Mescolo e rimescolo il tè nella tazzina, finché questo comincia a perdere il suo colore scuro.
Piccole gocce continuano a bagnare il tavolo e il tovagliolo che mi copre le gambe evita che queste macchino anche il vestito che indosso.
Vorrei piegare la schiena, ritta e dolente come se avessi, al posto della colonna vertebrale, una mazza da golf del papà.
Il mio futuro marito siede a due poltroncine di distanza da me. Ogni tanto, in un tempo non quantificabile, mi lancia sorrisi e dolci sguardi solo per compiacere i nostri genitori.
Gli rispondo con gli stessi accennati e falsi, cercando di far comprendere agli altri il mio disagio.
Lo chignon comincia a farmi male alla testa che vorrei tanto grattare, ma le regole del galateo non me lo permettono.
Per non parlare del corsetto, che mi stringe il petto, dandomi l'impressione di comprimere anche i polmoni.Prego affinché questo strazio finisca al più presto.
Prego affinché si accorgano che questo matrimonio segnerà la mia fine, prima ancora che possa nascere un erede.
Prego affinché si accorgano che lui sarà la mia rovina, la ragione per cui un giorno mi spegnerò.«Anya, cosa ne pensi cara?»
La voce di mia madre, nonché la Regina Cenerentola, mi distrae dai pensieri.
«Ehm...» sorseggio un po' di tè, cercando che qualcuno possa continuare a parlare.
«Preferiresti che le nozze avessero luogo l'imminente primavera o la prossima estate, tesoro?»
«Credo che il clima estivo non farà che giovare alle nozze, madre. Il sole potrebbe tenderci brutti scherzi anche in piena primavera. Ultimamente sembra essere pieno inverno nonostante il mese di maggio si avvicini» rispondo, fingendo interesse e sperando che il matrimonio avvenga il più tardi possibile.
«Concordo pienamente con la mia promessa, Vostra Maestà» mi appoggia Bryce.
Gli rivolgo uno sguardo carico di astio a cui, però, nessuno sembra far caso, tantomeno la Regina Biancaneve, seduta esattamente di fronte a me.
A volte credo che si rendano perfettamente conto del grosso errore che stanno commettendo promettendoci l'uno all'altra, ma per l'unione dei due regni, facciano finta di nulla.
Poi penso che no, non potrebbero farmi una cosa simile: non mi prometterebbero in sposa ad un orco, un mostro, solo perché i due regni insieme siano più grandi e ricchi.La porta della sala del te viene bruscamente spalancata.
Mio padre avanza velocemente, osservando una lettera che regge tra le mani, incurante degli ospiti ancora presenti.
«Amore, Ella...»
«Azzurro caro! Non ti aspettavo per l'ora del tè. Chiedo subito di fartene portare una tazza...»
Subito pare ridestarsi dai suoi pensieri e passa in rassegna con i suoi grandi occhioni nocciola ognuno di noi.
«Biancaneve, Bryce. Non ero a conoscenza della vostra visita. Che piacere avervi qui» afferma il Re, baciando la mano alla prima e stringendola al secondo.
Mi rivolge uno sguardo, subito seguito da un sorriso che non esito a ricambiare.
«Anya» mi posa un bacio sui capelli.
«Cosa reggi in mano, amore?» domanda mia madre.
«Si, ecco. Mi dispiace interrompere questo pomeriggio...» inizia rivolgendosi ai due ospiti, «ma ho bisogno di parlare con mia moglie in confidenza. Affari reali, spero possiate perdonarmi.»
Di tutta risposta i due si alzano.
«Nessun dispiacere, Azzurro. Del resto già parliamo troppo di questo matrimonio, nonostante non sia stata nemmeno concordata una data» scherza la Regina Biancaneve, posando una mano sulla mia spalla e l'altra su quella del figlio.«Siete invitati domani alla stessa ora, Bianca» afferma mia madre, mentre accompagna l'altra alla porta della sala per il tè.
Bryce, vicino alla madre, mi rivolge un ultimo sguardo che percepisco bruciare interamente sul mio corpo, prima di uscire.
Tornata alla sua poltroncina, la mamma fa cenno al papà di accomodarsi.
«Cosa succede?»
«É una lettera del panettiere. Quel mascalzone che è il figlio di Peter e Wendy ha nuovamente rubato tutto il denaro e diversi kili di pane. Il popolo è esausto di questi continui furti da parte sua. Credo che passerà a compiere reati più gravi se non troviamo il modo di fermarlo subito.»
Mio padre si butta esausto sul divano.
Sono ormai mesi che cerca di fermare quel ragazzo, senza successi.
«Credo sia giunto il momento di porre una ricompensa per chiunque riesca ad acciuffarlo, così da sbatterlo in galera.»
«E se provassimo di nuovo a parlarne con Peter e Wendy?» domanda mia madre, prendendo posto accanto al marito.
«Sarebbe inutile, Ella. Abbiamo già parlato loro tre volte e non è cambiato nulla. Mi dispiace ricercare proprio il loro ragazzo, ma non posso fare altrimenti. Sono il Re di questo regno e come tale devo garantirne la sicurezza. Quel ragazzo non rappresenta ciò di cui il popolo ha bisogno per vivere serenamente.»
Mi schiarisco la gola.
«E se provassi a parlarci io?»
Entrambi si voltano verso di me, adesso in piedi dinanzi a loro.
«Si, beh, potrei diventare sua amica, fargli vedere il regno e dimostrargli che c'è solo gente di buon cuore, umili lavoratori e persone oneste. Niente di cattivo.»
«No, non se ne parla.»
«Ma padre! Vorrei essere d'aiuto...»
«No, Anya, no! Non permetterò - passassero sul mio corpo - che mia figlia, la mia dolce e unica figlia, frequenti un ragazzaccio del genere! Non voglio che ti succeda niente, né tantomeno che tu possa essere influenzata da un simile atteggiamento. Questo affare non deve e non dovrà minimamente riguardarti, specialmente ora, in vista delle tue nozze!»
Sospira, passandosi una mano tra i capelli castani ricoperti da un'eccessiva dose di gelatina.
«Va' in camera tua.»
«Ma padre...» provo a controbattere.
«Va'! in camera tua, Anya»
Mi arrendo.
Annuisco. Sistemo con le mani le pieghe formatesi sul vestito e mi alzo.
«Buona giornata» mi congedo.Trovo il corridoio libero e ciò mi permette di correre spedita, nonostante il lungo vestito e le regole del galateo, diritta nella mia camera.
Mi richiudo la porta alle spalle.
Sfilo le scarpette, cosa che vorrei esattamente fare anche con il corsetto e riprendere a respirare, ma da sola mi risulta un'impresa impossibile. Sciolgo i capelli dal fastidioso chignon, che da ore ormai mi attanagliava la testa, stringendo in una morsa stretta anche il mio cervello.
Mi posiziono davanti lo specchio della toeletta, prendendo una spazzola e pettinando dolcemente la mia lunga chioma, non come le cameriere che tirano fin quando le orbite non mi fuoriescono dagli occhi.
Continuo a spazzolare una ciocca ramata particolarmente annodata, quando nel mio riflesso scorgo il livido ormai rossastro che mi adorna la guancia destra.
La paura mi percorre la schiena, passando per le spalle e per le gambe, che improvvisamente sento cedere.
Mi accomodo e riprendo fiato.
Continuerò a coprirlo, fingendo di esser caduta qualche mattina fa, scendendo le scale dei giardini.Lo coprirò fin quando anche il resto del corpo ne sarà ricoperto, rendendo uniforme il suo colore violaceo.
Lo coprirò fin quando il desiderio di vendetta sarà più forte della paura.
Lo coprirò fin quando non avrò messo fine a questa tortura, che da mesi continua a logorarmi dentro.
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(NOT) A FAIRYTALE
ChickLitQuesta non è una favola. Anya è la figlia di Cenerentola. E' destinata ad essere la futura regina dei due regni, sposando infatti il figlio di Biancaneve. Teme quest'unione più di qualsiasi altra cosa fino a quando diventare Regina non diventa una g...