Capitolo III

47 9 8
                                    

Mi svegliai alle prime luci del mattino, constatando che avevo dormito tranquillamente dopo tempo. Quando aprii gli occhi, vidi la signorina che dormiva avvinghiata a me, come se temesse che potessi sfuggire via, o come se mi credesse solo un sogno. Sentivo il suo profumo dolce e il suo calore che mi inondavano. Mi scostai delicatamente da lei nel timore che si svegliasse, nonostante ciò continuò a dormire profondamente beata, forse sognando qualcosa di bello.

Facendo il più piano possibile andai a vestirmi per poi scendere in cucina. Trovai i signori White intenti a fare colazione. Alzarono lo sguardo quando mi videro entrare, così diedi loro il buongiorno che ricambiarono. La signora White anche oggi mi servì delle uova, a suo marito invece era toccato il porridge.
<<Il signor White mi ha detto che tu e la signorina ieri avete fatto gran trambusto>>.
<<Ehm… ecco…>>. Probabilmente anche lei la pensava come la signora Cook.
Il signor White scoppiò in un risata fragorosa. <<Ha avuto quel che si meritava quel saccente con la puzza sotto al naso>>.
<<Sapessi come si comporta con me>>, mi disse la signora White <<Ha sempre qualcosa da ridire sulla mia cucina. Non gli va mai bene nulla. Che si trovasse una moglie piuttosto>>.
<<Una volta a me ha chiesto di lucidargli le scarpe, chi si crede di essere quel so tutto io>>, esclamò indignato.
<<Come se voi fosse un semplice garzone caro, o come se lavoraste per lui>>.
<<Esatto cara. Io servo solo il mio padrone. Lui si che è un signore, mi ha sempre trattato con rispetto>>.
<<Puoi ben dirlo, caro>>.
<<Hai avuto coraggio a sfidarlo, piccola>>, si congratulò con me il signor White <<e hai fatto bene a difendere la signorina. Ho visto la bacchetta che tiene, neanche i cavalli si frustano a quel modo, chissà il dolore>>. Mi ricordavo perfettamente il dolore che provocava.
<<Povera bambina, picchiarla a quel modo, chi si crede di essere>>, disse indignata la signora White. Erano pazzi.

Prima volevano che alzassi le mani sulla signorina e ora si indignano se qualcuno la bacchettava. Valli a capire.
Mentre mangiavo le mie uova, mi venne in mente di chiedere alla signora White di preparare qualcos’altro per colazione per la signorina, dicendo che erano ordini del signor Mason.
<<Che cos’ha che non va il mio porridge!>>, esclamò indignata.
<<È un’arma letale, ecco cos’ha che non va!>>, esclamò a sua volta il signor White. Sua moglie per tutta risposta gli diede uno schifo sulla nuca. Quella scena fu esilarante.

Finito di fare colazione tornai dalla signorina nella speranza che non si fosse ancora svegliata, non volevo che pensasse che l’avessi abbandonata. Entrai senza fare rumore in punta di piedi, aprii le cortine del suo letto trovandola che mi fissava con dipinto sul viso un cipiglio.
<<Dove sei stata?>>, mi chiese con voce accusatoria.
Mi trattenni dal sospirare. <<In cucina signorina, speravo di tornare prima che vi svegliaste>>.
Continuò ancora a guardarmi con quel suo cipiglio, trovando che fosse carina. <<Vorrà dire che da domani farai colazione con me>>, sentenziò.
<<Come desidera, signorina>>. Era meglio non contraddirla. <<Lasciate che vi vesta>>. Mentre la vestivo continuò ad avere quell’aria imbronciata. <<Sapete, se continuerete a tenere il braccio, vi verranno le rughe>>, la presi in giro, per poi pentirmene immediatamente. Mi aveva lanciato uno sguardo assassino. Aveva un umore al quanto volubile. <<Siete arrabbiata con me per caso?>>.
<<Come hai potuto abbandonarmi!? Mi sono svegliata e non c’eri, così ti ho cercata dappertutto e non ti ho trovata. A un certo punto ho pensato che fossi stata solo un sogno. Ero nel panico!>>. Risi, non perché volessi prenderla in giro, ma perché trovai la cosa tenera. <<Io non ci trovo nulla di divertente!>>.
<<Oh, ma non ridevo per questo>>.
<<Per cosa?>>.
<<Mmh, forse me lo terrò per me>>.
<<Su avanti dimmelo, non sono più arrabbiata con te>>, mi supplicò mettendo su un broncio tenero e adorabile, non seppi resisterle.
<<E va bene>>. Sorrise trionfante alla mia resa. <<Penso che siate molto tenera. Vi siete così affezionata a me che credevate che non fossi reale, solo un bel sogno>>. Arrossì imbarazzata. <<Non vi preoccupate, non lo dirò a nessuno>>, le sorrisi.

MissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora