Capitolo II

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Mi trovavo a casa mia, forse non ero mai andata via da lì. Forse era stato tutto un brutto sogno. A volte la fantasia dei bambini poteva davvero essere fervida. Però come si poteva sognare i propri genitori morti? Era una cosa incomprensibile.
Mi guardai intorno cercandoli con lo sguardo, non vedendoli da nessuna parte. Lì cercai per l'intera casa ma era vuota. Forse erano usciti dimenticandosi di me.

No, era impossibile. Loro non si sarebbero mai dimenticati di me, come potevano.
Uscii di casa per cercarli, ritrovandomi in una casa a me sconosciuta. Forse si trovavano qui. Forse stavano giocando a nascondino con me. Sì, probabilmente era così. Sentii dell'acqua sotto i piedi. Forse qualcuno aveva versato un bicchiere per terra. Guardai per terra: non era acqua, ma sangue. C'era sangue ovunque. Mi guardai bene attorno, come se prima fossi stata cieca, vidi dei corpi ricoperti di sangue. C'erano i miei genitori, il signor William e i suoi figli, c'era perfino il signor Mason, sua moglie e sua figlia, ed erano tutti morti. Urlai. Urlai con quanto fiato avessi in corpo, fino a esaurirlo.

Aprii gli occhi disperata e con in cuore in gola. Il mio viso era inondato di lacrime. Singhiozzavo e tremavo come una foglia. Da quando era morta mia madre non facevo che fare incubi di questo genere, che mi tormentavano lasciandomi ogni volta sconvolta.
Mi sedetti asciugandomi il viso ricoperto di lacrime con la coperta. Presi un bel respiro per aiutarmi a calmarmi. Guardai fuori dalla finestra, era l'alba, il sole non era ancora sorto all'orizzonte.

Mi alzai dal letto, mi diedi una rinfrescata e mi vestii.
Uscii dalla porta che portava in un altro corridoio, probabilmente quello della servitù. Scesi fino in cucina, ricordandomi la strada da percorrere, trovando la signora White intenta a preparare la colazione. Le diedi il buongiorno che lei ricambiò.

<<Già in piedi, cara?>>. Annuii. <<Dev'essere stata dura la giornata di ieri per te. Sperò solo che oggi quella monella non ti dia tanto da fare>>.
<<Di chi state parlando, signora White?>>. Era la signora Cook. Quella donna aveva la capacità di sbucare all'improvviso alle spalle da non si sa dove. Era come un fantasma che attraversava le pareti per spaventarti.
La signora White sobbalzò. <<Della signorina>>.

<<Quella monella. Ieri la signora era disperata, non sa come tenerla a bada, e il marito non l'aiuta affatto. Povera la mia signora>>. Scosse la testa affranta.
<<Cara, vi vanno delle uova per colazione?>>, mi chiese gentilmente la signora White. Le accettai volentieri, mangiandole in silenzio.
Dopo poco arrivò anche il signor White. <<Che buon profumino di uova>>.
<<Per voi c'è solo del porridge. Avete sentito cos'ha detto il dottore: niente uova>>.
<<Porridge?>>, esclamò il marito.
<<Sì, porridge>>. Gli servì sotto al naso una ciotola.

Il signor White guardò il suo porridge con disgusto. Sua moglie gli lanciò un'occhiataccia e lui mangiò in silenzio.
Finii la mia colazione e andai di sopra a svegliare la signorina Mason.
Bussai alla sua porta senza ricevere risposta, probabilmente stava ancora dormendo. La signora Cook mi aveva detto che la signorina non era mattiniera e che dovevo svegliarla con le cattive se necessario. Entrai trovandola ancora profondamente addormentata. Quando dormiva sembrava un angelo. Andai a tirare le tende per far entrare luce nella stanza. Lei per tutta risposta si rigirò nel letto infastidita da un raggio di sole che le aveva colpito il viso.

Andai da lei e la scossi con gentilezza. <<È ora di alzarsi, signorina>>. Lei per tutta risposta si tirò le coperte fin sopra la testa. Così ci riprovai. <<Su, alzatevi>>.
<<No>>, protestò.
<<Per favore signorina, alzatevi, fate la brava>>.
<<No>>. Era impossibile.
Così decisi di scoprirla. Lei per tutta risposta mi guardò male.
<<È inutile che mi guardiate male. Dovete alzarvi>>.
<<No>>, ripeté.
<<Sapete dire solamente no?>>. Stava per dire qualcosa ma ci ripensò e tacque. <<Allora alzatevi da questo letto>>. Sbuffò restandosene a letto.
Sentimmo bussare alla porta. Era la signora Cook venuta a vedere come me la stessi cavando.

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