19.

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Il tavolo della sala operatoria era freddo e a contatto con la pelle provocó dei brividi lungo la schiena di Liam.
Il ticchettio dell'orologio riecheggiava nelle sue orecchie con un suono ben scandito, segnando ogni ultimo secondo che gli restava da vivere.
Sospirò.
Deaton si trovava nella sala accanto a preparare solo Dio sa cosa e Liam iniziava ad innervosirsi. Credeva ancora che fosse la decisione più giusta, ma aveva tremendamente paura.
Sarebbe finito tutto. Tutta la sua vita si sarebbe conclusa in qualche minuto da quel momento è il beta si sentiva tremendamente frastornato al solo pensiero.



Da quando era diventato lupo la sua vita era cambiata radicalmente. Tutto ciò che da piccolo aveva immaginato di poter fare aveva preso un'altra piega. Aveva dovuto rimodellare la sua vita e ancora non ci era riuscito del tutto. Ormai non importava più, però.
Gli studi, lo sport, la vacanza estiva...sembravano tutti piani di un'altra vita, una vita che ormai sembrava non essere mai stata sua.
Poteva sentire il respiro affannato dei suoi amici al di là della porta. Mason piangeva e una lacrima rigò anche il viso di Liam. Non si sarebbe mai perdonato per il dolore che stava infliggendo ai suoi amici e ai suoi cari, ma non poteva lasciarsi morire in quel modo.
Era un ragionamento egoistico, ma sarebbe morto comunque.
Chiuse gli occhi e si mise più comodo sul tavolo freddo; distese le braccia e le gambe respirando affondo.
Aveva impressi nella mente tutti i volti delle persone a lui più care e pregò per ognuna di loro. Pensò a Theo e il suo lupo, seppur debolmente, uggiolò appena. Il suo distruttivo, ma indelebile amore. Theo sarebbe sempre stato l'unico, vero amore per Liam. Non che lui ne avesse provati molti...era stato fidanzato due volte in vita sua, una alle elementari e l'altra quando conobbe Hayden.
Poteva esprimersi solo sulla seconda e comunque non riusciva nemmeno lontanamente a paragonarla a quello che aveva...che stava provando per Theo.
Non aveva avuto nessuna storia con lui, nulla al dì fuori di un bacio; eppure ciò che il più grande gli aveva smosso, ciò che gli aveva permesso di provare era un'universo totalmente nuovo e mai esplorato prima. Doveva essere quello il vero amore di cui tutti parlavano e almeno poteva definirsi felice di aver provato un sentimento così forte, prima di andarsene dal mondo.
Da lì a poco sarebbe tutto finito e Liam sorrise nell'immaginare il viso bellissimo di Theo, mentre il suo lupo uggiolava ancora.











<<Peter!>>
Theo stava bussando istericamente alla porta del loft da minuti.
<<Apri questa cazzo di porta o giuro su Dio che la scardino.>> ringhiò dando un'ultimo pugno, prima che Derek aprì con un sopracciglio alzato.
Anche Theo assunse un'espressione stupita, non immaginando di trovarsi il nipote di Peter davanti a lui.
<<Tu che fai qui?>> mormorò con un mezzo ringhio e Derek incrociò le braccia al petto, non permettendogli di entrare in casa.
<<Ci vivo. Tu piuttosto.>> disse con un cenno del viso e Theo si passò una mano tra i capelli.
<<Nipote.>>
Peter scese la grande scala a chiocciola, palesandosi nella sala.
Derek semplicemente roteò gli occhi e prese la giacca.
<<Non ho nessuna intenzione di restare con due psicopatici. Me ne vado.>> affermò per poi superare Theo e sparire.
<<Mi ha seriamente dato dello psicopatico?>>
<<Stavi per distruggerci la porta.>>
<<Quindi?>>
Peter roteò gli occhi, <<lasciamo stare, perché sei qui?>>
Theo entrò nel loft e si avvicinò alla vetrata.
<<Credo ci sia qualcosa che non va.>>
<<Credo tu debba essere più preciso.>>
Theo sbuffò, passandosi la mano tra i capelli.
<<Il mio lupo...è debole, non lo percepisco più.>>
Peter sbuffò una risata e incrocio le braccia al petto.
<<Ma non mi dire.>>
La chimera lo guardò male e ringhiò appena.
<<Perché sei venuto a cercarmi, giorni fa?>>
<<Ti facevo più intelligente di così.>> annuì Peter avvicinandosi alla libreria e afferrando un giornale ben nascosto e schiacciato dai vari volumi lì presenti.
Lo posò sul tavolo, guardando profondamente Theo, indicandogli poi il pezzo di carta con un cenno del viso.
La chimera alzò un sopracciglio.
<<Sarebbe?>>
<<Io andrò di sopra, tu leggilo. Ne potremo parlare dopo, se sarai ancora qui.>>
Detto ciò tornò al piano di sopra, lasciando la chimera imbambolata in mezzo al salone.











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