~POV NICEA~Farsi medicare da Leon è stato strano, imbarazzante, ma allo stesso piacevole. Sa essere delicato quando vuole.
Ho ancora tante domande, chi è stato a colpirmi? Come fa a conoscerlo?
Ha promesso di spiegarmi tutto a tempo debito e ho scelto di credergli.
La spalla mi fa ancora male, forse più di ieri. Credo di aver dormito nel letto di Leon, quando mi alzo e torno in salone lui ancora sonnecchia sul divano.
I vestiti che indossa sembrano umidi, il divano ha delle chiazze, come se fosse bagnato.
Scelgo di non svegliarlo o fare rumore, continuo a curiosare per la casa.
Apro l'armadio dove ha trovato garze e alcol, lì dentro c'è di tutto, non solo vestiti.
Dei vestiti ci sono ma sono quasi tutti da donna, nascosti insieme a delle lettere che non apro per evitare di farmi gli affari suoi.
«Che fai?»
Deve essere stato furtivo nell'alzarsi, non me ne ero accorta, è dietro di me.
«Ficcanasavo, non ho letto niente.»
«Sono lettere d'amore, tutte finte», spiega prendendole tra le dita.
«Che dici?»
«Me le ha scritte Amelia, era stregata come il tuo Xavier.»
«Amelia?»
«La ragazza di cui ero innamorato, quella per cui sono stato maledetto.»
Dice di averla amata ma ne parla con disprezzo.
Lo conosco questo sguardo, è risentimento, rimorso ma anche rabbia.
«Immagino dunque anche questi vestiti siano suoi.»
«Sì, ti direi di prenderli ma non li metteresti, vero?»
«Non sono così elegante...»
Fatico a crederci, dev'essere stata una donna dal buon gusto, quegli abiti sono stupendi e decisamente fuori dalla mia portata.
«Invece ti starebbero bene.»
Sbuffo, l'ha fatto ancora.
«Suppongo l'effetto della pozione sia svanito ormai del tutto...»
«Ti preferisco quando sei prevedibile, come sta la ferita?»
«Fa male, più di ieri.»
Leon fa una smorfia. «Vuoi che dia un'occhiata?»
Ancora, come ieri, non ho altra scelta.
Faccio scivolare giù le maniche per lasciargli una buona visuale delle mie spalle.
Mi tasta la pelle e io aspetto un verdetto.
«Allora?»
«Odio dovertelo dire, ma è peggiorata.
Questa non è una una ferita da arma normale, è una ferita d'arma magica.»
Strabuzzo gli occhi. «Non scherzare, Leon.»
«Non scherzo, è bravo con le spade.»
«Chi? Chi è bravo con le spade?»
«La persona che ti ha ferito, è stata un generale.»
«E perché mai un generale dovrebbe ferire? Loro proteggono!»
«Non lo è più, adesso è solo un'altro cuore spezzato.»
«Che vuoi dire?»
Sono piuttosto stanca di queste spiegazioni inconcludenti.
«So che sei seccata, ma devi andare in un posto, devi comprare una medicina per questa ferita.»
«Da sola? Non so orientarmi qui a Illèa.»
«Non posso uscire da qui, ci troverebbero.»
Sospiro, sono seccata sul serio.
«Va bene, dove devo andare?»
«C'è una persona che può aiutarci, non ti sarà difficile trovarla.»
«Chi è un'altra delle tue amichette?»
«Un po' troppo anziana per i miei gusti se devo essere sincero.»
E dopo un'interminabile spiegazione che mi aiuta a capire dove trovare questa donna, lascio il limbo tornando a Illèa.
Mi sorprende la quantità di guardie in gito per la città, Valerian è molto meno sorvegliata.
In giro per i vicoli vedo delle affissioni: WANTED.
Sono per Leon e lo so bene.
"RICERCATO IL CONTE DAL CUORE DI GHIACCIO".
Capisco perché non mi abbia accompagnata.
Più avanti nel vicolo che sto percorrendo vedo un piccolo carro, è ciò che cerco.
«Salve, posso?»
«Vieni pure bella fanciulla, cosa ti porta qui?»
«Devo comprare la tua...roba.»
Detta così, sembra quasi io debba comprare della droga.
«Non vendo solo medicine ragazza mia, io vendo storie.»
Ci sono tipi strambi ovunque, anche a Valerian, ma non hanno mercato dove regna la conoscenza.
«Quel tale che stai nascondendo, è una vera celebrità.»
Un brivido mi attraversa la schiena, come fa a sapere? Mi legge la mente anche lei?
«Io non sto nascondendo nessuno.»
Non credo ci denuncerebbe alla corte, ma nego tutto.
«Carter, posso raccontarti tante cose su di lui.»
Sono confusa, inarco un sopracciglio. «Non nascondo nessuno, te lo ripeto.»
«Nessuno mette piede a Illèa senza una guida.»
«Non mi serve una guida.»
«A tutti serve e tu ne hai una più che capace.»
Okay, negare non ha più senso.
«Come sai che si tratta di lui?»
La vecchia ride, mi guarda come se avessi fatto una domanda sciocca.
«Hai il suo odore addosso, sai di sangue e cuore spezzato.»
«Sono qui per questo, la mia spalla sanguina e vorrei il suo unguento.»
La vecchia sembra ignorare la mia domanda, come se fosse intenzionata a vendermi qualcos'altro.
«Posso dirti tutto ciò che so e ti assicuro che so tante cose, tutte quelle che desideri sapere su di lui.»
Non ci casco, non mi dirà niente senza che io la paghi.
Ho un esempio vivente, Leon ha accettato magia gratuita e adesso è maledetto.
«C'è qualcosa che vuoi in cambio?»
Lei ghigna. «Sei una strega di cuori, non preoccuparti. Voglio solo un po' dei tuoi sentimenti.»
Rivolgo il mio pensiero a Xavier. Tengo a mente il patto che ho stipulato con Leon, non posso barattare i miei sentimenti in cambio di qualche storiella, ciò che già vacilla è facile da rompere.
«I miei sentimenti?»
«Non te ne priverò, voglio solo un piccolo assaggio e sarò soddisfatta.»
Non posso, non posso farlo, ma allo stesso tempo sarebbe da stolti rischiare la vita senza sapere chi sia davvero Leon.
«Come faccio a sapere che non mi imbroglierai?»
«Devi solo avere fiducia, sappi che il tuo amichetto ha già acquistato qualcosa da me.»
Sospiro. «E va bene.»
La vecchietta mi porge un ago. «Una sola goccia del tuo sangue.»
Mi pungo l'indice, normalmente sarei inorridita alla vista del sangue sul dito, ma dopo aver passato una notte a medicarmi la spalla niente mi scalfisce più.
«Bene, puoi chiedere quello che vuoi.»
«Dimmi tutto ciò che sai su Leon.»
La vecchia prende un respiro, «Leon non è il suo vero nome, deve mantenere un basso profilo.
Il nome che ha ricevuto alla nascita è Carter Lionel. Gli ho venduto la capacità di spegnere i sentimenti.»
«Che cosa gli hai chiesto in cambio.»
«Uno dei suoi assi, quelle carte sono magiche.»
Sbuffo. «So che sono magiche, spiegati meglio.»
«Immagazzinando sentimenti dentro questa carta, potrò esprimere un desiderio, è come un premio.»
«Che tipo di desiderio?»
«Qualunque, io vorrei tornare giovane.»
Sono furiosa, mi ha mentito.
«Cos'altro sai?»
«La ragazza per cui è stato maledetto si chiamava Amelia, nobile e affascinante, purtroppo ha vissuto poco.»
Sapevo di Amelia, le informazioni che ho appreso mi saranno utili per discutere con Leon, o meglio, Carter.
«Questo lo so, parlami di lei.»
«Di buona famiglia, era un vero diamante. I suoi genitori la vedevano accanto al monarca.»
«E chi era?»
«Il re di Illèa è scomparso nove giorni dopo la sua salita al trono.»
«E cosa è accaduto ad Amelia?» Fremo attendendo una risposta.
«Ha perso il suo promesso sposo ed è stata incantata da Carter.»
«Come fai a sapere tutto questo?»
Ride, in una maniera che mi fa ghiacciare il sangue nelle vene.
«Io so tante cose bambina, molto più di te.»
Non so molto, è vero, ma l'ho pagata.
«Devi dirmelo.»
«Non sono tenuta a rispondere a domande che non riguardino il tuo amichetto.»
Amichetto? Ma quale amichetto!
«Mi ucciderà? È una persona violenta?»
Mi sembra una domanda più che lecita, devo salvaguardare la mia incolumità.
«Carter non ti ucciderà. Lo vedo come morirai, sarà l'amore a ucciderti.»
Un brivido mi attraversa la schiena. «Che vuol dire?»
Vedo la vecchia chinarsi per raggiungere una scatola.
«L'unguento l'offre la casa, torna presto a trovarmi strega di cuori!»
Mi passa dunque una busta contenente la medicina e poi il suo carretto scompare come in una nuvola di fumo.
Non è stato uno scambio conveniente, mi ha detto poco, troppo poco.
Rimango come una stolta impalata davanti al fumo del carretto.
Le domande sono tante: chi diamine è questa donna?
È comunque l'ultimo dei miei problemi.
Torno indietro con la mia busta tra le mani, spero di riuscire a tornare a casa.
Ripercorro la stessa strada, le guardie sono ancora lì.
Noto anche una figura mascherata, porta un mantello sulla testa e anche i vestiti sono celati.
Le guardie sembrano intimidite, si inchinano alla presenza di quella figura misteriosa.
Affretto il passo per non essere notata, se percepire la mia magia è così semplice, allora devo stare attenta.
Quasi corro tra le viuzze strette fino a tornare al limbo, riconosco la porta perché luccica al mio passaggio.
Non ho bisogno di bussare, la serratura mi riconosce e mi lascia libero accesso.
Non vedo Leon in salone, meglio così.
Sono furiosa, mi ha mentito.
Lancio la giacca sul divano e apro la scatola d'unguento.
Dopo pochi secondi, vengo raggiunta.
«Non ti ho sentita entrare», dice tamponando i capelli bagnati.
Io non rispondo, voglio che capisca come mi sento.
«La serratura deve averti riconosciuta. Mi sono fatto una doccia, l'acqua è ancora calda, se vuoi.»
Non sospetta niente, non mi ha ancora letto il pensiero.
Sussurro un "okay" e mi chiudo in bagno.
Lascio i vestiti nel lavandino, pulirli usando la magia è una passeggiata, lo farò dopo.
L'acqua è calda, aveva ragione.
Sciolgo le bende scure, impregnate e le getto via.
Quando il tepore dell'acqua arriva alla mia spalla quasi grido.
Mi strofino per bene la ferita e mi ripugna vedere l'acqua colorarsi.
So che dovrò medicarmi di nuovo ma non voglio chiedere a lui di farlo per me.
Mi asciugo in fretta e uso la magia per ripulirmi i vestiti, è una magia base, a Legea la insegnano insieme a quella per aprire le porte e accendere la luce.
Intreccio i capelli e mi rivesto. Voglio confrontarmi con Leon, ho quasi voglia di litigare ma la volontà di rimanere chiusa qui dentro mi accarezza.
«Nicea?»
«Ricorda di non bagnare le garze!»
Troppo tardi, Carter.
Esco dal bagno infastidita, lui è seduto sul divano.
«Non dirmi che hai bagnato le garze.»
Io faccio un giro su me stessa per mostrargli l'assenza della medicazione.
«Le ho tolte, Doc.»
Gli rivolgo uno sguardo sprezzante, possibile che quando serve non mi legga la mente?
«È tutto a posto?»
Finalmente se ne è accorto.
«Quella strega, sa tanto su di te», confesso.
STAI LEGGENDO
IGNIS "quanto sei disposto a sacrificare per amore?"
FantasyQuanto è importante l'amore per gli esseri umani? Molto, e Leon Carter lo sa bene. Da quando è stato maledetto, ogni donna di cui si innamora finisce per morire inspiegabilmente dopo ventiquattro ore. Nicea invece, nell'amore non ci crede, è una st...