Avrei voluto ci fosse Andrea al mio fianco, la mia migliore amica, a consolarmi. Lei lo avrebbe di sicuro fatto, pur incolpandomi. In quel momento, tutto il mio mondo era crollato sotto i miei piedi. Mi sciolsi nel caldo abbraccio di Ferin che, spingendo la porta dietro di me, mi baciava la guancia, ormai irrigata.
Mi spinse con lei sul divano e, su di lei, continuai a piangere. E lo avrei fatto, fin quando le lacrime non mi avrebbero prosciugata.
Ero un disastro: viso macchiato, capelli spettinati...
"Non devi mai sentirti in colpa per i tuoi sentimenti, se sono veri"
Chiaro, avevo scelto lei!
Però apprezzai quelle parole sussurratemi all'orecchio, cariche di dolcezza.
Quella notte, Ferin mi fece dormire nel suo letto, prestandomi il suo pigiama, mi addormentai, senza forze, tra le sue braccia. Non ebbi incubi.

Quella mattina mi svegliai. Lei era già sveglia ma non si mosse. Aspettava che mi svegliassi, ancora tra le sue braccia. Mi baciò la fronte.
"Come stai?", evidentemente se ne pentì, "domanda stupida, scusami".
Mi alzai, distaccandomi da lei.
"Non devi chiedermi scusa. Sono io che devo farlo"
"No, non devi. Hai fatto ciò che hai ritenuto più opportuno"
"Però ho incasinato tutto, sono una stupida!"
"Non lo sei"
Mi tirò a se e mi baciò.
Fu un bacio dolce, cercato, consolatorio.
Ferin portò la mano lungo tutto il mio corpo, al di sopra degli indumenti e io le saltai in grembo, cincendole la vita con le gambe.
Ci distaccammo, ahimé, quando, la porta suonò, e io mi accasciai sulle lenzuola.
Sentí, di sotto, Faye che si dimenava per costringere Ferin a farla passare. Ci riuscì. Faye era venuta nella camera, tirandomi per un braccio, costringendomi ad alzarmi.
Gliel'avevo lasciato fare, senza opporre resistenza.
"Dobbiamo parlare!"
"Tu non hai voluto darmi ascolto, l'altra sera!"
Non puoi rigirare la frittata, Francesca!
"Adesso sono quá e mi darai le spiegazioni che merito, se mai ce ne fossero!". Era un vulcano pronto a eruttare. Un mio passo falso avrebbe, probabilmente, spinto Faye ad agire d'impulso, scagliandosi contro Ferin.
Ferin, che assisteva alla scena, ci lasciò sole.
"Te ne darò, purché tu crederai ad esse. Per quanto tu possa ritenerle veritiere".
Mi guardava come avesse voluto quasi spaccarmi la faccia, forse quest'idea le aveva sfiorato la mente e io glielo avrei lasciato fare, perché lo meritavo.
Faye non l'avrebbe mai fatto.
Raccolsi tutta la rabbia per me stessa accumulata e indossai una maschera oscura.
"Tu mi hai trascurata!", le gridai.
Probabile che a Ferin fosse arrivata quella frase fin da basso. Non mi sarebbe piaciuta vederla in volto in quel momento.
"Io? E come lo avrei fatto? Sentiamo!"
"Perché continuavi a lasciarmi sola al salone?"
"Io... Non posso crederci. Mi cadono le braccia!"disse, più adirata che mai. Strinse talmente i pugni che vidi le sue unghie conficcarsi nella carne. "Tu te la spassavi con lei", disse indicando la porta "mentre io cercavo una casa per noi"
COSA???
"Una casa?", dissi sospirando.
"Si, una casa!", mi fece la caricatura.
Crollai. Sono il diavolo fatto persona!
"Ma adesso tu hai buttato tutto all'aria!"
"Io...io..."
"Si, tu sei proprio una stupida!"
Ferin, che aveva ascoltato le ultime parole, era pronta ad intervenire e, quando Faye mi insultò, irruppe nella stanza, afferrandola per due lembi della sua maglietta, spingendola fuori dalla stanza.
Stavano litigando per me!
"Vattene fuori da casa mia!", sentì dire a Ferin, furente.
"Me ne vado solo se mi dirá l'ultima parola", disse, lisciandosi la maglietta lilla.
Grazie Dio per non averla fatta reagire. Faye non lo avrebbe fatto.
"Me ne vado", disse, rivolta a me "se mi dici che é stato uno sbaglio, e solo allora, potremmo, forse, chiarirci."

Pensavo fosse lei, invece ... era l'altra Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora