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calore.

Jungkook finì appena in tempo, prese l'ultimo autobus trovandosi fuori dall'università. Quella sera avrebbe accompagnato di nuovo Alya a casa e avrebbe dormito di nuovo a da lei. Se lei mi avesse ascoltato forse non mi sentirei così in ansia. Poi vide sbucare dal nulla Jimin, quest'ultimo si piazzò proprio fronte a lui.
— Kook.
— Hey, Jimin.
— Perché quei messaggi? Non mi hai più risposto... e poi, oggi non ti ho proprio visto. E quello zaino?
— Sono tornato a casa, stasera accompagno di nuovo Alya a casa.
— Di nuovo? Ancora non mi spiego come mai frequenti molto più di prima quella ragazza... lo sai che cosa dicono di lei?
— Direi che hai già detto abbastanza, Jimin. Sai come sono fatto. Alya non è come la descrivono le persone, non dovresti fidarti delle voci che girano. Ormai lo ripeto da fin troppo tempo...
— Sì, Jungkook, ma spesso non è importante che le persone sappiano la verità, le persone crederanno sempre a ciò a cui è meglio credere. E tutte le persone che verranno dopo crederanno solo alle voci di altre persone e no a una verità che nessuno ha vissuto.
— Aish, vedi quanto sei cretino? Riascolta ciò che hai detto, hai ammesso che lei non è come viene descritta.
— Non saprò mai quale abbia vissuto davvero fra le tante verità che girano.
— Potresti chiederglielo, lo sai?
— Ah, oggi le volevo parlare per chiederle se ti aveva visto ma l'ho trovata in buona compagnia, quindi se vuoi scopartela mi sa che ti è andata molto male, è stata con un ragazzo tutto il giorno. Sinceramente non so chi sia...

Jungkook camminava nervosamente nei corridoi dell'università, cercando di nascondere la sua agitazione mentre cercava la sua prossima lezione. Fu allora che la vide: una ragazza sola, intenta a guardare il proprio telefono. Sapeva chi fosse, quella ragazza si chiamava Alya.
Si avvicinò a lei e le dedicò un dolce sorriso.
"Ciao, sei nuova?" le chiese imbarazzato.
La ragazza si voltò a guardarlo e annuì timidamente, sembrando incerta sulla ragione del loro incontro.
"Mi chiamo Jungkook" disse lui, cercando di sorridere con un tono calmo. "Ho notato che stavi da sola, e pensavo di presentarmi e chiederti se volessi studiare insieme."
Alya sembrò sorpresa dalla sua offerta, ma accettò comunque di buon grado. Si diressero verso la loro classe, Jungkook che la osservava trattenendo il respiro- era un po' imbarazzato, non era da lui avvicinarsi a una ragazza, aveva poche amiche femmine, anzi, non ne aveva proprio. Ai suoi occhi quella appariva come una nuova esperienza: una parte di lui lo aveva convinto a fare amicizia.
Lei aveva un aspetto molto dolce indossando una maglietta a righe e un paio di jeans. I capelli neri e lunghi scivolavano sulle sue spalle, mentre le guance si arrossivano con ogni parola che diceva. Anche lei doveva essere molto timida.
E fu così che iniziò la loro amicizia, da una iniziativa di Jungkook nata dalla reputazione che tutti raccontavano di Alya. Non gli era stato insegnato a non combattere le ingiustizie e a non trattare tutti con gentilezza.

Jungkook sospirò rumorosamente. Era incredibile quanto tutto girasse attorno al sesso- Jimin stesso continuava a chiedere a Jungkook quali fossero le sue reali intenzioni con Alya. Come se non fosse possibile essere davvero due amici e compagni d'università che si vogliono bene.
— Non mi interessa affatto. Io e lei siamo solo amici oltre che colleghi universitari.
Ed era vero, lui era davvero convinto di quelle parole. Non aveva malizia, non aveva pensato mai a un secondo fine. Il suo era un sincero aiuto che stava prestando alla sua collega nonché amica.
— Vabbè, puoi almeno dirmi il perché di quelle domande?
— Nulla, era solo una mia curiosità.
Poi la vide uscire- era vero, c'era un ragazzo con lei. Guardò bene la scena notando come Alya sorridesse- in un modo che non aveva mai visto. Si copriva la bocca con una mano e spesso spostava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Ci sta provando con quel tizio lì? In una situazione così delicata? Questa ragazza è davvero tremenda oltre che testarda.
Una volta all'uscita Alya salutò Jungkook con un gesto di mano.
— Kook, lui è Hyunshik, è un nuovo studente.

"Lo sai che quella era una studentessa liceale problematica?"
"Jimin, lo sai che io studio con lei?"
"Dovresti cambiare compagna di studi... ancora non capisco perché hai scelto una ragazza, sono io il tuo migliore amico."
"Jimin, è successo perché tutti parlano male di lei, è successo perché per colpa delle persone lei è sola. E poi, sembra molto simpatica, dovresti conoscerla pure tu"

Jungkook lo guardò dalla testa ai piedi- non gli ispirava molta simpatia. Certo, era davvero un ragazzo carino e vestiva pure bene, aveva dei brand di lusso addosso e ciononostante sapeva pure che Alya non stesse guardando quelli.
— Piacere.
— Piacere mio, ehm, Alya? Vuoi che ti riaccompagno a casa? Hai detto che abiti lontano da qui... ed è già buio...
Jungkook sentì il battito cardiaco aumentare.
— Non c'è bisogno, Jungkook mi accompagna a casa.
Il ragazzo fece un finto sorriso e poi sistemare una ciocca di capelli che ricadeva sugli occhi.
— Va bene, certo. Allora io ritorno a casa, ciao a tutti.
Jimin rimase impassibile- era incredibile come Alya lo avesse ignorato. Non aveva completamente calcolato la sua presenza.
— Ciao, Alya. — disse notando la ragazza- per la prima volta dal suo arrivo- rivolgergli uno sguardo. — Ciao, Jimin. — Bene, andiamo? — aveva detto Jungkook intromettendosi. Non voleva assistere a nessuna discussione e sapeva già che Jimin fosse pronto. Il suo amico aveva il brutto vizio di avere sempre discussioni con tutti- in special modo sapeva che Alya non sarebbe rimasta zitta.
La ragazza annuì col capo per poi iniziare a camminare.
— Ciao Jimin, ci vediamo domani. — gli aveva detto di fretta per poi dargli una pacca sulla spalla. Jimin ora si trovava a riflettere sulla sua interazione con Alya e su come si era comportato nei suoi confronti. Dopo tutto il tempo passato ad averla ignorata in modo così secco e deciso, Jimin cominciò a rimuginare su quello che gli era successo. Riflettendoci bene poteva adesso realizzare che forse non aveva avuto molto senso starle lontano solo per le voci che giravano sul suo conto. Così come non aveva avuto senso provare ad allontanarla da Jungkook. Realizzò che non aveva mai davvero preso il tempo di conoscerla a fondo e si chiese se il modo in cui l'aveva trattata in passato fosse stato giusto. Forse aveva giudicato troppo rapidamente la sua personalità e il suo comportamento, senza dare alla ragazza la possibilità di mostrare chi era veramente.
Aish... Kook, mi stai quasi convincendo a fare amicizia con lei. Come fa Diana a essere sua amica? È perché sono coinquiline?

"Passi di nuovo il tempo libero a studiare con lei?"
"Jimin non hai ancora capito che ormai preparo i miei esami solo con Alya?"
"Come diamine fai a stare vicino a una come lei? Me lo spieghi? Meriti una figura migliore"
"Jimin! Pensa a ciò che hai appena detto!!! Come puoi dire una cosa del genere?!"
"Sei sicuro che non ti piaccia?"
"Sì! Non mi piace!"
"Allora va bene così. Non riuscirei a tollerarla come tua ragazza."

Tanti pensieri passano nella testa di Jungkook, c'era un continuo movimento; sensazioni negative, senso di vuoto. Avrebbe voluto dire e fare di più ma era come se fosse bloccato dentro se stesso. Il tragitto fu silenzioso, nessun rumore di passi, nulla di sospetto. Solo una volta raggiunta la destinazione Alya decise di indagare su quello stato d'animo così quiete.
— Kook? É tutto ok?
— Diciamo di sì.
— Come mai "diciamo"?
— Alya, chi era quel ragazzo?

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