"Non me lo rendi per niente facile!"

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A quante porte avevo bussato nelle ultime ventiquattr'ore? Quante corse mi avevano fatto da sfondo?
Tornai da lei.
Suonai il campanello, madida di sudore per tutto il peso che gravava su di me.
Sulla soglia, Ferin, si presentò in un completo color mare di Phuket. Celeste, come il mare in cui ci immaginavamo nuotare insieme.
Portava sotto di esso una camicia bianca, di cui, i numerosi accessori che le fasciavano il collo, mi accecavano, facendo cadere il mio sguardo dove non avrei dovuto.
Così non vale!
Come osi essere bellissima?
Mi accolse il suo sorriso più bello.
"Volevo farti una sorpresa"
Mi accomodai.
Rimasi senza parole.
L'aspetto che avevo al momento non avrebbe mai potuto competere con quanta perfezione mi trovavo davanti.
Corsi in bagno, cercando di darmi un aspetto decoroso.
I miei capelli castani, nello specchio, erano arricciati sulla fronte per via della corsa, più di quanto non fossero.
Afferrai dal mobiletto la trousse, marcandomi gli occhi con un un filo di eyeliner.
Quando ci uscì, mi aspettava in tutto il suo splendore.
Mi aveva preparato la cena.
Ciotole colorate imbandivano la tavola: riso al curry, pollo, verdure...ogni cosa era stata curata magnificamente, dal nastrino che avvolgeva il tovagliolo, alle candele accese al centro di esso. E io non lo meritavo. Non meritavo tutto questo.
Dopo aver cenato, mi trascinò nella sua camera. Iniziammo a baciarci.
Mi accarezzava i capelli, mi baciava il collo. Eravamo cadute nel vortice della passione che ci stava travolgendo. E io ci stavo sprofondando. Iniziavo a scavarmi la fossa, lentamente.

Questa notte (questa notte)
lascio impronte (lascio impronte)
Su una strada di polvere
Credevi a tutte le mie bugie
Per non restare senza di me (senza di me)

Pensavo fosse lei, invece ... era l'altra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora