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Una volta tornato a casa, rientrando dalla finestra, Jungkook trovò Alya accovacciata vicino al letto. — Come mai sei lì? — chiese andandole incontro. Era molto stanca, lo aveva notato dal suo sguardo ancora pieno di paura. Forse sarebbe stato meglio rimanere con lei? Cosa poteva fare per farla stare meglio? — Mettiti pure nel mio letto, dai. — Non voglio. — il suo cuore iniziò a palpitare velocemente. — Come mai? — Ho fatto una cosa orribile, Jungkook. — le si avvicinò piano mettendosi a sedere fianco a lei con la testa poggiata sulla sua. — A volte queste cose succedono. — No, non è vero, tu provi sempre a giustificarmi. Pensi di avere sempre una spiegazione per ogni cosa brutta che accade quando in realtà non è così, é stata una cosa orrenda che non doveva accadere. — Jungkook sospirò rumorosamente.
— No, Alya, é solo accaduto.
— Non è accaduto.
— Quindi volevi ucciderlo?
— N-No...
— E allora é accaduto.
— Come cazzo fai a essere così tranquillo?
— Devi riuscire a ragionare e non lasciare che le emozioni prendano il sopravvento.
Rimase qualche istante a guardarlo- per quanto fosse importante per lei Jungkook non riusciva ugualmente a condividere il suo punto di vista. Ormai sapeva di aver fatto qualcosa di imperdonabile di cui ne avrebbe inevitabilmente pagato le conseguenze prima o poi. Sapeva benissimo che se non fosse stata la legge allora sarebbe stata lei stessa a scontarne la pena.
— Sei freddo.
— No, sono razionale.
— No, non lo sei.
— Anche io ho paura, va bene? Solo che sto provando a non farlo vedere, ci sto davvero provando.
Si agitò visibilmente sentendo gli occhi pizzicare- sapeva che sarebbe arrivato quel momento.
— Anche se non lo puoi vedere, perché io non ti permetto di vederla, c'è una parte di me che è terrorizzata a morte.
— Tu non hai fatto nulla.
— E se ti fosse capitato qualcosa? E se io non fossi stato lì? Se fossi tornato a casa con quell'indirizzo falso che ti ha dato, come avresti fatto? Sono terrorizzato ancora all'idea che ti potesse fare del male. Ancora io non so un bel nulla di cosa sia successo, Alya.
— Mi ha messo qualcosa nel succo, non ricordo molto. So che mentre stavo andando via mi ha tirata per i capelli e mi ha dato un calcio allo stomaco.
Jungkook sentì le mani tremare- no, non era la morte di Hyunshik a turbarlo, c'era qualcosa di più profondo dentro di lui che non riusciva a reprimere. Afferrò Alya dalle spalle e inchiodò a sé come se fosse l'ultima attimo della sua vita in cui vederla. La strinse così volta che Alya si lamentò per la presa così stretta.
— Non so cosa posso dirti adesso, scusami se non sono riuscito a capirti subito, ma ho pensato a cosa sarebbe successo nella realtà se non avessi agito come ho già fatto. Ho fatto in modo che nessuno possa puntarti il dito contro, che nessuno potrà mai incolparti.
— Prendendotene tu la colpa... insieme a Jimin...
— Tutto questo è partito da lui, perché lui voleva delle risposte su Diana. Va bene? É scontato che Jimin si senta in colpa per tutto questo, sa cosa ha fatto, poteva anche non farlo. Ma ha deciso di aiutarti perché sa che c'è altro sotto.. e quando...
– Quando?
— Niente.
— Quando che cosa?
— Io e Jimin abbiamo scoperto che il vero nome di Hyunshik é Choi Jongho.
— Ah.
— Questo per ora non è importante, potresti per favore pensare a riprenderti?
Spezzarono l'abbraccio per sedersi uno fianco all'altra. Alya poggiò la testa sulla spalla di lui per poi tirarlo a sé- si sentiva confusa. Era come se una parte di sé stesse sprofondando nel vuoto. Le gambe le tramavano, aveva ancora lo stomaco sottosopra ed era terrorizzata all'idea di tutto quello che fosse successo. Nulla nella sua vita sarebbe rimasto uguale, nessuno avrebbe mai potuto capire quello che provava- tranne Jungkook, forse.
— Alya, qualsiasi cosa possa accadere, anche se un domani tu dovessi trovare un ragazzo di cui innamorarti, io rimarrò qui per qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Io tengo davvero a te, non ti volterò le spalle.
— Jungkook, io non voglio trovare un altro ragazzo di cui innamorarmi, fin dall'inizio volevo te, e adesso che in un certo senso ti ho, continuo ad avere la sensazione viscida che ti perderò.
Jungkook le accarezzò la testa provando a darle conforto.
— Non mi perderai, devi solo fidarti di me.
— Chissà che fine ha fatto Diana.
— Cosa intendi dire?
— Secondo me è stato lui, Jungkook.
— A...
— Ad ucciderla. Ero un po' confusa per via di quella cosa che mi ha messo nel succo, ma ho realizzato subito che fosse tutto collegato. Diana é stata adescata e  poi uccisa da lui. É stato troppo violento e calmo, era uno psicopatico.
Jungkook la tirò verso di sé per poi stringerla con entrambe le braccia. Le baciò il capo rimanendo in silenzio ad ascoltare. Le parole di Alya gli erano entrate nel cervello e ora gli facevano eco premendo come unica verità a cui credere.
— C'è qualcosa dietro di molto più grande, lui era preoccupato e visibilmente nervoso quando parlavamo di Diana. Ho provato a bluffare, gli avevo detto che lei mi aveva raccontato di loro... nonostante fosse fidanzata... dopo aver negato ha chiesto altro e poi da lì voleva farmi fuori, perché aveva capito che già sapevo troppo, ero uscita fuori dal suo schema.
— Se tu pensi questo ne dovremmo parlare a Jimin domani. Ho chiesto a Jimin di trovare qualche informazione su di lui, se solo potessimo scoprire qualcosa...
— Cosa potremmo fare? Dimmi? Prima o poi sapranno che è scomparso questo ragazzo, indagheranno, e quando sapranno che è stato ucciso allora ci troveranno e voi passerete i guai per colpa mia.
— No, perché io so già cosa fare.

Le pareti perdevano strati di vernice e nell'aria c'era una puzza di polvere.
— Cosa ne pensi di questo posto?

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