13. ANYA

39 12 3
                                    


L'atelier delle Fatine Buone del Regno Addormentato è, probabilmente, il più rinomato in tutto il Mondo.
Flora, Fauna e Serenella sono le modiste che hanno confezionato il vestito da sposo a mio padre e l'intero corredo per me da bambina.
Ci dirigiamo lì  una mattina di fine maggio, il caldo non è eccessivo ed una brezza leggera ci accarezza il viso durante il nostro viaggio in carrozza.
Manca poco più di un mese alle nozze ormai e secondo mamma siamo anche in ritardo per la scelta per il vestito, anche se per me, in realtà, uno vale l'altro.
Un pugno appoggiato sotto il mento, la mano premuta sul grembo.
Ammetto che un po' di ansia si insinua dentro di me all'idea che tra un mese sarò nel pieno dei veri e propri preparativi.

La carrozza frena, i cavalli si fermano e così anche i miei capelli non svolazzano più.
Davanti a noi un alto edificio in legno, dipinto di rosa ci accoglie: l'insegna, presentata come un grande fiocco e due forbici affianco ad esso, recita "Tessuti e polvere di fata". Il cocchiere mi tende una mano, che accetto per scendere dal mezzo, seguita da mia madre subito dopo.
Spingo la grande porta, anch'essa colorata di un dolce rosa pastello. Un campanellino suona al nostro ingresso, rompendo il silenzio in cui l'atelier era investito fino a pochi attimi prima. Le tre fate compaiono dal nulla al centro del negozio, tutte sorridenti. Si avvicinano prima a mia madre, gioiose.
«Cenerella cara! Da quanto tempo non ti vedo!» esclama quella che tra le tre indossa un largo vestito rosso: ancora fatico a riconoscerle. 
Le fate abbracciano mia madre in una calorosa stretta, fin quando la più tozza non si volta nella mia direzione, portandosi le mani sulle labbra sottili.
«Fauna, Flora... Guardate che meraviglia!»
Le altre due, rispettivamente vestite di verde e rosso, si voltano, osservandomi intensamente.
«Tu devi essere...» comincia la fata verde.
«...La piccola Anya...» finisce quella rossa.
«Suvvia, ragazze! Non è più tanto piccola!» la fata tozza e vestita di blu si rivolge a loro.
Sotto i loro sguardi incantati, sorrido in imbarazzo.
«Salve» alzo una mano.
Come se avessi pronunciato la parola più dolce che abbiano mai sentito in tutta la loro vita, le ali delle tre cominciano ad agitarsi e loro si uniscono in un coro di «awww», «uhhhh» e «che graziosa fanciulla».
«Cosa vi porta qui?» la fata dal vestito rosso si allontana da me e si rivolge a mia madre, la quale osserva con attenzione alcuni pezzi di stoffa bianca.
Mamma mi guarda dolcemente, per poi avvicinarsi, creando un po' di suspense.
«Siamo qui per scegliere un abito matrimoniale» mi accarezza una spalla «Un abito per Anya. La mia bambina si sposa!»
Di nuovo, queste parole producono uno scatenato battito di ali e di mani alle fate.
«Mi sembra solo ieri che le confezionai quel dolce abitino rosa per il matrimonio della Regina Raperonzolo!» esclama la fata blu, che dovrei aver compreso essere Serenella.

Mamma sorridente mi attira a sé abbracciandomi. Io accenno un sorriso.
«Chi è il fortunato?» la fata verde mi tiene le mani, sorridendomi con gli occhi lucidi.
«Solo un bellissimo principe per una ragazza tanto meravigliosa!» esclama la rossa.
«Non hai tutti i torti Flora! Lo sposo sarà Bryce, il figlio della Regina Biancaneve. I due Regni si uniranno, ormai noi invecchiamo e qualcuno dovrà prendere il nostro posto. Loro insieme sono perfetti ed inoltre i loro caratteri li renderanno regnanti adatti e il compito diverrà più facile del previsto.»

«Quindi servirà un abito speciale!» afferma Flora.
«Meraviglioso!» la segue Serenella.
«Mai visto prima d'ora!» conclude la fata verde, Fauna.
Io scuoto la testa, seguita dalle mani che si parano subito in avanti.
«Grazie, ma non c'è bisogno. Mi piacerebbe qualcosa di semplice...»
«Ma suvvia, cara. Tutte le donne desiderano l'abito più bello del Mondo per il loro matrimonio» Fauna mi prende un polso, facendomi addentrare nell'atelier.
Una distesa di vestiti mi si presenta davanti: colori, stoffe, veli riempiono la stanza circolare.
Al centro una pedana, anch'essa rotonda, è posta al centro di grandi e lunghi specchi incantati: oltre a riflettere la propria figura, rivelano anche le sensazioni provate da chi vi si specchia.
Le tre mi spingono a salirvi sopra, emozionate mi prendono le misure del corpo, l'altezza, la circonferenza del busto, perfino le misure dei piedi, nonostante abbia provato a non mostrarli affinché il nastro non mi solleticasse.
Con uno schiocco di bacchetta, Flora attira a sé un primo appendiabiti, su cui vestiti bianchi si dispongono ordinati, in fila.
Merletti e ricami mi scorrono sotto gli occhi, mentre tre bacchette si affaccendano per cercare qualcosa adatto a me.
Vestiti di qualsiasi tonalità di bianco svolazzano davanti a me: gonne di ogni ampiezza, veli di ogni lunghezza e guanti di ogni tipo. 
La vastità di prodotti presenti all'interno di questa atelier è spaventosa: se fossi una sirena probabilmente troverei qui anche la gonna adatta per la mia coda.

(NOT) A FAIRYTALEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora