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Jimin si svegliò all'interno della sua stanza avvolto da un'atmosfera carica di tristezza

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Jimin si svegliò all'interno della sua stanza avvolto da un'atmosfera carica di tristezza. Le ombre della notte danzavano sulle pareti, mentre il suono del ticchettio dell'orologio sembrava assordante. Il suo cuore era gravato dal peso di una perdita insostenibile, e i ricordi di Diana, la sua amata fidanzata oramai scomparsa, lo tormentavano senza pietà.
Le lacrime si facevano strada dai suoi occhi, scendendo lentamente lungo le sue guance. La ferita della sua anima era ancora aperta, e il dolore lo travolgeva inonde. Come poteva Diana avergli nascosto per tanto tempo l'esistenza di un altro ragazzo? Domande senza risposta lo affliggevano, straziandolo dall'interno.
Era quel genere di cose che credeva non potesse mai accadere.
La sua mente era un turbine inarrestabile di pensieri, che si agitavano come un mare in tempesta. Si interroga su se stesso, su cosa avrebbe potuto fare di diverso, se avesse potuto evitare tutto questo. La rabbia si insinuava in lui, bruciando come un fuoco divorante. Si sentiva tradito e umiliato, ma al tempo stesso si aggrappava a un filo di disperazione, desideroso di trovare un senso in tutto quel caos emotivo.
Jimin si alzò dal letto, le gambe tremanti, e si diresse verso la finestra. Guardò fuori nel buio, sperando che il silenzio della notte portasse con sé una risposta, una spiegazione che potesse lenire il suo tormento. Ma il silenzio era un compagno incomprensibile, offrendo solo un'ombra di consolazione.
Si lasciò cadere sul pavimento, con il viso tra le mani, mentre il pianto gli scuoteva il corpo. Jungkook gli avrebbe detto di dormire, gli avrebbe detto che fare in quel modo sarebbe stato inutile- e sapeva che avrebbe avuto ragione.
Sentiva però il suo cuore straziato, incapace di accettare la realtà che Diana gli avesse nascosto così a lungo il suo tradimento. Ogni singolo ricordo condiviso con lei era una lama che tagliava profondamente la sua anima, portando con sé una marea di dolore.
Eri tutto per me, avevo realmente creduto che tu potessi essere la ragazza giusta per me, sussurrò Jimin, la sua voce soffocata dall'emozione. Come ho potuto essere così cieco? Sono stato ingannato, umiliato. E ora? Dove sei? Non posso nemmeno avere una spiegazione.
Mentre le lacrime rigavano il suo viso, una fiamma di rabbia si accese dentro di lui. La rabbia verso Diana per averglielo nascosto, ma anche verso se stesso per non essersene accorto.

Era stato così felice con lei, e adesso tutto sembrava svanito in un istante e questi non era dipeso da lui, no, non era colpa sua.

Jimin si lasciò andare su una panchina al parco, lasciando che un sorriso di dolce anticipazione si dipingesse sul suo viso. Era il loro primo appuntamento ufficiale insieme e non poteva essere più felice. Guardò l'orologio, impaziente di incontrare Diana. Poco dopo, la vide avvicinarsi con un sorriso radioso.
"Mi hai fatto aspettare a lungo" le disse, fingendo di essere offeso.
"Mi dispiace, ma sono sicura che ne varrà la pena," rispose lei, prendendo la mano di Jimin delicatamente tra le sue. Era incredibile come anche un semplice tocco potesse farlo sentire così vicino a lei.
Si osservarono per un momento, catturando l'intensità del momento. Il parco era un'oasi di tranquillità, con alberi secolari che facevano ombra e un leggero vento che accarezzava le foglie. Jimin si sentiva come se fosse il protagonista di un film romantico.
"Hai portato i nostri libri?" chiese Diana, aprendo la sua borsa e mostrando un libro di poesie.
"Sì, ho pensato che potremmo studiare un po' insieme. E, chissà, forse anche scrivere qualcosa di nostro," disse Jimin, tirando fuori il suo quaderno di appunti.
Si sfiorarono le dita mentre si scambiavano i libri, creando un'intensità ancora maggiore. Jimin aprì il libro di poesie e iniziò a leggere un passaggio delicato sull'amore, con la voce morbida e melodiosa. Diana lo ascoltava attentamente, le sue iridi scure immerse nei suoi occhi. "È così bello come lo leggi," sussurrò, sospirando di piacere.
Jimin sorrise e, senza pensare, iniziò a tracciare delle parole sul suo quaderno. Scriveva una poesia spontanea, ispirata al momento magico che stavano vivendo insieme. Si accorse che Diana lo guardava con occhi pieni di affetto e si sentì pervadere da una dolcezza che non aveva mai provato prima.
"Jimin, sei davvero talentuoso," disse Diana, posando la testa sul suo petto. "Mi sento così fortunata ad essere qui con te."
Jimin avvolse il braccio attorno alle spalle di Diana, apprezzando la sua vicinanza. "Anch'io mi sento fortunato," ammise, il suo cuore colmo di gratitudine.
Continuarono a studiare e a scrivere poesie insieme, lasciandosi andare a dolci risate e a flirteggiare con delicatezza.
Alla fine, quando il parco si illuminò di luci calde, Jimin e Diana si guardarono negli occhi, senza bisogno di parole per capire che quel primo appuntamento era stato un successo.
"Diana," disse Jimin, prendendo il suo viso tra le mani e sfiorando dolcemente le sue labbra con le sue. "Non posso fare a meno di dirtelo... sei speciale per me."
Le guance di Diana si colorarono di un leggero rossore, ma il suo sorriso era radioso. "Jimin, tu sei la persona più meravigliosa che abbia mai incontrato. Non vedo l'ora di continuare a conoscerti meglio."
Si abbracciarono teneramente, imprimendo nella loro memoria quella sensazione di felicità e complicità. Il parco, con le sue panchine e le sue alberi, diventò un luogo incantato che avrebbero ricordato per sempre.

Il ricordo di quella passeggiata romantica e del loro primo appuntamento si radicò nel cuore di Jimin, rendendolo ancora più innamorato di Diana.

Era solo l'inizio della loro storia d'amore, ma quella dolce passeggiata al parco sarebbe rimasta per sempre un prezioso ricordo, un capitolo incancellabile nella loro relazione.

Le ore scivolavano via, il chiarore dell'alba si faceva sempre più intenso. Jimin si alzò lentamente dal pavimento, un misto di determinazione e vulnerabilità negli occhi. Si accorse che doveva trovare la forza dentro di sé per andare avanti. Non sarebbe stato facile, ma era l'unico modo per guarire e ricostruire la sua vita.

Si avvicinò a una scrivania vicina, afferrò una penna e un quaderno. Le parole si materializzarono sulla pagina bianca mentre Jimin iniziava a scrivere. Scriveva dei suoi ricordi, dei suoi sentimenti e delle sue domande senza risposta. Era una forma di catarsi, un modo per liberarsi dalle emozioni che lo assalivano.
Mentre le prime luci del mattino si diffondevano nella stanza, lui si sentiva leggermente sollevato. Aveva ancora molta strada da fare per guarire, ma il processo di elaborazione dei suoi sentimenti aveva appena iniziato. Ora poteva iniziare a ricostruire se stesso, a trovare la forza per andare avanti e a sperare in un futuro, con l'aiuto di Jungkook e con la possibile amicizia di Alya.

Era stata una serata autunnale, i fogli degli alberi danzavano nell'aria come piccoli confetti dorati. Jimin e Diana erano seduti su una panchina nel parco, le foglie croccanti sotto i loro piedi, mentre l'atmosfera si impregnava di dolcezza e tenerezza.
Jimin prese una profonda boccata d'aria, cercando di contenere l'agitazione che serpeggiava dentro di lui. "Ti amo," disse con voce tenera ma decisa. "Ti amo più di ogni altra cosa in questo mondo."
Diana rimase senza parole per un attimo, le sue labbra si aprirono leggermente in un'espressione di sorpresa. Jimin poté vedere negli occhi di Diana un turbine di emozioni: felicità, stupore e incertezza si mescolavano in un'unica sinfonia.
"Jimin..." riuscì a dire finalmente, la sua voce un sussurro. "Io... non so cosa dire."
Jimin afferrò la mano di Diana, stringendola delicatamente. "Non devi dire niente, Diana. Volevo solo dirti quanto sia importante per me. Mi hai rubato il cuore fin dal primo momento in cui ti ho vista."
I loro sguardi si incrociarono, e Jimin poté vedere che le lacrime si stavano formando negli occhi di Diana. Non erano lacrime di tristezza, ma di gioia e commozione.
"Davvero?" chiese Diana, la sua voce appena un sussurro.
Jimin annuì con dolcezza. "Davvero. E non importa cosa succederà, sarò qui per te, sempre."
Un sorriso radioso si spense sul volto di Diana, mentre lei si avvicinava a Jimin e lo abbracciava con forza. "Anch'io ti amo, Jimin," disse lei, la sua voce piena di amore e gratitudine. "Sei la cosa più preziosa della mia vita."

— Vaffanculo a me, fidarmi di lei è stato il mio errore più grande.

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