
"Sarebbe un'idea allettante!", rispose Faye.
Dio, quanto la amavo!
Ci gettammo sul divano davanti alla TV, cercando qualcosa di interessante da vedere, mentre ci facevamo i grattini, quando qualcuno bussò alla porta. Andai ad aprire, immaginando potesse essere la vicina. Infatti, aprendo la porta, mi rivolse un sorriso bellissimo e, molto garbatamente, mi chiese se avessi dell'olio in casa, dicendo che si sarebbe sdebitata quanto prima. La presentai così a Faye, che fece la sua conoscenza. Quando chiusi la porta, tornammo a guardare la TV.
"Molto gentile, non trovi?"
"É un difetto?"
"Senti, Fran"
Fran. Era così che mi chiamava. Mai nessuno mi aveva mai chiamata in questo modo, se non Francy. "Stavo pensando", disse, legandosi quei morbidi capelli con un elastico "ora che hai imparato a gestirti a lavoro, pensavo che potessimo fare dei turni, se ti va ovviamente".
Si era già stancata di me? Non mi voleva più intorno?
"Certo che va bene ma, ce la fai a gestire tutto da sola?"
"Non viene poi molta gente nel pomeriggio, ho pensato che potessimo alternarci, in modo da non affaticarci troppo", non mi sembrava una cattiva idea. Poteva andare bene. "Tranne nei fine settimana".
Il venerdì e il sabato erano le giornate in cui c'era maggiore affluenza al salone, quindi...
"Nel caso avessi bisogno di me, puoi sempre chiamarmi e io correró in salvo alla mia damigella in pericolo!", disse, rassicurandomi.
"Io ho sempre bisogno di te, lo sai questo, vero?"
Lo sapeva, forse per questo aveva intenzione di sciogliere questo nodo che ci univa, metaforicamente parlando. Non l'avrei lasciata andare via da me!
Quindi l'indomani, al pomeriggio, sarei stata libera.
"Potresti, in questo modo, goderti la cittá. Non mi va di chiuderti fino a tardi e non lasciarti esplorare"
Ho già detto che la amavo? Quanto era dolce!
Al lunedì mattina, quindi, iniziò il mio turno delle sei ore, tornando a casa per ora di pranzo. Non avremmo potuto pranzare insieme così facendo, ma era un sacrificio a cui, purtroppo, dovevamo sottometterci. Non avevo voglia e forze fisiche per cucinare, così presi del cibo da asporto, che avrei consumato a casa.
Dovete sapere che risulta di poco gusto e alquanto irrispettoso consumare mentre si é in giro. Alcuni lo fanno, ma, oltre a sembrarmi scomodo, lo trovavo opportuno per i netturbini che pulivano le strade. Per questo, nei locali e nei vari combini, si possono trovare gli appositi spazi, persino per le strade.
Del semplice riso e del Tonkatsu, del maiale impanato. Era una bella giornata, così decisi di pranzare all'aperto a bordo piscina. Quanti ricordi di una famosa sera mi tornavano in mente: il bagno in piscina con Andrea, Faye e Freen, il bacio di Andrea con la mia ragazza... (non ci diedi più tanto peso, io avevo Freen al tempo), ciò che ne era stato delle ore precedenti, quello che successe dopo... Tutto ciò mi procurò nostalgia. Erano stati, in fin dei conti, bei momenti.
Mi accorsi che Ferin si era affacciata al suo balcone. Mi aveva vista, e io la salutai. La invitai a passare il pomeriggio insieme e lei accettò volentieri.
Così, ci adagiammo sui due lettini, parlando del più e del meno. Fu un'ottima occasione per conoscerci meglio, nulla di sbagliato in due nuove amiche che avevano scelto di passare del tempo insieme.
Scoprì che il passato di Ferin non era stato così roseo, non quanto il mio. Inoltre, si era da poco lasciata con la sua ragazza e, per la troppa sofferenza, aveva ritenuto opportuno allontanarsi. Forse era quello il motivo per cui era venuta ad abitare quì. Non lo era, in parte, perché, parlandomi dei suoi genitori (e mi venne un groppo alla gola), mi disse che non avesse augurato mai a nessuno di nascere in una famiglia che non ti apprezzasse per il tuo orientamento sessuale. Ero fortunata. Una lacrima di nostalgia mi scese lungo la guancia.
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Pensavo fosse lei, invece ... era l'altra
RomanceSequel della mia storia "Pensavo fossi tu, invece era lei" . Quante bellezze ogni giorno scopriamo esserci nel mondo? ma se Ferin esistesse proprio nella stessa cittá? e se realizzasse che non era Faye ad essere destinata a lei? un'incontro fortuito...