A Napoli si dice "Avere il mariuolo in corpo"

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Me mentre conclusi quella frase, Ferin stava per avvicinarsi a me, quando il nostro sguardo puntò alla mia tasca. Il mio telefono, aveva incominciato a suonare. Lo presi. La guardai.
Sul display leggevo "FAYE 💛"
PORCA MISERIA!
Risposi.
"Devo andare!"
"Vuoi!", mi diceva. "Non 'devi'!"
E senza dir nulla me ne andai, portandomi appresso, per tutto il viaggio, quel viso sconfitto.
Faye mi aveva chiesto di poterle dare una mano in negozio e visto che quello era un giorno feriale, sarebbe rimasta lei nel pomeriggio a darmi una mano.
Donna di parola, la mia fidanzata.
Potevo ancora permettermi di attribuirle quell'appellativo, vero?
Proprio oggi avremmo dovuto stare insieme per la maggior parte del tempo? In un altra occasione sarei stata contenta.
Raggiuntala in negozio, in cui molte signore erano in attesa, vidi Faye indaffarata.
Lavorammo insieme tutto il pomeriggio, ridendo e scherzando come se niente fosse mai accaduto.
Fu proprio allora che dovetti rinchiudermi in bagno. E vomitai.
Pensare a come rideva, mostrando il suo più bel sorriso, mi faceva sentire sempre più in colpa. In quel momento avrei voluto perdere i sensi e non sopportare più niente.
Chiaramente, i miei singulti erano coperti dal suono dei phon accesi, per cui, Faye non si accorse di niente.
Ma il momento che mi torturò maggiormente, fu quando dovetti salire sul suo Sunny per tornare a casa. Fortuna non fosse stata una macchina, in cui avrebbe potuto guardarmi in viso.
"Che c'é? Non hai detto niente per tutta la giornata"
"scusami, é che mi sento poco bene oggi"
"Cos'hai?"
"Non...non lo so", mi strofinai la fronte.
Mi cinse con un suo abbraccio, stampandomi un bacio sulle labbra.

Pensavo fosse lei, invece ... era l'altra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora