13.

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Il giorno successivo Scott, Argent, Malia e Lydia avevano perlustrato il territorio intorno al capannone, decidendo quale entrata sarebbe stata più semplice.
Una volta definito il tutto avrebbero potuto dare il via libera al resto del branco per mettere in atto il piano.
Quella mattina, Liam, aveva deciso di tornare a scuola. Non ci aveva messo più piede dopo la morte di Brett e Lori e anche in quel momento aveva il cuore che gli martellava nel petto mentre il suv di Theo si fermava nel parcheggio. Ormai nessuno di loro si spostava da solo.
<<Sei sicuro?>>
Liam alzò gli occhi al cielo. La chimera gli aveva fatto quella domanda almeno un centinaio di volte.
Certo che non era sicuro. Come poteva essere sicuro di una cosa del genere.
<<Si, Theo. Te l'ho già detto.>>
La chimera lo guardò tamburellando leggermente le dita sul volante.
<<È un suicidio, lo sai? Vuoi morire prima del tempo, per caso?>>
Il beta sbuffò aprendo la portiera.
<<Perché basta chiedere e ti faccio fuori io.>> continuò facendo spallucce.
<<Vorrei solo che smettessi di rompermi le palle.>> annuì con un sorriso Liam.
Theo ghignò, ma il beta poteva sentire anche l'agitazione del più grande.
<<Ci saranno Mason e Corey. Andrà tutto bene.>>
Il più grande lo guardò perplesso, <<stiamo apposto allora. Ci vediamo più tardi.>>
<<Posso tornare con Mas. Non mi va di disturbarti.>>
<<Devo fare dei giri qui intorno, vengo io.>> disse perentorio, mentre il battito di Liam accelerava. Gli faceva uno strano effetto quando l'altro usava quel tono sicuro e con cui dava ordini.
Lo salutò con la mano, <<va bene papà.>>
Theo fece quel sorrisetto tutto occhi e fossette rimettendo in moto, <<mhh...preferisco daddy.>>
Liam sussultò, assumendo il colore di un pomodoro.
<<Cretino...>> mormorò mentre richiudeva la portiera.
Sentì la chimera ridacchiare mentre il suv nero si allontanava sempre di più da lui.


La scuola non gli era mancata per niente. C'era un'aria di tensione e paura che aleggiava nell'aria.
Tutti gli studenti camminavano a testa bassa, timorosi e nessuno salutava più o si fermava agli armadietti, o nei luoghi di ritrovo per fare una chiacchierata.
Anche alcuni professori erano spaventati, Liam lo sentiva.
Aprì l'armadietto per riporre un libro che gli sarebbe servito l'ora successiva e, mentre lo richiuse, vide arrivare Mason e Corey.
Fece un cenno con la mano, <<hey.>>
<<Hey, amico.>>
<<Ciao Liam.>>
Mason si appoggiò con la schiena contro l'armadietto di Liam, accanto al beta e sbuffò.
<<Com'è la situazione?>> chiese Liam anche se sapeva già la risposta.
<<Orribile.>>
<<Guardate.>> parlò Corey osservando davanti a lui nel corridoio.
Gabe, Nolan e gli altri li stavano guardando con un'espressione strana.
Non c'era più bisogno del test della penna, Liam aveva fatto conoscere a tutti la sua natura la sera della morte di Brett e Lori.
Nolan avanzó e Liam deglutí cercando una via di fuga.
I tre svoltarono l'angolo del corridoio e, non appena uscirono dal raggio visivo dei cacciatori, Corey prese entrambi per mano rendendo se stesso e gli altri invisibili.
Cercarono di allontanarsi il più possibile da loro ma, svoltando un angolo, Liam si ritrovò davanti Nolan che gli soffiò davanti al viso la polvere del gesso, spezzando l'invisibilità.
<<Beccato.>> mormorò il moro, afferrando Liam e tirandolo bruscamente nella classe accanto a loro.
Il beta sbattè contro la cattedra prima di ricevere un sonoro pugno in faccia dal ragazzo.
<<Trasformati Liam.>> gli intimó, ma Liam per tutta risposta si alzò e lo spinse via.
Una folla di studenti, tra cui Mason e Corey, si radunarono davanti alla porta d'ingresso dell'aula.
Liam venne sbattuto contro la lavagna da Nolan che lo teneva bloccato per la gola.
<<Avanti Liam, facci vedere cosa sei realmente.>>
Il beta non voleva e non doveva reagire.
Reagire voleva dire perdere la calma, voleva dire esplodere, voleva dire uccidere qualcuno.
Restò inerme ricevendo la miriade di pugni che gli arrivarono dritti in faccia e ascoltando le risate degli altri studenti.
La professoressa di chimica si avvicinò e Mason la chiamò subito allarmato.
<<Professoressa, la prego! Lo aiuti!>>
La docente si affacciò e appena vide la scena sbiancò, spaventata.
<<Vedete...a volte è bene che voi ragazzi impariate a cavarvela da soli.>> farfugliò tremando e scappando via.
Corey si passò una mano tra i capelli e guardò Mason che fissava il migliore amico con gli occhi pieni di lacrime.
Liam, intanto, rantolò a terra. Il viso ormai era una macchia indistinta di sangue.
Tossì sputando sangue sulle piastrelle del pavimento e ricevette un calcio bel assestato nello stomaco. Ringhiò appena, sentendo gli occhi illuminarsi.
Nolan lo alzó, sbattendolo nuovamente sulla lavagna.
Liam continuava a tenere gli occhi chiusi.
<<Avanti, perché non reagisci?! Apri gli occhi!>>
Il beta ansimava tremando leggermente.
<<Il sole...>>
<<La luna...>>
<<La verità...>>
Nolan alzó un sopracciglio.
<<Cosa diamine stai dicendo?>>
Quel mantra, però, non funzionava più da tempo. Ormai c'è qualcosa o meglio, qualcuno che aveva preso il suo posto. Il suo lupo uggiolò triste pensando al compagno.
Pensò a Theo. Pensó al suo sorrisetto, alla sua voce.
Pensò a quella mattina che si erano addormentati insieme.
Sorrise e, lentamente, aprì gli occhi.
Nolan strabuzzò i suoi quando vide quanto azzurri fossero quelli del biondino.
<<Cosa sta succedendo qui?!>>
La voce del coach rimbombò nella classe e subito i ragazzi si spostarono per farlo entrare.
<<Che cosa ti dice il cervello?>> urlò in faccia a Nolan, <<vai subito in presidenza!>> ordinò guardando il ragazzo andar via.
<<Ragazzo...>> disse poi guardando Liam che era di nuovo a terra.
Lo aiutò ad alzarsi, <<vieni qui, aiutalo.>> parlò all'indirizzo di Mason che corse subito a sorreggere l'amico.
<<E voi?>> urlò alla massa di ragazzi.
<<Siete solo un branco di deficienti! Li fermi impalati a guardare, invece di aiutare un ragazzo innocente. Dovreste solo che vergognarvi...e ringraziate che non vi espello tutti!>> urlò ancora con le braccia alzate.
<<Via tutti da qui!>>

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