"È un altro viaggio, mettila così"

5 1 0
                                    

Nel pomeriggio...
(Vabbé, avete capito, sarebbe inutile continuare. Vi prego, non fatemelo scrivere per ritornare a quel momento. Va bene, ve lo dico)
Nel pomeriggio, Faye era già uscita e
corsi in bagno a darmi una sistemata. Ci misi poco perché mi precipitai fuori casa, pesante come avessi un peso di ferro attaccato alla caviglia, perché, era chiaro che non avrei dovuto farlo, ma mi si parò davanti la ragazza "della porta accanto". Anche lei stava uscendo per venirmi a chiamare ma io l'avevo battuta sul tempo. Mi prese per mano e mi trascinò in casa sua.
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò, bloccandomi sulla parete.
"No, aspetta", la respinsi, però era ovvio che non avessi voluto farlo.
"Dovremmo parlare"
"Lo so, dovremmo parlare"
"Io...", iniziai a piangere. Lacrime copiose iniziarono a irrigarmi la faccia. Lacrime di coccodrillo.
"...non riesco più a fare niente!"
"Ma tu cosa vuoi?"
La domanda da un milione di dollari (o Bath, in quel caso).
PERCHÉ QUESTA DOMANDA... a cui, non avrei saputo dare una risposta???
Anche io sospettavo che Faye mi tradisse, e lo aveva incrementato il fatto che avessimo scelto di alternarci, avendo del tempo a disposizione, solo, non avevo nessuna prova evidente. Lei invece, in caso contrario, l'avrebbe avuta, ma lei non ha mai sospettato di me!
"Non puoi farmi questa domanda!", conclusi. Ecco, gliel'avevo detto, quando in realtá l'avevo solo pensata. Ops!
"Non sai rispondermi, vero?"
Mi rivolse un sorriso amaro che mi iniziarono a tremare le mani.
"Ci conosciamo solo da tre giorni"
"E Quindi?"
A quanto pareva, le ragazze di quì non perdevano affatto tempo. Anche Freen ed io diventammo subito un qualcosa. Dopo una settimana poteva definirsi "la mia ragazza". Faye fece altrettanto, anche se Ferin l'avrebbe potuta battere sul tempo, probabilmente.
Non risposi. Alzai gli occhi al cielo.
"Quando ti ho baciato, quando mi hai baciata, cosa hai provato?"
"Tante cose, Ferin, troppe!", gliela urlai quella risposta, come se ne fosse colpevole. Si, sei colpevole, Ferin, mi avevi fatto provare quello che non faceva da tempo la mia fidanzata.
Sorrise soddisfatta, questa volta.
"Però non possiamo continuare"
"Perché?"
"PERCHÉ SONO FIDANZATA!", dissi, come fosse un'ovvietà.

Incrociò le braccia al petto con un "pff".
La guardai dubbiosa.
"Ti avevo chiesto scusa, ma se non ricordo male, fino a prova contraria, sei stata tu a infilarmi la lingua in bocca!"
Nella mia mente cercavo di zittirla. Non volevo sentire quelle parole, mi tappai le orecchie con due dita.
Mi spinse via le braccia dalle orecchie.
"Sapessi queste dita dove potrei mettertele!"
Mi istigò, sopprimendo una risata, mostrando tutt'altra espressione.
Fae, la mia dea interiore, nome con cui avevo deciso di chiamarla lì per lì, perché era ciò che mi serviva al momento, pregare a qualche fatina, pregando che non le avessi saltato nuovamente addosso, stava sghignazzando.
Si, ti prego, fallo!
Scacciai immediatamente quel pensiero dalla mente.

Quelle sue espressioni, su quel bel visino dolce che, probabilmente, celava...cose, stavano provocando...qualcosa, qualcosa di perverso dentro me.
"Sono in una battaglia", dissi, alla fine, quasi sussurrandolo, "una battaglia che so come potrebbe concludersi, ma che non voglio finire. Perché so che concluderla, prendendo la strada del mio cuore, procurerebbe la morte di qualcun'altro, mentre, se scegliessi di intraprendere la strada sbagliata, quella della mia mente, potrei morire io!"
"Non devi scegliere", mi disse con fare consolatorio. "Hai già scelto".
Sapevo che aveva ragione. Aveva terribilmente ragione.
Forse si sarebbe trattato di un semplice abbaglio, di una stupida infatuazione, di una mancanza di affetto...un qualcosa che fosse stata anche una semplice tentazione messa sul mio cammino apposta, oppure... un segno.
"Ti voglio!"

Pensavo fosse lei, invece ... era l'altra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora