Capitolo 11

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POV NICEA

Perdo del tempo a studiare il manuale, è noioso ma necessario.
«Leon», richiamo la sua attenzione.
«Sì?»
«Brutte notizie.»
«Ovvero?»
A tratti sonnecchia sul divano, devo gridare per farmi sentire.
«Puoi venire qui? Non sembri molto attento.»
Lui ride. «Non è affatto vero, sono molto attento.»
Lo sento sbadigliare mentre cammina verso di me.
«Quindi?»
«Serve una chiave, il castello è blindato.»
«Blindato? Scherzi spero.»
Scuoto il capo. «Tutto vero, serve una chiave.»
Leon sbuffa irritato. «Che chiave?»
«Una chiave magica.»
«E dove diamine la troviamo una chiave magica?»
«Non ti piacerà», gli passo il mio manuale puntando con il dito una frase.
«Deve essere un incubo, dimmi che è tutto falso.»
«A Somnium usano la magia d'ombre.»
«E nessuno dei due sa padroneggiarla, cazzo.»
«Sai cosa sto pensando?»
«Sì Nicea, so cosa stai pensando e la risposta è no.»
«Ha il cuore spezzato, possiamo aggiustarglielo, riportiamo la regina dei draghi qui e lui ci aiuterà.»
«No, ormai è marcio dentro, anche se lei tornasse e dubito che lo farebbe, non cambierebbe nulla.»
«E cosa pensi di fare?»
Leon si porta i palmi sul viso. «Non ne ho idea, mi verrà in mente qualcosa.»
«Non abbiamo scelta.»
«Non è più umano, non puoi parlare con lui, non sa essere razionale.»
«La tua chiave, chi l'ha forgiata?»
La sua è una chiave magica che apre un limbo, un po' come quella che si serve.
«La chiave l'ho forgiata, poi è stata incantata.»
«Da chi?»
«Una vecchia amica, non era una strega ma era brava con le fiamme.»
«E dov'è ora?»
«Ignis, si trova lì.»
«Cazzo», impreco, «non abbiamo tempo di arrivare fino a lì.»
«Decisamente no, comunque non ci aiuterebbe, piange ancora la scomparsa di Maddox.»
«Altro componente dell'armata?»
«L'esercito di Ignis è diviso in tre armate, la prima, quella delle tenebre era l'armata di Maddox, la seconda, quella delle fiamme invece era capitanata dalla ragazza di cui ti parlo, lei è una con le palle.»
«E la terza?»
«Il suo capitano è morto.»
«Se lui è morto e Maddox è scomparso significa che le armate non hanno un capitano.»
Leon annuisce. «Diventare comandante non è per i deboli, quasi nessuno passa le selezioni.»
«Erano tutti amici tuoi?»
«La maggior parte, a Ignis uccidono tutti, nessuno mi ha giudicato per aver spezzato qualche cuore.»
«Procuriamoci una chiave, poi procederemo a incantarla.»
Qualcosa mi dice che questo limbo ci ospiterà ancora per un bel po' di tempo.
«C'è un fabbro, vorrei poterti portare lì, saremmo più veloci ma non posso uscire da qui.»
«Lo so, ci andrò io.»
Se non avessi letto il manuale saremmo arrivati a Somnium senza avere una chiave.
Leon cerca di sdrammatizzare, io sono preoccupata.
Mi chiedo come se la stia passando Xavier, un pensiero quasi divertente mi balena per la testa.
«Secondo te, mi starà tradendo con Mika?»
«Lui l'avrebbe tradita con te?»
«Non lo ha mai fatto.»
«A essere sincero, quel ragazzo ha tutta l'aria di uno che non sa tenerselo nei pantaloni.»
Non dovrei ma rido. «Come osi sparlare del mio fidanzato! Poi senti da che pulpito viene la predica.»
«Sono solo stato sincero, perché ti piace tanto?»
Leon si stende sul letto disfatto portandosi i palmi dietro la testa, come se fosse pronto a riprendere il suo sonnellino.
«Non saprei, ho sempre voluto essere come Mika, forse lo desideravo per questo.»
«Non parlare al passato, vi sposerete.»
Sul mio viso compare un cruccio. «Non so neppure come ci si senta ad essere amata in quel modo.»
«Vuoi che ti compatisca o che ti dica ciò che penso davvero?» Chiede con gli occhi quasi chiusi.
«Sii brutale.»
«Non lo ami, volevi solo arrivare al tuo obiettivo, in poche parole eri innamorata dell'idea di averlo per te.»
Le sue parole mi fanno riflettere, non so se abbia ragione o meno, non voglio banalizzare i miei sentimenti.
«E comunque, se ti senti strana è perché hai barattato parte del tuo amore per lui.»
«Finiscila, smettila di ricordarmelo!»
Con gli occhi ancora chiusi sorride. «Non sei stata molto intelligente.»
«Volevo accertare di potermi fidare di te.»
«Se fossi stato un assassino ti avrei uccisa qualche notte fa.»
«Vero, avresti potuto.»
«Ma non l'ho fatto.»
Ormai non dubito più di lui, non guadagnerebbe nulla a farmi del male, ha bisogno del mio aiuto.
«Nicea»
«Sì?»
«Grazie.»
Sono confusa. «Perché?»
«Per aver letto il manuale.»
Sorrido. «Prego, credo.»
Passa qualche secondo prima che possa rompere il silenzio di nuovo. «Lo sai, io non ho amici da tanto tempo, non voglio uccidere nessuno ma passando del tempo con te ho capito che era sbagliato allontanare tutti, grazie perché siamo amici.»
Leon Carter ha un cuore di panna, io l'ho capito così.
«Non è qualcosa per cui mi devi ringraziare.»
«Lo so però, tralasciando tutto ciò che andato storto, è stato divertente no?»
«Emozionante, non divertente.»
«Prima di andare via, ti lascerò il mio mazzo di carte, voglio che esprimi quel desiderio.»
«Non ruberò sentimenti», lo cito.
«Tu sei una strega, è ciò per cui sei nata, tua madre sarebbe fiera di te e se riuscissi ad accumulare abbastanza sentimenti saresti persino in grado di riportarla in vita.»
La mamma, ancora viva, con me.
Io lo farei, ruberei dei sentimenti per riaverla con me, per tornare a casa o per ricevere un ultimo abbraccio.
Le guance si fanno calde, il respiro si spezza.
«So che stai piangendo. Hai gli occhi chiusi. Però stai piangendo.»
Non me lo fa pesare, non è come la prima volta che mi sente piangere, stavolta tace e ascolta i miei lamenti.
«Mi dispiace, i miei incubi sono chiassosi.»
Leon non risponde, quando i volto a guardarlo di nuovo, sta già dormendo.
Tiro le coperte per coprirlo e mi rimetto a leggere, forse il manuale saprà dirmi come incantare una chiave.

IGNIS "quanto sei disposto a sacrificare per amore?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora