Capitolo 3

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CAPITOLO 3



Nicolas non riesce a smettere di pensare a come potrebbe essere questo Michele di cui Liam non gli ha più parlato.

Ha davvero senso incontrarlo? Sa perché alla fine ha accettato, e sa che non è per bontà o mera curiosità. È arrabbiato. E vuole sapere chi è, perché sa che glielo porterà via, presto, e lui non è lì per fermarlo ma almeno per vedere se se lo merita.

Anche se non lo vorrebbe. Vorrebbe tenerselo per sé, Liam, non dividerlo con nessuno. Ama lui, ha detto, e quindi perché dovrebbe farlo?

Ma sa anche che è colpa sua, perché è lui che non riesce ancora a sbloccarsi. Nonostante tutto, è ancora lì che trema e reprime la nausea quando qualcuno fa anche solo il gesto di toccarlo.

Ma anche così, Liam ama lui. È suo.

E' questo l'amore, no? E' egoismo.

Proprio come ha sempre pensato. È egoismo, l'amore, e quindi deve esserlo anche il sesso.

Vuole Liam ma non vuole che lui lo tocchi. Ma sa che Liam non può vivere così.

Per questo incontrerà Michele.

Forse così riuscirà a mettersi il cuore in pace.

Possono essere amici, come gli ha detto lui stesso, questo nessuno glielo può impedire. E alla fine, tutto sommato, non cambia niente da come stanno vivendo adesso, se decide di accontentarsi di quello che ha.

"Continuo a dire cose in contrasto fra loro," brontola ad alta voce, continuando a versare i croccantini nelle ciotole dei gatti, che miagolano il loro consenso.

Scuote il capo, si alza e allunga le braccia verso il soffitto. Non può decisamente rimanere ancora in quella casa, diventerà pazzo per davvero.

Un po' avrebbe voglia di andare dalla sua psichiatra, la vede molto più di rado ma può prendere comunque appuntamento.

È convinto di essere migliorato tanto da essere in grado di vivere completamente da solo,ma forse sarebbe il caso di prepararsi all'eventualità che Liam se ne vado, iniziando a chiedere aiuto. In fondo, Liam dice di no, ma chi può dire come andrà questo fantomatico, folle incontro.

Si sfiora le cicatrici che ha sulle braccia e sospira.

Sì, lo farà.

"Vado a correre," urla verso l'altra stanza, da cui spunta Liam, i capelli scombinati sulla fronte ancora umidi dalla doccia.

"Ma fa caldo a quest'ora," gli dice, "Dovresti andare quando rinfresca."

Nicolas annuisce, sa che ha ragione. È primavera ormai e la temperatura inizia a cambiare, fa già caldo e sa che dovrebbe aspettare la sera per andare a correre o farlo di mattina presto, per non rischiare un colpo di calore.

Ma non lo fa né per tenersi in forma né per sfogare lo stress giornaliero, quel giorno, lo fa perché se non esce in quel momento esatto e non trova un modo per buttare fuori tutto il nervosismo che ha, quando vedrà Michele quella sera sarà teso come una corda di violino.

E non vuole.

"Fa lo stesso. Stasera non posso, quindi ci vado adesso," decide quindi, infilando le scarpe che usa apposta per correre.

Michele sarebbe arrivato a casa loro proprio per cena, sotto invito di Liam, quindi dopo un'ora e mezza, sudato anche in luoghi che non sapeva potessero sudare così tanto, torna a casa e si infila in doccia senza nemmeno controllare dove fosse l'altro.

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