⚠️⚠️Capitolo PIENO di Trigger Warning. Leggere con cautela⚠️⚠️
CAPITOLO 10
Milo gli si siede accanto, non troppo vicino, ma neanche lontano. Gli porge una tazza, ma quando vede che Nicolas non la prende, si limita a poggiarglielo davanti, a terra.
Non gli dice niente, e a Nicolas la cosa non può che far piacere. Non ha molta voglia di parlare, spiegarsi, cercare di farsi capire. In fondo, la maggior parte delle volte non ne è neanche in grado.
Ancora si chiede che cuore enorme abbia Milo per averlo accolto in casa dopo averlo svegliato con una chiamata a mezzanotte passata, senza insistere quando si è accorto che non era in grado di rispondere. Si è limitato ad aprire il divano-letto, perché non ha un altro posto dove farlo stare, e prepararlo per la notte.
Nicolas non ha dormito, non l'ha nemmeno usato. Milo la mattina dopo l'ha trovato seduto a terra, nascosto dietro il divano, all'angolo che formava con il muro. Quasi al buio, se non per la porta-finestra che lasciava entrare la luce dalle tende che si era scordato di chiudere.
Anche quella seconda mattina si è fatto trovare nella stessa posizione, se non per il cellulare stretto in mano e gli occhi arrossati, non tanto per il pianto quanto per averli sfregati con cattiveria.
Quella mattina però non c'è alcuna luce che filtra dalla finestra, il cielo è coperto da nuvoloni neri e, a giudicare dai tuoni e dai lampi, presto pioverà.
"Oggi ti senti di parlare un po'?" gli chiede l'amico.
Nicolas stavolta annuisce, prende la tazza e si alza, raggiungendo il divano.
La casa di Milo è minimale, niente oggetti eccentrici, niente colori... beh, niente colori e basta. È tutto sul beige o marroncino, sia il mobile su cui è poggiata la piccola tv, sia la libreria. E l'angolo cucina, lì di fianco all'entrata, è forse l'unico tocco di colore di tutta la casa, con quel rosso lucido. Peccato che fosse già arredato, quando Milo l'ha presa, e quindi non è stata una sua scelta. Tutto il resto è incredibilmente neutro.
Forse potrebbe sembrare triste, a guardarsi intorno la prima volta, ma Nicolas ha sempre trovato che descriva bene l'amico. Tranquillo, pacato, odia stare al centro dell'attenzione e farsi notare troppo. Però non è una persona triste, Milo, anzi gli anni di bullismo di elementari e medie gli hanno regalato un carattere solido e anche se qualcuno giudica ancora quel fisico un po' robusto, Milo riesce a farsi scivolare tutto addosso, a sorridere e ad essere gentile con tutti.
Nicolas lo stima, e sarà sempre il suo porto sicuro. Milo non l'ha mai fatto sentire giudicato, non l'ha mai ferito neanche per sbaglio, non l'ha mai fatto arrabbiato. È l'unico a cui ha raccontato di sua bocca quello che gli è successo.
E l'unica cosa che riesce a sperare è che possa continuare così per sempre.
Perché ha bisogno di Milo più di quanto possa pensare.
"Scusami per averti svegliato l'altra sera."
"Non dormivo ancora," alza le spalle Milo. "Quindi non è un grosso problema, ma perché sei andato via di casa se c'era Liam? Che ti ha fatto?"
"Come fai a dire che c'era?"
"Ho visto la macchina, Nicolas."
"Ah. La macchina," Nicolas sospira. "C'era anche Michele."
"E da chi è che stai scappando da due giorni?"
Nicolas non risponde. Vorrebbe dire che non sta scappando, perché dovrebbe? Ma non è così, visto che è proprio quello che sta facendo.
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Untouchable love
Storie d'amoreQuando ha iniziato il suo percorso all'università, cinque anni prima, Nicolas non pensava che sarebbe mai riuscito a convivere con qualcuno. O, per meglio dire, era certo che nessuno avrebbe potuto sopportare le sue stranezze. Non tanto il suo modo...