~ POV NICEA ~
Ha menzionato qualcuno, qualcuno che gli deve un favore.
Mi chiedo chi sia questo individuo misterioso, che sia un vecchio amico o qualcuno che ha incantato?
Non posso saperlo, questo mi porta a desiderare di potergli leggere la mente a mia volta.
Ho notato i suoi occhi lucidi mentre parlava della guerra a Ignis.
Mi piacerebbe poter leggere la storia della sua vita prima di adesso, come in un libro.
Chi è che ha perso la vita?
Chi è che credeva di non amare?
«Nicea?»
«Sì?»
Camminiamo da ore ormai, spero mi chieda di sederci o che mi annunci di essere arrivati.
«Sei stanca? Credo di aver sentito addirittura il tuo stomaco brontolare.»
In effetti comincio a sentire la mancanza dei cesti ripieni di formaggio e dei pranzi portati da Reynold.
«Te lo sarai immaginato.»
«Ti sorprenderà ma il mio udito è ancora funzionante.»
Sospiro. «E va bene, sono affamata.»
Leon si sfila lo zaino dalle spalle e tira fuori una latta che sembra contenere zuppa.
«Non è un manicaretto ma placherà la fame, sai accendere un fuoco?»
È il momento di mettere in mostra le mie capacità.
«Qual è il tuo piatto preferito?»
«Lo stufato di manzo, quello piccante. Conosco qualcuno che sapeva cucinarlo alla perfezione. Non sai cosa darei per poterlo mangiare un'ultima volta.»
Mi faccio passare la latta e la stringo tra le mani, provo a usare il ricordo di Leon per crearne una copia accurata e dopo qualche secondo, la latta si trasforma in una pentola di stufato.
«Come hai fatto?»
Leon mi guarda stupito.
«È la magia di cuori, ho usato il tuo ricordo per tramutare quella zuppa nel tuo amato stufato. Provalo, spero ci assomigli almeno in parte.»
Tira fuori dallo zaino dei cucchiai e me ne passa uno, poi si porta il cibo alla bocca e mi rivolge un altro sguardo sconvolto.
«È...è davvero buono. Proprio come lo faceva lui.»
Lui? Chi è lui?
«Questa è la magia di cuori. Come vedi l'amore non deve essere rivolto solo verso una persona, va bene anche un oggetto.»
Assaggio anch'io e mi rendo subito conto si tratti di una zuppa di Ignis.
È piccante, sento le fiamme sulla lingua.
«Lo senti? Potresti addirittura assaporare Ignis.»
Io sorrido. «Chi la cucinava?»
«Si chiamava Davian, faceva parte dell'esercito. Purtroppo ha raggiunto i miei compagni troppo presto.»
Qualunque cosa nella vita di Leon mi mette una gran tristezza, non capisco come riesca a sorridere e scherzare ancora.
«Davian era un ottimo cuoco, forse è stato il suo ricordo a rendere la mia illusione così somigliante all'originale.»
Ingoia un altro boccone, poi si pulisce il viso e mi ringrazia.
«Grazie, per questo. Volevo che sapessi che siamo quasi arrivati.»
A Illèa le cose iniziano a farsi serie ma sono felice di essere arrivata, non sarei riuscita a camminare ancora per molto.
«Come vuoi procedere? Vuoi eludere i controlli?»
«Tu non li eluderai, mi aspetterai dove ti dico e non ti farai notare.»
«E tu come entrerai?»
«Il cambio delle guardie, quando si fa buio, sfrutterò quel momento», spiega.
Mi limito ad annuire, sa quello che fa, non devo temere.
Dopo aver finito di mangiare, camminiamo in silenzio per un po', Leon sa essere di poche parole e sono sempre io a rompere il ghiaccio.
«L'hai mai cercata?»
«Chi?»
«La persona in grado di spezzare la maledizione, non hai mai desiderato trovarla?»
Leon scuote il capo. «Non esiste, ne sono certo.»
«Le streghe non mentono.»
«E i vampiri non succhiano sangue, per favore Nicea...»
«Dico sul serio, è raro che una strega menta, sopratutto se si tratta di profezie, forse dovresti cercarla se non lo hai già fatto.»
«Non la cercherò, ho già deciso, rivoglio la mia vecchia vita.»
«Se è quello che vuoi...»
Cala di nuovo il silenzio per qualche istante ma stavolta è lui a parlare. «No, a dire il vero, l'ho cercata.»
Mi fa piacere si apra con me, so che sarà tutto vano, quando tornerà nel passato lo dimenticherò insieme a tutti i suoi segreti, forse è proprio questo il motivo per cui me li sta raccontando.
«E perché hai rinunciato?»
«Ho solo ucciso persone innocenti.»
«Morire per amore è nobile.»
«Moriresti per Xavier?»
La domanda mia spiazza, non ci avevo mai pensato.
«Non lo so, perché me lo chiedi?»
«Per farti capire che le persone non muoiono per amore, non volontariamente.»
«Chi ha il cuore nobile, sì.»
«Allora non hai un cuore nobile, è questo che intendi?»
«Non abbastanza...»
«O forse non sei abbastanza innamorata.»
Non mi era mai capitato ci dubitare dei miei sentimenti per Xavier, negli anni sono diventati la mia unica costante.
«Non ho tanta esperienza quanta ne hai tu.»
«Non serve avere esperienza per saper amare, ami e basta, ama e basta, prima che qualcuno te lo impedisca.»
Me lo dice con un tono che somiglia più a un rimprovero.
«Spero nessuno me lo impedisca se devo essere sincera.»
«Il mio è solo un consiglio.»
«Tu piuttosto, perché non sei mai entrato a far parte della corte?»
«Non sono un mago di cuori ma ho dei poteri, dei poteri che alla corte non piacciono proprio. Come potrei anche solo pensarci?»
«Hai ragione.»
D'improvviso Leon indietreggia di qualche passo. «Lo vedi quello?»
«No?»
«Lo immaginavo», sussurra mentre mi stringe la mano e affretta il passo.
«Che cos'è?»
«Corri e non voltarti», ordina.
Comincio ad allontanarmi ma non vedo nulla che potrebbe ferirci o seguirci, perché correre?
«Vuoi dirmi da cosa scappiamo?»
«Nicea, non voltarti.»
«Che succede se lo faccio?»
Mi stringe le spalle e per pochi secondi mi guarda negli occhi. «Devi fidarti e correre, senza voltarti, capito?»
Comincio a correre, più veloce e lontano da quella minaccia invisibile.
Provo a guardarmi intorno, scorgere qualcosa o qualcuno ma niente, non vedo nulla.
«Non fermarti!»
E così faccio, corro e mi fido del ragazzo meno affidabile di Poleis.
Continuo a correre fino a varcare la soglia del confine di Valerian ed entrare a Illèa.
«Qualcuno non ci vuole qui.»
«Qualcuno chi?»
«Taci e corri, altrimenti ti troverà.»
«Chi ci troverà?»
«Non lo so! Non lo so Nicea!» Sbotta Leon.
Non faccio in tempo a raggiungere l'entrata della città che qualcosa mi afferra, non riesco a vedere cosa sia ma percepisco una lama, fredda e che squarcia la mia pelle.
Rallento e mi tasto la spalla, sanguino.
«Cazzo!» Sento Leon imprecare e poi lo percepisco, l'individuo misterioso, mi parla: «Sta' lontana da lui.»
Rimango sbigottita, Leon si avvicina a me e prova a scuotermi. «Nicea? Stai bene? Cosa ti ha detto?»
Scuoto il capo confusa. «Chi diamine era? Perché non riuscivo a vederlo?»
«Magia d'ombre, impercettibile per gli umani», spiega contemplando lo squarcio sulla mia spalla.
«Mi ha detto...di starti lontano», biascico.
«Cazzo, ci hanno scoperto.»
«Che intendi?»
I suoi palmi mi stringono le guance. «Non ho tempo per spiegarti, devi medicarti la spalla, non puoi sanguinare così, non ti faranno passare i controlli.»
«Che diamine era? Un avvertimento?»
«Te l'ho detto, non ci vogliono qui Nicea.»
«Come sanno che sei qui?»
Leon mi zittisce, «Fa' silenzio, hai delle bende?»
Gli indico il mio zaino e lui lo sfila con delicatezza.
«Te la fascio, la copriremo con una giacca e così passerai i controlli.
Quando sarò riuscito a entrare la medicheremo, capito?»
Annuisco e in silenzio attendo che mi fasci la spalla.
«Ti do questa, è una chiave magica, ti porterà dove voglio che tu vada.»
«Come?»
«Ti riconoscerà, sa che sei una strega.»
«Che succede se non riesci a evadere i controlli?»
Leon ridacchia,.«Io non fallisco mai, ti raggiungerò in men che non si dica.»
Rimette in ordine il mio zaino e lo appoggia sulla mia spalla ancora sana.
«Riesci ad arrivare al cancello?»
«Suppongo di sì.»
«Allora va', ci vediamo dentro.»
Mi fa un occhiolino e io mi allontano.
Arrivo a fatica ai cancelli d'entrata, la spalla mi brucia e non vedo l'ora di avere un attimo di calma.
Le guardie all'entrata non mi guardano neppure in faccia e mi lasciano entrare, se sapessero chi sono, quale magia pratico, non ci penserebbero due volte a giudicarmi eretica.
Tiro fuori la chiave di Leon dalla tasca e prego mi aiuti a orientarmi.
«Fa' che funzioni...»
La chiave pare illuminarsi e mi mostra un percorso, non posso far altro che fidarmi.
Mi fa passare attraverso vicoletti bui per poi smettere di brillare dinnanzi un portone.
«È qui che vuoi che entri?»
Provo a inserirla nella serratura e si apre, sono sollevata.
Mi chiedo che posto sia, sembra una casa come un'altra.
Mi prendo del tempo per esplorare, dopotutto il sole è ancora alto, Leon non arriverà prima della mezzanotte.
Nel salone, mi colpisce la moltitudine di giornali accatastati sul tavolo; cerco di spulciare un po' e tutti riportano la stessa notizia: Il conte dal cuore di ghiaccio ha spezzato un nuovo cuore.
«Li hai conservati tutti...»
Levo la giacca e spero che la ferita abbia smesso di sanguinare. Potrei tentare una magia di guarigione ma non sono mai state il mio forte e vorrei evitare di peggiorare la situazione.
La giacca è macchiata all'interno e lo stesso vale per la mia maglietta.
Non so dove trovare alcol e bende pulite dunque, aspetto il suo arrivo tentando di rimanere lucida.
Affisse alle pareti ci sono delle foto ornate da cornici, in alcune compare Leon, prima vicino ad una ragazza, poi accanto a dei ragazzi dell'armata.
In quelle foto sembra felice, ha una luce diversa in volto, totalmente differente da quella che ha adesso.
La camera da letto manca di mobili, c'è solo un letto, un armadio e uno specchio.
Le finestre sono chiuse, sbarrate con un' asse di legno e un'affissione "NON APRIRE LA FINESTRA".
Non la apro, chissà perché questo divieto.
La cucina è quasi vuota, ci sono solo cibi in scatola nascosti nelle dispense e le piante sul davanzale sono morte, i petali dei fiori ricadono nel lavandino.
Dovrò aspettare la mezzanotte, da sola in questa casa buia, strano a dirsi ma Leon comincia a mancarmi.
Deve aver abitato qui, almeno per un po' di tempo.
Sul tavolo della cucina trovo dei biglietti.
La carta sembra sporca, scurita dalla terra e macchiata da del sangue."Sopravviverò alla guerra e tornerò da te, è una promessa"
Qualcosa mi dice questa persona non sia tornata.
Non conosco Leon, è ancora uno sconosciuto ma questi giorni mi hanno aiutata a empatizzare col conte dal cuore di ghiaccio.
Quel ragazzo merita di essere aiutato e io spezzerò la sua maledizione.
La verità è che quando hai poco da perdere, infilarti in situazioni pericolose ti scalfisce poco.
Cosa mi mancherebbe se non tornassi a casa?
Reynold, di sicuro.
Io un padre non l'ho mai avuto e credo lui sia stato la cosa he più ci si è avvicinata.
Mi porta ancora da mangiare in libreria, non si è dimenticato di me.
Sarà in pensiero?
Spero Xavier possa rincuorarlo.
Torno in camera da letto e mi tasto la spalla, sono stanca ma non voglio addormentarmi.
Proverò ad aspettare Leon, pregando riesca a eludere i controlli.
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IGNIS "quanto sei disposto a sacrificare per amore?"
FantasyQuanto è importante l'amore per gli esseri umani? Molto, e Leon Carter lo sa bene. Da quando è stato maledetto, ogni donna di cui si innamora finisce per morire inspiegabilmente dopo ventiquattro ore. Nicea invece, nell'amore non ci crede, è una st...