Il tintinnio dei cucchiaini nelle tazzine non fa altro che aumentare l'emicrania che da questa mattina mi infetta la testa.
Come da mesi a questa parte, la Regina Biancaneve e Bryce sono qui per l'ora del tè a discutere delle nozze.
«Dovremmo scegliere le damigelle al più presto possibile, così che le modiste comincino a lavorare anche ai loro vestiti» afferma la mia futura suocera.
Annuisco a tutte le proposte che le due mi propongono.
Bryce tiene una mano sul mio ginocchio e non accenna a spostarla nemmeno per sorseggiare un po' dell'infuso dinanzi a lui.
«Da qualche parte dovrei avere della stoffa utilizzata dalle modiste per gli abiti delle mie damigelle, Bianca. Seguimi, cara, te le mostro» si alza mia madre.Le osservo uscire e richiudersi la porta alle spalle.
Le cameriere restano ferme vicino a questa e le ringrazio mentalmente.
Guardo diritta davanti a me, senza il coraggio di voltarmi verso il ragazzo seduto ancora alla mia destra. La sua mano ancora sulla mia gamba.«Cosa ne pensi di questo matrimonio, Anya?» mi chiede.
Trattengo il fiato. La sua voce graffiata mi mette i brividi e questo mostro deve essersene accorto, dato che con la coda dell'occhio lo vedo sogghignare.
«Penso che non possa essere definito tale, Bryce» trovo da qualche parte il coraggio di voltarmi verso di lui e guardarlo direttamente negli occhi.
Stavolta il sorriso è palese.
«E perché pensi questo, mia cara?» la sua mano comincia a stringere sulla mia mano.
Provo ad ingoiare la paura.
«Perché non ti amo. Non lo farò né ora né mai.»
Alza l'altra mano e di riflesso socchiudo gli occhi.
Raggiunge la tazzina riposta sul tavolino basso dinanzi a noi e la porta alle labbra, che inumidisce prima di posarvici l'oggetto.
«Nemmeno io ti amo. Ma impareremo a volerci bene» dice, dopo pochi secondi.
Mi porta una mano sulla guancia, accarezzandola lentamente.
Su e giù.
Giù e su.
Questo tocco non fa altro che farmi tremare l'anima. Di paura.
Mantengo lo sguardo fisso nel suo.
La mano poggiata sulla gamba riprende a stringere, salendo poco per volta.
L'altra si allontana dal mio viso, molto lentamente.
Il fiato continua ad essere intrappolato dentro di me e non ho alcuna intenzione di lasciarlo.
La sua mano continua ad allontanarsi.
Ancora ed ancora.Boom.
Il rumore di tanti vetri rotti ci fa voltare entrambi di scatto.
Un pietra particolarmente grande irrompe nella stanza, rotolando poco distante da me.
Subito, una risata soprappone il rumore dei vetri.
Una figura si poggia sulla finestra.«Guarda un po' chi si rivede. Ti ricordi di me, principessina?»
Il ragazzo moro conosciuto qualche giorno prima in riva al lago, ora mi saluta con un sorriso beffardo sul volto.
«Tu?» chiedo, non sapendo bene a chi mi stessi rivolgendo.
Poi, come un flashback, mi tornano in mente le parole di mio padre.
«Sei il figlio di Peter Pan» sussurro più a me stessa che a lui.
Bryce mi si para davanti.
Se non si fosse appena rotta una finestra, lanciando vetri dappertutto e se il criminale ricercato da mesi da mio padre non fosse affacciato a quest'ultima, questo gesto mi farebbe anche ridere.«Anya, chi è questo pazzoide?» chiede lui, mettendo una mano sulla spada che porta nel foderino sotto la cintura dei pantaloni.
«Bryce, Bryce, Bryce. Non mi piace questo soprannome. Mhhh» entra fluttuando nella sala.
«Che ne dici di "gentiluomo" o se preferisci "amico". Dovremmo conoscerci meglio, ho l'impressione che ci vedremmo molto spesso d'ora in poi» vola intorno a lui.
Si ferma poi davanti a me.
«Ti avevo detto che mi sarei presentato. Ma se avessi saputo di avere di fronte la futura Regina, per lo meno ti avrei lucidato le scarpe, bambolina» mi fa un'occhiolino, prima di scoppiare a ridere.
Mi si avvicina.
«Dì a tuo padre che sarà inutile provare a prendermi» sussurra, scostandomi una ciocca di capelli dietro un'orecchio.
Lo fisso negli occhi e ciò che percepisco è solo un enorme desiderio di rivalsa.Qualcuno mi afferra per le braccia trascinandomi fuori dalla sala del tè. Scorgo appena la figura di quel ragazzo fuggire via.
Bryce mi trattiene la mano mentre dei soldati si fiondano nella stanza.
«Come conosci quel ragazzo?» mi chiede, lasciando bruscamente la mia mano.
«Io...» caccio fuori tutta l'aria e la tensione accumulata.
«Io non lo conosco. L'ho incontrato sul lago diversi giorni fa.»
Bryce prova a controbattere ma il forte profumo di timo del Re mi avvolge.
Mi accarezza i capelli e io mi sciolgo nelle sue braccia.
«Tutto bene, piccola?» mi chiede, alzandomi il mento e incatenando i suoi occhi, scuri come la legna per ardere il fuoco, nei miei.
Annuisco.
«Ti ha fatto del male?»
«No, padre. Mi ha solo parlato.»"Dì a tuo padre che sarà inutile provare a prendermi"
Gli riferisco esattamente queste parole.
Si immobilizza.
Il suo sguardo pare incendiarsi.
«Nulla, Vostra Maestà. È scappato» una guardia esce, seguita dalle altre, dalla sala.
«Va bene. Grazie. Potete ritirarvi» li congeda.
«Significa che dovrò occuparmene personalmente» sussurra a denti stretti.«Sire, posso esservi d'aiuto?» Bryce ci raggiunge, inchinandosi prima al cospetto del Re.
«No, ragazzo. Hai già fatto abbastanza portando mia figlia fuori di lì» gli poggia una mano sulla spalla, rivolgendo poi un dolce sorriso a me.Qualcuno richiama mio padre.
Una guardia rimasta ancora nella stanza gli fa cenno di avvicinarsi.
Tra le mani stringe un pezzo di carta e ai suoi piedi giace la roccia.
«Anya, va' in camera tua. Manderò qualcuno a servirti una tisana» si allontana.
Obbedisco.
Ma prima di congedarmi riesco a scorgere il messaggio lasciato sul pezzo di carta."È solo l'inizio."
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(NOT) A FAIRYTALE
ChickLitQuesta non è una favola. Anya è la figlia di Cenerentola. E' destinata ad essere la futura regina dei due regni, sposando infatti il figlio di Biancaneve. Teme quest'unione più di qualsiasi altra cosa fino a quando diventare Regina non diventa una g...