CAPITOLO 12
Liam ha capito poco di quello che è successo, è stato veloce o forse lui era distratto.
Michele ha continuato a prenderlo in giro per tutto il tempo, sasso dopo sasso, mentre lui si voltava verso Nicolas per controllare che andasse tutto bene.
Non che non si fidasse di lui, come ha già detto. Ma l'ha visto tremare fino ad un attimo prima e anche se è sembrato stare bene, considerando che sono in mezzo alla gente, vuole accertarsene.
È fiero che Nicolas sia riuscito a venire lì, ma forse non è la vacanza adatta a lui.
Le spiagge sono sempre affollate, e per quanto Nicolas abbia dimostrato ampiamente di impegnarsi e di star migliorando molto in fretta, non è il posto ideale per qualcuno che soffre di afefobia.
Non a quell'ora.
Non ha visto il ragazzino che ha sbattuto contro Michele, ma l'ha visto vacillare e allungare il braccio per afferrare lui. Ma la roccia è bagnata, e scivolosa, e prima di accorgersene anche se gli ha preso la mano è caduto giù.
E forse si sarebbe trascinato dietro anche lui se... se Nicolas non gli avesse afferrato l'altro braccio.
Tirandolo in avanti.
Verso di lui.
Per poi lasciarlo in tutta fretta e cadere indietro a sua volta. In un bagno di sudore.
E non per il caldo.
"Scusi signore!" urla in tutta fretta il ragazzino, senza nemmeno fermarsi. Qualcuno però si ferma, è gentile e allunga una mano verso Nicolas, per ritirarlo su.
"Si è fatto male? Qui si scivola facilmente!" afferma la donna, ma Nicolas è più preoccupato a respirare per ascoltare. "Va tutto bene?"
"Signora," esclama quindi Liam, cordiale. "È molto gentile, ma è tutto a posto."
"Ne è sicuro? Secondo me ha bisogno di un medico."
"Sono io il medico," mente, ma alla fine la signora la spallucce e se ne va, forse decidendo che tutto sommato non è affar suo.
Non è il posto ideale per avere un attacco di panico, ma per fortuna la maggior parte delle persone non sembra minimamente interessata a loro, e si limita a superarli e a passargli attorno.
Non avrebbe mai immaginato nemmeno con la sua più fervida immaginazione che Nicolas potesse afferrare e toccare volontariamente una persona, neanche per aiutarla. Non per cattiveria, ma è una cosa che sa che lo fa stare male.
E infatti...
"Nicolas, hai aiutato Michele, sai? Va... va tutto bene," mormora quindi, desiderando poterlo afferrare, "Nicolas..."
"Nicolas, respira e conta insieme a me, va bene?" si intromette Michele. Non si è neanche accorto che si fosse avvicinato di nuovo a loro.
"Stai bene tu?"
"Sì. Ssh," scosta la mano davanti al suo viso, come per zittirlo. "Nicolas sei stato molto coraggioso. Ti ringrazio."
Nicolas non risponde, chiude gli occhi e per un attimo si piega in avanti e sembra sul punto di vomitare. È pallido e trema ancora. Anche lui penserebbe a chiamare un medico, se non sapesse che cos'ha.
Quello non è comunque il posto ideale.
Dovrebbero portarlo via. Ma se lo prendesse di peso, sarebbe solo peggio.
"Nicolas, noi siamo qui. Non ti succede niente," sta continuando a dire Michele. "Prendi un bel respiro. Coraggio. Bravissimo."
Liam si alza. Sente Michele contare ad alta voce, in modo che Nicolas possa seguirlo.
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Untouchable love
Roman d'amourQuando ha iniziato il suo percorso all'università, cinque anni prima, Nicolas non pensava che sarebbe mai riuscito a convivere con qualcuno. O, per meglio dire, era certo che nessuno avrebbe potuto sopportare le sue stranezze. Non tanto il suo modo...