Capitolo IX

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Lei non mi guardò più, era come se la mia vista la disturbasse, come biasimarla.
A malapena tollerava il mio tocco quando la cambiavo. La sera, non volle più che dormissi insieme a lei. Se avessimo dormito insieme avremmo entrambe ceduto ai nostri sentimenti, cosa che non poteva più accadere. Così fui costretta ad andare a dormire nella stanza che un tempo era stata destinata a me.
Fu un incubo dormire da sola, non per gli incubi, a quello ero preparata. Ciò che mi tormentò di più fu la consapevolezza di averla persa per sempre, questo era peggio di ogni incubo. Era un incubo a occhi aperti. Mentre me ne stavo a letto a tormentarmi la sentivo singhiozzare fino al mattino, questo non fece che accrescere la mia disperazione, il mio tormento per lei.

I preparativi per il matrimonio non aiutarono. La casa ovviamente era in subbuglio, tutti avevano qualcosa da fare, compresa me. Lei si faceva fare quello che sua madre voleva; le scelse l'abito e l'acconciatura che avrebbe usato per il matrimonio, era come la sua bambola. Mi faceva male vederla in quello stato d'apatia, sapevo quanto stesse soffrendo dentro, ed era tutta colpa mia.
Non pensavo che si potesse organizzare così in fretta un matrimonio, eppure, mancavano tre giorni al grande evento. Solo tre giorni e tutto sarebbe finito e lei sarebbe stata perduta per sempre.

In quei giorni di preparativi non chiusi occhio, prendendo l'abitudine di fare una passeggiata per la casa durante la notte, in cerca di un sollievo che non arrivò mai, eppure continuai a farlo, forse per non sentirla piangere. Forse temevo di cedere al suo dolore mandando tutto all'aria e fuggire con lei dal signor William, lui sarebbe stato l'unico che ci avrebbe accolto.

Una sera mentre vagavo per la casa, sentii per caso ciò che non avrei dovuto sentire. All'inizio pensai che fosse una delle cameriere che si stesse dando da fare con uno dei domestici, quanto mi sbagliavo. Era la signora Mason. Non era mia intenzione origliare, ma una forza più forte di me mi fece restare lì ad ascoltare, ad ascoltare cosa diceva al suo amante.
<<Amore mio, non vedo l'ora che questi giorni d'attesa finiscano, non ne posso più>>. In quel momento pensai che parlasse con il suo ipotetico futuro marito, dopotutto era una donna che non perdeva tempo.
Una risata d'uomo. <<Quella schiocca>>, era la voce del signor Norris. Fu la sua voce a farmi restare lì a origliare. Cosa ci faceva insieme alla signora Mason? <<si è fatta abbindolare a nostro piacimento. Entrambe in realtà>>. Un'altra risata da parte d'entrambi.
<<Già, che povere illuse. Una ha creduto a tutto quello che le ho detto, e l'altra si è lasciata convincere a sposarti, ignorando il nostro vero piano>>.
Vero piano? Avevano escogitato un loro piano?
<<Immagina quando scoprirà di averla condotta alla morte>>, rise.
Condotta alla morte? Di che cosa stavano parlando?!
<<Finalmente mi libererò di quella mocciosa, prima il padre e adesso la figlia>>.
<<Quel farabutto non si decideva a togliersi dai piedi>> ghignò Norris <<adesso fa compagnia ai pesci>>.
<<Tesoro, non vedo l'ora che ti sbarazzi di lei, così potremmo incassare il nostro denaro, e potrò finalmente diventare tua moglie, la tua signora>>.
<<Non vedo l'ora, mia adorata>>.
Avevo sentito abbastanza. Quei due erano dei pazzi, degli assassini spietati senza alcun scrupolo. Mi disgustarono.

Mi misi la mano davanti alla bocca per non urlare, e corsi, corsi con quanto fiato avessi in corpo, per andare a salvare colei che amavo.
Quando arrivai nella sua stanza da letto dormiva ancora profondamente. Mi mancava il fiato, non solo per la corsa, ma per una crisi di panico imminente. Non facevo altro che ripetermi come potesse una madre fare una cosa del genere alla propria figlia, al sangue del suo sangue. Era semplicemente un mostro spietato.

Mi andai a sdraiare accanto a lei, questo la fece destare.
<<Togliti, non ti voglio nel letto con me>>, protestò.
Sentivo che mi mancava il respiro, forse stavo svenendo, sentivo un formicolio all'estremità delle dita e le orecchie fischiare. Forse anche lei lo sentì, perché la sentii in cerca del lume per accendere la luce. Non so che faccia avessi, sicuramente era stravolta. Quando finalmente acese la luce, che mi ferì gli occhi, la sentii emettere un suono spaventato. Cos'aveva visto? <<Cosa ti è successo?>>, esclamò spaventata.
<<Una cosa terribile>>. Dovevo dirle cos'avevo sentito, anche se mi sentivo mancare.
<<Cosa?>>. La vidi portarsi una mano sulla bocca sconvolta.
<<Che sciocca sono stata a lasciarti andare, ma adesso che so, rimedierò, amore mio>>.
<<Che cosa stai dicendo? Non sto capendo>>.
L'afferrai per le braccia in cerca del suo contatto. <<Il signor Norris e colei che dovrebbe essere tua madre, stanno attentando alla tua vita>>. La notizia la sconvolse ancora di più. Sapeva che non le stavo mentendo. <<Si sono messi d'accordo affinché ti convincessi a sposarti con lui. Dopo che si sarà impadronito del tuo patrimonio si libererà di te, per poi sposare quella donna diabolica>>, le dissi tutto d'un fiato. <<Hanno fatto leva sui miei sentimenti, sanno entrambi che non permetterei mai che ti accada nulla di male, che non permetterei mai che tu finisca in mezzo a una strada. Ho rinunciato al mio amore per te. Ho rinunciato a te purché non ti accadesse nulla di male. Che sciocca che sono stata, avrei dovuto essere egoista e portati via con me lontano da loro>>.
<<Portami via con te allora>>, furono le sue parole.
Sì, dovevo portarla via da questa casa malefica.
<<Andiamo a Londra, ti porterò dal signor William. Lui si prenderà cura di noi>>. Non avevo alternative, dovevo portarla a Londra, anche se non era il posto adatto a lei.
<<Ci cercheranno, gente così è capace di tutto>>.
<<Useremo dei travestimenti, così non ci riconosceranno>>.
<<Potremmo rubare degli abiti maschili, lei non si immaginerà mai una cosa del genere>>, mi suggerì.
<<Ottima idea. Li ruberò nella cittadina qui vicina, mi basterà usare il tunnel per raggiungerla>>. Potevo farlo, non era difficile. <<Ci serve anche del danaro, io ho qualcosa da parte, basterà per il viaggio>>.
<<Prendi tutto quello che si può rivendere, non mi importa>>.
<<Poi andremo alla polizia e racconteremo il loro piano>>.
<<Credi che ci crederanno?>>.
<<Non lo so, spero solo di sì>>. Non mi parve tanto convinta. <<C'è un'altra cosa che devo dirti>>, dovevo dirglielo, ora o mai più.
<<Cosa?>>.
Presi coraggio. <<Sono stati loro a far assassinare tuo padre>>. Sapevo che l'avrei sconvolta. <<Mi dispiace... quando tutto sarà finito, gli sarà fatta giustizia, te lo prometto>>.
<<Come ha potuto... ho sempre pensato che odiasse me e mio padre, ma mai a tal punto da volerci morti>>.
<<Non so cosa passa per la mente di quella donna, ma non è nulla di buono. Quella donna è il male in persona, non c'è niente di buono in lei>>.
<<Quando fuggiremo?>>.
<<Domani sera. Adesso col favore della notte proverò a rubare dei vestiti, sperò solo che qualcuno li tenga appesi a un filo ad asciugarsi, in caso ci riproverò più tardi. Dopodiché prenderò una stanza in affitto per una notte o due>>.
<<Perché?>>.
<<Penso che quando scopriranno della nostra fuga penseranno che siamo scappate a Londra, quindi sarà il primo posto dove ci cercheranno. Quando noi in realtà non siamo neanche passate per la stazione, questo li svierà per un po', facendogli perdere le nostre tracce>>.
<<Bene, mentre tu esci, io ruberò la sua preziosa argenteria>>, mi disse con un ghigno compiaciuto dipinto sul viso.

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