"se lei esiste, esiste il mio dolore; se lei non esiste più, non esiste più il mio dolore"
...
Il telefono di Jungkook vibrò trascinandogli in bocca un forte sapore di amaro. Lesse il messaggio dalla schermata delle notifiche, era Alya, "L'indirizzo non è quello che ti ho mandato..." e come avrebbe fatto a spiegarle che lo sapeva già? Jimin ticchettò la sua spalla con due dita invitandogli a nascondere il cellulare.
So che non è l'indirizzo che ti ha dato e forse Jimin ha ragione, c'è qualcosa che non va in lui. Poi i passi silenziosi sull'asfalto mentre il tempo li inghiottiva e il sole spariva velocemente lasciandoli quasi al buio. Il rumore delle strade si era placato un po', ormai stava per arrivare il silenzio.
"Dialoghiamo da un'altra parte, ok?"
Aprì una chat segreta su un'altra applicazione.
"Mandami dei messaggi cancellabili, non vorrei che lui leggesse la nostra conversazione."
"Va bene, per favore però, teniamoci in contatto."
— Ricordami qual è l'indirizzo che ti aveva detto... — sussurrò Jimin sollevando gli occhi al cielo. — Mi ha detto che è sbagliato... lei se n'è accorta... — risponde Jungkook continuando ad avere uno sguardo vigile. — Questo non è un buon segno — Lo so, Jimin.
Quando finalmente videro Alya e Hyunshik entrare dentro la suddetta abitazione i due poterono finalmente confrontarsi. Uscire dall'università senza dare nell'occhio e seguirli fino a quel punto era stata un'impresa- Jimin non era solito a prendere quel tipo di iniziative. Seguire il suo istinto era ormai diventata un'abitudine, i loro cuori palpitavano dall'agitazione.
— E ora che sono dentro? — domandò Jungkook fissando con occhi preoccupati l'amico.
— Non ne ho idea.E mentre le loro menti continuavano ad elaborare possibili spiegazioni sul perché l'indirizzo dato a Alya fosse errato quest'ultima stava attraversando il lungo corridoio dell'abitazione di Hyunshik.
— Abiti in una via diversa da quella che mi hai detto...
— In realtà so già che hai dato il mio indirizzo ai tuoi amici. Ma non preoccuparti, non mi interessa molto. Piuttosto, cosa volevi chiedermi riguardo a una tua amica? Di chi parlavi?
Un'ondata gelida le percorse la schiena- c'era un puntello di amarezza in quella frase, quasi come se ne fosse deluso. Le pareti erano bianche pallide un po' come il volto del ragazzo e le luci non illuminavano granché- sembrava tutto così spento e angosciante. I pavimenti scricchiolavano e se non fosse già abbastanza il rumore di una pellicola in plastica faceva eco durante il tragitto- non era certamente una struttura nuova e questo fece squillare un nuovo campanello di allarme nel cervello della ragazza. Prese il cellulare e iniziò velocemente a ticchettare sulla tastiera per inviare un messaggio a Jungkook. "C'è qualcosa di strano, mi sento molto a disagio. Se ti invio la posizione potresti raggiungermi? Troverò una scusa." e attimi dopo la mano gelida di Hyunshik raggiunse il suo polso destro costringendola a stringere il telefono con la mano sinistra. I loro sguardi si incrociarono e per un attimo Alya pensò a come scappare da quel posto e via da lui.
— C'è qualcosa che non va?
— No, va tutto bene. Perché mi hai afferrato il polso?
Hyunshik allentò la presa invitandola a seguirlo con un sorriso appena accennato sulle labbra.
— Nulla di che, sei proprio carina quando fai le domande. — le fece cenno di accomodarsi in salotto. Sedette sul divanetto nero ricoperto da un telone in plastica.
— Come mai sia per terra che sul divano c'è questo telo in plastica?
— Sto facendo... dei lavori. Ecco tutto! Gradisci qualcosa da bere?
— Non ho molta sete.
— Vuoi un succo? Dell'acqua? Del soju? Non essere timida!
— un po' di succo, allora.
Il ragazzo annuì e non appena la lasciò sola Alya riprese in mano il telefono. Perché non risponde...?
"Ti inverò la posizione, Va bene?"
"Alya, stai tranquilla. Se c'è qualcosa che non va chiamami subito."
"É che non voglio stare qui dentro, é strano."
"L'ho capito, hai deciso tu di andarci."
Nascose il telefono non appena Hyunshik fece ritorno portandole un bicchiere di succo alla pesca.
— Ecco a te.
— Grazie...
— Bene, vuoi parlare di qualcosa, allora?
— In realtà sì...
— Di cosa?
— É che, non so se posso chiedertelo...
— Dimmi pure.
— Tu... conosci Diana, vero?
Lo sguardo negli occhi di Hyunshik cambiò. Non sembrava per nulla contento di sentire il nome della sua amica- fu un fulmine a ciel sereno.
— Come mai me lo chiedi?
Pensa... che scusa potrei inventarmi?
— Perché mi ha spesso parlato di te, me ne sono resa conto solo dopo averti conosciuto. Non vorrei ci fosse un fraintendimento.
— Oh, sì. La conosco, cosa ti ha detto di me?
— Nulla di che...
— Non sembra una domanda molto spontanea, Alya.
— Cosa intendi?
Il ragazzo sospirò rumorosamente per poi scuotere il capo per esprimere dissenso.
— Cosa ti ha detto di me?
Cosa dovrei dirgli? Dovrei essere più diretta? Cosa mai potrebbe accadere?
— Stavate insieme, giusto?
Di istinto Alya afferrò il bicchiere nell'attesa di ricevere una risposta notando come Hyunshik si stesse visibilmente agitando stringendo le mani con forza.
— No, come mai me lo chiedi?
— Perché lei mi ha parlato molto di questo, volevo solo capire...
— Capire cosa?
Non sembra essere molto tranquillo... cosa posso inventarmi?
— Ehm... niente, l'ho detto per dire.
Questo succo é un po' salato.
Ci fu un silenzio tombale. Hyunshik non sembrava più così gentile come quando lo era all'università, non sembrava più solare e divertente. C'era come qualcosa di oscuro in lui che adesso premeva sulla voglia di Alya di lasciare quella casa.
— Va bene, ok. Dovrei essere sincero? Sì, eravamo in una relazione. Ma è stato complicato.
— Perché lei è fidanzata?
— Sai già le risposte o me lo chiedi perché vuoi sentirtelo dire?
— No, vabbè... cambiamo argomento.
— No, non c'è bisogno. Lei era fantastica ma anche inutile. Non riusciva a prendere una decisione, all'inizio non provavo nemmeno così tanto interesse, lei però è stata la prima a dimostrarsi gentile ed era pronta a rischiare per interessarsi a un tipo come me. Mi sembra stanai che tu non sappia queste cose se lei ti ha davvero parlato della nostra relazione...
— Oh, sì! Sì! É che... non la sento da un po'. Sai per caso dirmi quando é stata l'ultima volta che l'hai vista o sentita? Sai se ti ha detto che andava da qualche parte... oppure non so.
— No.
— V-Va bene...
L'impulsivo di afferrare il cellulare e di chiedere a Jungkook di andarla a prendere cresceva dentro di lei così come cresceva una forte nausea improvvisa. Sentì pian piano i suoi occhi chiudersi. Le palpebre erano molto pesanti e a stento riusciva a mettere in ordine i pensieri- vide però chiaramente Hyunshik avvicinarsi a lei per poi afferrarle nuovamente un polso.
— Stai bene?
Si distaccò improvvisamente provando a spostarsi il più possibile.
— Sì sto benissimo...
La voce gli rimbombava come un eco nella testa- era come se sta per perdere i sensi. Controllò il telefono leggendo a pelo dei messaggi. Mise il telefono in tasca per poi portare una mano alla testa.
" tutto bene? State parlando?"
"Perché non mi rispondi?"
"Esci."
Si mise in piedi provando a non perdere l'equilibrio. Hyunshik fece lo stesso rimanendo a guardarla a braccia conserte con un ghigno in viso.
— Che cosa mi hai fatto bere?
— Del succo.
— Dimmi la verità.
— Prima aspetto che ti stordisca bene.
Dopo quelle ultime parole Alya si voltò velocemente provando goffamente a raggiungere la porta d'uscita. Ho sbagliato, non avrei dovuto arrivare fin qui. Ho sbagliato tutto, Jungkook aveva ragione. Venne afferrata per i capelli per poi essere lanciata indietro. Alya sbatté la testa contro la parete per poi rimbalzare per terra.
— Sapevo che prima o poi mi avresti fatto delle domande simili, iniziavi anche a piacermi un po'. Pensavo che avvicinandomi a te non avresti creato problemi, ma sei evidentemente come lei, sei un problema inutile.
Respirò affannosamente afferrando la testa fra le mani.
— JUNGKOOK!
— Dopo che gli hai inviato un indirizzo errato non credo proprio che quello stupido possa sentirti.
Le tirò un calcio allo stomaco facendola piegare dal dolore. Nella confusione il tavolo fronte al divanetto si ribaltò facendo cadere per terra il bicchiere in vetro rompendosi in mille pezzi. Alya riuscì ad intravedere un barlume di speranza, si accovacciò per terra, allungò il braccio e afferrò un pezzo di vetro tenendolo stretto fra le mani. Il ragazzo si avvicinò a lei e senza perdere tempo lo puntò su di lui colpendolo poi alla gola. Hyunshik cadde per terra tenendo stretto con una mano il collo- nel mentre Alya tirò fuori dalla tasca il telefono componendo il numero di Jungkook.
— Alya? Ho sentito urlare.
— V-Vieni dentro.. per favore..
— Come dovrei fare entrare?
Poi un urlo.Jungkook tenne stretto in mano il telefono fissando Jimin a occhi spalancanti.
— Resta qui e aspettami.
Gli ordinò per poi correre verso la porta di entrata. Provò inutilmente ad aprirla notando poi più avanti una finestra semiaperta che affacciava sulla cucina, si diresse lì e forzò l'apertura fino ad entrare.
— ALYA?!
— Jungkook...
Percorse la cucina sentendo la voce fina e debole della ragazza. Raggiunse il salotto trovandosi avanti l'orrida scena di Alya con le spalle al muro con le mani sporche e il corpo di Hyunshik per terra in un bagno di sangue. Restò in silenzio, prese il cellulare.
"Jimin, cielo sereno."
"É tutto ok?"
"Sì, tutto ok. Ho del mal di pancia. Adesso torna a casa, va bene?"
"Davvero? Devo tornare a casa?"
"Sì. Cielo sereno. Studieremo insieme domani."
"Studiare? Ah, va bene. A domani."
Fece oscillare lo sguardo fra Alya e la stanza circostante.
— Alya.
— T-Ti giuro io non volevo farlo...
— Alya, respira.
Le tremavano le mani e le gocce di sudore le avevano bagnato il colletto della divisa universitaria.
— I-Io... credimi...
— Calmati!
![](https://img.wattpad.com/cover/340959907-288-k790101.jpg)
STAI LEGGENDO
CHI É STATO?
Mystery / Thriller- Jeon Jungkook, cosa saresti disposto a fare per amore? - Tu non ne hai idea. - - Ascoltami bene, non lo ripeterò un'altra volta, spero che tu lo possa ricordare: non importa qual è la verità, è importante solo ciò che pensano le persone. Adesso p...