I passi della notte;
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Respira. Fai finta di nulla.
All'inizio aveva pensato fosse una sciocchezza. La prima sera piovigginava e il vento faceva frusciare le foglie per terra. La seconda sera si era convinta che fosse solo suggestione. Adesso era evidente, sapeva che qualcuno la stava seguendo. Il suono di passi riecheggiava dietro di lei, regolari, quasi in sincronia con i suoi. La pelle le si accapponò e un brivido le corse lungo la schiena.- manca davvero poco al mio arrivo.
Improvvisamente, svoltò a destra. Non era la strada che percorreva di solito. Ma voleva sapere. Voleva capire.
Silenzio.
Il suono dei passi si fermò.
Alya si costrinse a continuare a camminare, le gambe tese, il cuore che batteva forte contro le costole. Era stata solo la sua immaginazione?
Finalmente raggiunse casa. Appena entrata, chiuse la porta dietro di sé con un sospiro tremante. Non si era mai sentita così felice di vedere le mura bianche della sua stanza.
Diana, la sua coinquilina, non era a casa. Non era mai a casa. Alya aveva imparato a convivere con la solitudine, ma nelle ultime notti quella solitudine era diventata un incubo.
Si lasciò cadere sul letto, gli occhi fissi sul soffitto. Il vento fuori soffiava forte contro la finestra, facendo tremare i vetri. Era sempre stata paranoica, lo sapeva. Ma ora il suo corpo le diceva qualcosa che la sua mente rifiutava di accettare.
C'era qualcuno, là fuori. E stava aspettando.
Una volta aver cambiato strada si rese conto che i passi si allontanarono dal lato opposto al suo: un respiro di sollievo. Allora era solo nella sua testa, giusto?
Una volta arrivata chiuse la porta d'ingresso e si diresse nella sua stanzetta, in realtà avrebbe dovuto condividere la casa con la sua collega Diana- ragazza che non era mai a casa. Alya era sempre sola, situazione che non le dispiaceva più di tanto a parte durante gli ultimi tre giorni. La testa le faceva male- la verità era che fosse stanca da morire dopo quella giornata piena di scambi d'aula e ore buca passate a studiare libri su libri. Gettò lo zaino per terra e si mise a sedere sul letto, sbadigliò rumorosamente per poi sentire il vento soffiare forte contro la finestra- vivere da sola aveva i suoi vantaggi ma anche i suoi svantaggi. Ogni minimo rumore appariva a Alya come un intruso in casa, una paura che aveva da sempre avuto fin da quando era piccola. Il terrore che qualcuno potesse entrare nella sua stanza per un qualsiasi oscuro motivo la terrorizzava; non era la solita paura del buio o il timore di rimanere sola, Alya entrava in paranoia ogni volta che sentiva un rumore sospetto in casa- che fosse lo scricchiolare della porta o il semplice rumore del vento che sbatteva contro la finestra.
Il peggio è passato, adesso devo dormire.
Se lo ripeteva tutte le notti, aveva così paura di chiudere gli occhi e di ritrovarsi in qualche situazione da incubo al punto tale da non voler neanche pronunciare quelle parole ad alta voce. Aveva paura della musica- se avesse coperto il rumore di qualcuno che provava ad aprire la porta d'entrata? Lo stesso valeva per la televisione ma, per qualche strano motivo, non aveva alcun tipo di paura da associare alla luce. Regolarmente spegneva l'intera casa e si metteva a letto, con gli occhi sbarrati, in attesa che il sonno la portasse con sé nel magico mondo dei sogni- completamente al buio.
Si stese sul letto e poco dopo si addormentò per la troppa stanchezza.Quella mattina Jungkook si sentiva pieno d'energie, aveva preso latte e orzo al bar e ora si dirigeva pimpante verso l'università. Doveva incontrare la sua compagna di studio, avevano molto da studiare e all'esame mancava appena un mese. Raccolse i capelli in un codino e con lo zaino penzolante da una spalla si diresse verso l'entrata dell'Università; l'immagine della ragazza dai capelli lunghi e neri lo travolse- quella mattina aveva un'aria rilassata, il giorno prima appariva assonnata e stanca.
— Buondì Alya.
— Buongiorno Kook.
— Ti vedo riposata.
La ragazza sorrise- era vero nonostante l'avvenimento della sera prima. Aveva dormito così tanto al punto di svegliarsi poco dopo il suono della sveglia. Aprire gli occhi quella mattina l'aveva fatta sentire davvero rilassata, non sentiva le palpebre tirare e né lo stomaco sottosopra. — Dovremmo studiare adesso? Manca ancora un'ora all'inizio delle lezioni... — Credo che dovremmo iniziare a capire da dove iniziare a studiare, sai che ancora abbiamo solo informazioni spezzate tra una materia e un'altra. — È vero, vuoi che ci sediamo in biblioteca? — ma quell'ambiente non piaceva molto a Jungkook. Da quando aveva iniziato a studiare con Alya avevano tutti iniziato a spettegolare su di loro, un po' come se tutti sospettassero che i due avessero una relazione. Sarebbe meglio evitare... pensò visualizzando l'entrata del bar in cui era stato quella stessa mattina.
— Hai già fatto colazione?
— Ancora no, perché?
— Andiamo al bar qui dietro? Con la scusa mangi qualcosa e ci mettiamo comodi...
Alya esserì col capo per poi seguire Jungkook verso l'uscita. Molti ragazzi che frequentavano i loro stessi corsi li fissavano- come se studiare insieme significasse essere una coppia. Tutti i compagni di Jungkook erano in coppia fra di loro, quando ai professori vennero dati i nomi delle coppie tutti i suoi amici rimasero un po' stupiti dal fatto che lui avesse volutamente deciso di studiare con una ragazza. Alya non aveva voti altissimi, ma era molto brava a spiegare gli argomenti di cui aveva bisogno; il motivo principale per cui aveva iniziato a studiare con lei era però un po' più complesso. Alya era simpatica, una ragazza carina e anche molto dolce- non riusciva però a piacere alle sue compagne. Non aveva delle vere amiche, le ragazze la salutavano nei corridoi e senza che lei se ne rendesse conto molte fra queste le ridevano dietro, come se avesse qualcosa che non andava bene. Era il mistero della società. Era quel limite oltrepassato che Jungkook non gradiva osservare. Ma c'era molto di più sotto- sapeva che Alya provenisse da un ambiente infelice. Arrivava a due ore dall'università e aveva iniziato a costruire una vita da sola; sua madre era in una clinica, aveva una dipendenza dalle droghe. Le sue sorelle non avevano terminato il liceo e ora convivevano con svariati ragazzi in svariate case popolari. Come faceva Jungkook a sapere tutte quelle cose di lei? I ragazzi parlavano. La prima settimana all'università aveva iniziato a sentir parlare di Alya da un suo compagno di corso- Jimin- ragazzo ricco e influente all'interno di quell'ambiente. Jungkook sentito raccontare da altri ragazzi che Alya fosse una compagna di liceo di Seokjin, un altro ragazzo ricco che aveva vissuto a Seoul solo per gli anni di scuola necessari. Jimin gli raccontò che spesso si presentava a scuola con i lividi e che per qualche strano motivo non riusciva mai a parlare avanti agli altri- questo valeva anche per le interrogazioni. La scuola infatti procedeva con delle interrogazioni private e come testimone c'era sempre Seokjin. Quando ripensava a quelle storie non riusciva proprio a sopportare la finta gentilezza delle colleghe di Alya- non era neppure una battaglia personale, molto semplicemente sapeva che nessuno avrebbe voluto conoscere Alya perché semplicemente tutti sapevano già troppo del suo passato.
— A lei signorina. — scherzò aprendole la porta, lei rise proseguendo avanti e prendendo così posto a un tavolo per due. Si mise comoda per poi guardare il ragazzo avanti a sé sedersi. — Che cosa ti va? — Prenderò un caffè... — Uh! — Ancora non so come non possa piacerti il caffè! — Jungkook rise per poi far cenno al cameriere di avvicinare. Ordinò un caffè, latte e orzo e due crêpes al cioccolato bianco.
A lui piaceva particolarmente vedere Alya sorridere- no perché ne fosse innamorato o ne fosse attratto, è che gli piaceva davvero molto vedere sorridere qualcuno che molto probabilmente aveva vissuto l'inferno nel suo passato.
— Bene... da cosa iniziamo?
— Non lo so... hai il libro di fisica?
— Cazzo! L'ho scordato a casa... ieri per la troppa ansia ho dimenticato di metterlo in borsa...
— Perché "ansia"?
In quel momento arrivarono il caffè e l'orzo con latte. Jungkook le avvicinò la tazzina e prese in mano la sua tazza calda- si mise in posizione d'ascolto.
— Oh, così per dire.
— Ne sei sicura? Non ti vedo molto riposata.
Ormai erano tre mesi che Alya e Jungkook studiavano insieme e avevano parlato sempre del più e del meno, ma non avevano mai argomentato qualcosa di così personale.
— In realtà... ho dormito abbastanza.

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CHI É STATO?
Mysterie / Thriller- Jeon Jungkook, cosa saresti disposto a fare per amore? - Tu non ne hai idea. - - Ascoltami bene, non lo ripeterò un'altra volta, spero che tu lo possa ricordare: non importa qual è la verità, è importante solo ciò che pensano le persone. Adesso p...