Capitolo 16

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🔴🔴🔴
Questo capitolo contiene contenuti maturi, se non siete fan del genere skippate :)


~POV LEON~

Ho controllato l'armadio più volte in questi giorni, ne sono passati tre da quando ho spedito la mia lettera a Rhea e non ho ricevuto alcuna risposta.
«Hai detto che tutti voi avevate una chiave, non è così?»
«Esatto.»
«Ho un'idea», trilla Nicea.
«Che tipo di idea?»
«Passami carta e penna.»
Le passo il mio taccuino e lei comincia a scrivere, mi avvicino un po' per poter leggere le sue parole.

"Cara Vivienne,
Non crediamo tu sappia dove si trovi attualmente il generale Larsen ma pensiamo possa interessarti.
Maddox fa parte della corte di cuori con lo pseudonimo di 'Principe'.
Ci sta dando la caccia, ucciderà Leon a meno che tu non lo faccia rinsavire.
Ti preghiamo di venire ad Illèa, se e quando riceverai questa nostra lettera.
In fede, Nicea Villenas e Leon Carter"

«Hai firmato al posto mio!»
«Ovvio, non sa chi sono, se avessi scritto solo il mio nome non sarebbe stato efficace.»
«Non verrà, nessuno usa più queste chiavi per aprire il limbo.»
Nicea si alza e arranca fino all'armadio che apre per inserire la lettera.
«Leon?»
«Sì?»
«Rhea ha risposto.»
«Scherzi?»
Non riesco a crederci, non avrei mai creduto avrebbe risposto.
«La leggo.»

"Caro Leon,
Sono spiacente per la tua situazione e apprezzo il tuo interessamento.
Rhys mi manca ma porto avanti l'esercito.
Non credevo che Maddox si sarebbe spinto a tanto, mi piacerebbe poterti aiutare ma la mia chiave non ti servirebbe a tanto, ammesso che il tuo piano sia rimasto lo stesso: andare a Somnium.
La mia magia non è abbastanza potente.
Mi dispiace, ho fiducia in te e so che troverai un'altra soluzione.
Con affetto, Rhea HIghtower"

«Non ci voleva.»
«Perché credevi non avrebbe risposto? Le sue parole mi sono sembrate più che gentili.»
«Rhys, è morto, loro due si amavano.»
«Sì, ricordo.»
«Lunga storia, forse te la racconto.»
«Deve essere una storia triste», appura.
Nicea torna a sedersi accanto a me, le racconto spesso delle storie, sul mio passato e sui posti che ho visitato.
La sua storia preferita è quella del circo, mi ha chiesto più volte di raccontargliela.
«Rhea non è umana», spiego.
«Avevi detto si nutrisse di sangue, è una sorta di strega?»
Scuoto il capo. «Si è addossata tutte le colpe quando Rhys è morto, Rhea è un vampiro.»
«L'unico generale di Ignis, è un vampiro.»
«Esatto.»
«E quindi siamo di nuovo al punto di partenza...»
Sto avendo dei ripensamenti, forse spezzare la maledizione non è il mio destino.
«Nicea, io non so se ha senso», confesso in un sussurro.
«Cosa?»
«Continuare.»
Dovrei inseguire il mio sogno, questa parvenza di salvezza eppure, è tutto troppo difficile.
Non c'è modo di usare lo specchio nascosto in quel castello senza una chiave.
«Non dirmi che ti sei già arreso.»
«Sono solo un po' avvilito.»
«Troveremo una soluzione.»
«L'unica soluzione è Maddox, che al momento vuole uccidermi.»
«Ma io porterò qui Vivienne.»
Il suo entusiasmo è quasi contagioso. «Vivienne non verrà qui, lei e Maddox si odiano.»
«Il confine tra odio e amore è molto labile.»
«La pensi davvero così?»
Mi sorride, Nicea è quel tipo di persona dal sorriso contagioso, lei fa sembrare anche l'impossibile una passeggiata.
«So che è così, quando tornerà normale ci aiuterà.»
Sospiro. «Ci tocca rimanere qui allora, non è ciò che avevo previsto.»
«Siamo al sicuro.»
«Su questo non posso darti torto.»
Continuo a tenere la testa bassa e a riflettere, magari è tutto parte della maledizione, magari cercare di spezzarla è un peccato e gli Dei mi stanno punendo per questo.
Gli Dei mi puniscono ancora, ha davvero senso credere ancora in loro?
«Non essere triste, vedrai che andrà tutto bene.»
«Non sono triste.»
«Sembri triste, so io cosa ti serve.»
«Una chiave magica?»
«Anche, ma no. Ti serve una storia.»
So cosa sta facendo, rovesciamento dei ruoli, oggi sarà forse lei a parlarmi del suo passato?
«E quale storia vorresti raccontarmi?»
«La storia di una libreria speciale.»
La sua libreria, quella di sua madre.
«Non hai una famiglia vero?»
Lei scuote la testa. «La mamma è morta, papà non l'ho mai conosciuto, ho una sorella, studia a Legea.»
«E non sarà preoccupata per te?»
«Non parliamo dalla morte della mamma.»
«La libreria di cui vuoi parlarmi è quella di tua madre, non è così?»
E stavolta annuisce. «Mamma riparava cuori spezzati, i suoi libri erano speciali.
Era come se ci fosse magia nelle pagine, bastava leggerle per riparare un cuore.»
«Sembrava in gamba.»
«Lo era.»
«Anche tu lo sei, dovresti dartela a gambe.»
«Non voglio più sprecare la mia vita, voglio l'avventura, voglio la conoscenza.»
«Non la stai sprecando, avrai tutto quello che hai sempre desideratoe se dovessimo fallire, non scioglierò l'incantesimo di Xavier.»
Lei rotea gli occhi. «Non falliremo.»
«Spero abbia il coraggio di portarti a Ignis.»
Alle mie parole, i suoi occhi si illuminano.
«Xavier ha paura anche della sua stessa ombra...»
«Mi sarebbe piaciuto portarti al circo, ti sarebbe piaciuto.»
«Allora? Me le fai vedere?»
«Cosa vuoi vedere?»
«Hai detto fossero sulla tua schiena, le cicatrici dei marchi a fuoco».
Mi ero ripromesso di non cedere a questa richiesta, di non entrare in nessuna situazione scomoda, il suo entusiasmo però mi trascina.
Dunque mi giro di schiena, così che possa vederle.
Ho molte cicatrici ma questi marchi sono i miei preferiti.
Tolgo la maglietta gettandola in terra, Nicea non dice niente, solo "Wow".
«Quel circo è davvero impressionante, nessun altro in tutta Poleis può equipararlo.»
«Credo che ci andrò.»
«Solo una fuori di testa come te accetterebbe di buon grado di farsi marchiare a fuoco per entrare in un tendone mortale.»
«Anche tu lo hai fatto.»
«Io sono immortale.»
Lei ride e passa i polpastrelli sulle mie cicatrici, sento le sue dita scorrermi sulla schiena in movimenti concentrici.
Per qualche ragione è sbagliato, un tocco così dolce ma allo stesso tempo così nocivo.
Non mi tocca più come prima, forse è più sicura e non dovrei lasciare che lo sia.
«Lo faresti di nuovo? Torneresti al circo?»
«Se fossi stato un altro, ti ci avrei portato, ci sarei tornato con te.»
«Leon, credi che ti dimenticherò quando tornerai nel passato?»
«Probabile, anche se spero di no. Io non perderò il ricordo che ho di te.»
«Come saprò come usare il tuo mazzo di carte?»
«Ti lascerò una lettera qui nel limbo, la mia chiave ti farà tornare a casa.»
La sento sospirare. «Mi chiedo come sarà la mia vita quando sarai scomparso.»
«Pressoché uguale a quella che avevi prima, ma farò in modo che l'incantesimo che ho fatto non perda il suo effetto. Qualunque cosa accada, sposerai Xavier come desideravi.»
«Leon io, non credo di volermi sposare.»
«Eh?»
I miei occhi si spalancano, spero di aver capito male.
«Non è quello che voglio, non più.»
Le sue mani vagano ancora sul mio corpo, non si limitano più alla mia schiena, mi abbraccia, mi stringe il petto.
Sento il suo viso poggiarsi contro il mio collo che si bagna a quel contatto, Nicea piange.
Di solito piange per sua madre ma ne ha parlato fino a qualche minuto fa con estrema fierezza, credo che stavolta non sia questo a tormentarla.
«E perché mai? Tu lo desideravi, lo volevi davvero...»
«Preferirei che l'incantesimo si spezzasse, così come avevamo pattuito.»
C'erano delle condizioni, avrei spezzato l'incantesimo in due soli casi: se avesse fallito e se avesse perso i sentimenti per Xavier.
«Non dirmi che è come penso. Non scherzare su questo Nicea.»
Non riesco a vederle in viso, sento solo la sua pelle calda a contatto con la mia.
«Spezza l'incantesimo, non provo più le stesse cose.»
«Ma rovinerai tutto, perché mai?»
Mi stringe più forte, riesco quasi a sentire il suo battito accelerato.
Tento di girarmi e incontro le sue iridi scure offuscate dalle lacrime.
«Non devi piangere solo perché hai cambiato idea, posso sciogliere l'incantesimo quando vuoi. Sono stato brutale, non si dimenticherà di te, consideralo un regalo da parte mia.»
«Non è per quello che piango.»
Si strofina il viso sulla manica dell'abito che porta e tira su col naso.
«Vuoi dirmi il motivo?»
Scuote il capo e tace, non mi guarda più, tiene lo sguardo fisso sulle lenzuola che fanno da tappeto per le sue lacrime.
«Sai che non voglio leggerti la mente, ti prego.»
Mi rivolge un'occhiata effimera poi guarda verso il basso di nuovo.
«Mi avevano avvertito, mi avevano preannunciato sarebbe successo ma io non li ho ascoltati.»
Farfuglia un mucchio di cose senza senso lasciandomi confuso, Chi l'aveva avvertita? E di cosa?
«Sapevano tutti che sarebbe successo eppure...sono stata una sciocca.»
«Puoi smettere di dire cose senza senso? Possiamo parlarne con calma.»
Mi rivolge un'altro sguardo ma non mi spiega niente, sono i suoi gesti a farlo, mi bacia.
Mi bacia e io vado nel panico.
La guardo sbigottito ma finalmente capisco, comprendo chi l'avesse avvertita.
«Non dovevi farlo.»
«Non potevo ma dovevo. Arrabbiati, dimmi che è sbagliato ma dovevo.»
«Cazzo, Nicea.»
Avrei dovuto spegnere i sentimenti sin dal principio, non è stata una buona idea.
«Mi dispiace, dovevo sapere.»
«Dovevi sapere cosa? Che cazzo dovevi sapere?» Grido disperato.
«Dovevo sapere se questo sarebbe stato diverso.»
«Questo cosa? Cosa sarebbe stato diverso?»
«Baciare Xavier, poi te. È stato diverso, troppo diverso.»
Mi porto le mani sul viso, non può star succedendo.
Un'altra punizione, un altro nome da imprimere sul mio corpo.
«Non ti voglio uccidere, Nicea. Non posso farlo.»
«Non mi ucciderai, baciami e basta, per favore.»
Sono pronto a fare una cazzata, una di quelle che mi ero ripromesso di non fare.
Premo le mie labbra sulle sue e, detesto dirlo, ma per un attimo spero sia solo desiderio il mio.
Prego, spero di volere da lei nient'altro che sesso.
La stringo e faccio in modo che si sieda sulle mie gambe.
«Portami al circo, Leon. Ti prego.»
«Sai che non posso, vorrei tanto.»
Infrango sul suo viso una lacrima e la bacio di nuovo, ha le labbra salate.
L'avvicino a me e i nostri bacini di scontrano, la voglio solo per stanotte, so cosa le accadrà se non spengo i sentimenti al più presto.
Il vestito che indossa si è spiegazzato, seduta su di me le scopre le gambe ma le fascia il busto perfettamente.
L'ho guardata, più volte medicandole la spalla, ma mi sono sempre proibito qualunque pensiero. Nicea non è uno dei miei giochetti.
Sbottona la veste che stavo guardando con tanta brama scoprendosi leggermente i seni.
«Sei sicura di quello che fai?»
«Se c'è qualcosa per cui vale la pena morire, allora è questo momento.»
Non morirà, lo impedirò, farò in tempo.
Si scopre sempre di più mostrandosi a me, è quasi un premio.
«Ho sempre pensato che tu fossi più bella di Mikaela», le sussurro.
Lei sorride imbarazzata, mi fa impazzire.
Tutte le altre donne che ho avuto non hanno mai voluto questo, non mi avrebbero mai definito un amore per cui morire, non avrebbero mai assunto questo colorito rossastro in volto solo per un tocco.
Le bacio il collo succhiandone avidamente la pelle per avere un ricordo domani di quello che ho provato e che avrò dimenticato.
Vorrei essere in grado di cancellare anche i suoi sentimenti, non voglio che soffra.
Le mie labbra scendono sempre di più incontrando il suo petto.
Nicea si stringe a me regalandomi una melodia proibita da ascoltare.
Io non voglio che muoia, non posso accettarlo.
Ci sono troppe cose che voglio che faccia, deve andare a Ignis, ricominciare a studiare, riportare indietro sua madre...
Adesso la guardo, la guardo e non vedo più Amelia.
Vedo Nicea, so di essere fottuto.

«Io non ho mai fatto niente del genere con Xavier...», sussurra, mi confessa come fosse un segreto di cui vergognarsi.
Non voglio la sua vergogna, non voglio rubare qualcosa che non mi spetta.
«Non spetta a me toccarti, Nicea.»
«Ma io voglio che tu lo faccia.»
«Sai cosa succede dopo questo vero?»
«Non dirmelo, non voglio pensarci.»
«Io non posso amarti, moriresti.»
«Amami solo stanotte, allora.»
Butto un occhio sulla sua ferita, ormai completamente rimarginata, ci passo le dita, l'accarezzo e lei rimane in silenzio.
Le sfilo via il vestito rivelando il suo intimo umido, ci passo le dita, con gentilezza e lei preme il viso sulla mia spalla per mettersi a tacere.
«Leggimi la mente», mugugna.
E io lo faccio, dal momento che è lei a chiedermelo.
Smetto di essere gentile, aumento la velocità tentando di scoprire quanto ci metterà a cedere.
«Leon...»
«L'avevi immaginato così il sesso?»
«Mentirei se ti dicessi che non lo avevo immaginato.»
«Perché non hai fatto l'amore con Xavier?»
«Non volevo, non mi sembrava giusto.»
«E ti sembra giusto farlo con uno sconosciuto.»
«Non sei uno sconosciuto.»
Le sue mani finiscono sui miei pantaloni che con tocco insicuro cerca di slacciare.
L'aiuto ad abbassare la zip e lei scende dalle mie ginocchia per farmeli sfilare.
Le faccio segno di risedersi e lei obbedisce, le nostre intimità si scontrano coperte da sottili strati di tessuto.
Non posso credere di star per farlo davvero, rubare la sua prima volta sapendo che mi dimenticherà.
«Hai paura?»
«Ci sono poche cose di cui ho paura.»
«Lo so, la mia domanda era un'altra però.»
Nicea accenna un sorriso insicuro e scuote la testa.
«Non ho più paura di te, dopo aver percepito la delicatezza delle tue mani nel medicarmi la spalla.»
«Dicevi ti avessi fatto male.»
«Se non fa male neanche un po', allora non è reale. So che domani mattina dovrai spegnere i sentimenti e questo fa male, ma adesso, sto assaporando la parte reale di tutto questo. Fa' l'amore con me, per favore.»
«Ti amerò solo per stanotte, allora.»
«Dovrai impegnarti, fa' in modo che queste ventiquattro ore compensino tutti gli altri giorni che passeremo insieme come sconosciuti.»
Ho ventiquattro ore, ventiquattro ore d'amore, le ultime prima di un vuoto perenne che mi accompagnerà fino alla mia scomparsa.
La tocco come se fosse fragile, nonostante io sappia benissimo non lo sia.
Quando sente dolore si stringe alle mie spalle e si morde le labbra, non fa rumore, solo prende e butta fuori aria.
Cerca le mie labbra quando incontra il piacere e io la bacio come se dovessi morire domani.
Quando finisce è esausta e il suo corpo scoperto si appoggia al mio, chiude gli occhi e io prendo ad accarezzarle i capelli scuri.
Sto per fare qualcosa di ignobile, sul comodino ci sono i miei assi.
La convincerò ci sia stato solo sesso e cancellerò i suoi sentimenti per me.
Le stampo un ultimo bacio sulla fronte e sussurro: "Perdonami..."
Sto per spezzare la carta quando d'improvviso riapre gli occhi e afferra il mio asso
«Che stai facendo?»
«Scusami, io...»
«Leon, che cazzo stavi facendo?»
Si alza di scatto e con le mani cerca i suoi vestiti dispersi tra le coperte.
«Non capisci, lo faccio per te.»
«Spero tu stia scherzando, non ti ho dato il permesso!»
«Io non voglio che tu soffra, dimenticherai questi sentimenti, tornerai a casa e sposerai Xavier.»
Si riveste in fretta e furia, io faccio lo stesso quando capisco che vuole andar via.
«Non è più ciò che voglio, te l'ho detto!»
«Fermati Nicea, non è sicuro andarsene in giro di notte!»
Lei sembra non ascoltarmi, sbatte la porta e esce dal limbo.
Mi affretto a seguirla ma quando riapro la porta, lei non è più lì, c'è solo una nuvola di fumo nero fuori.
Maddox Larsen, sono spacciato.

IGNIS "quanto sei disposto a sacrificare per amore?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora