Capitolo I seconda parte

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Conobbi gli altri che lavoravano in quella grande casa, l'uomo che mi aveva accompagnato in cucina era il signor White, ed era il maggiordomo del signor Mason, sua moglie invece era la cuoca. Scoprii che oltre a Annie, c'erano altre quattro cameriera, e c'erano altre persone che lavoravano lì che non incontrai. Non avevo mai pensato che oltre ai padroni di casa ci potessero essere altre persone a mantenere una casa, pensavo che succedesse solo a Buckingham Palace dove vi vivevano i reali.

<<Lei e la signora Cook l'hanno cercata per tutta la casa. E lei dov'era finta, nella stanza da pranzo, seduta a ridersela>>, stava raccontando il signor White a sua moglie.
<<Povera bambina, quella monella l'ha fatta correre per tutta la casa>>. Si portò una mano sul petto ampio.
<<Il padrone è troppo buono con quella bambina>>.
<<Dovrebbe sculacciarla come si deve, invece le fa fare tutto quello che vuole>>.
<<Già>>.
<<Fortuna che quando non c'è, la signora ci dà il permesso di batterla, almeno si calma un po' quella monella>>.
<<Se fosse per la signora a quest'ora sua figlia sarebbe una signorina per bene>>.
<<Hai perfettamente ragione, caro. Quando la signorina si comporta male ricordati di batterla>>, si rivolse a me la signora White.
<<Batterla, signora?>>.
<<Sì, così>>, picchiò il marito <<I tuoi genitori non lo facevano con te?>>. Scossi il capo. <<Benedetta ragazza>>, esclamò portandosi le mani al viso <<così giudiziosa da non essere mai stata battuta>>.
<<Di cosa state parlando voi!?>>. Ci voltammo tutti, a parlare era stata la signora Cook. <<Sempre a parlar male, vero?>>.
<<Ma no signora Cook, stavo solo dicendo quanto fosse giudiziosa, Isobel>>.
<<Mmh... sì, devo dire che finora si è comportata bene, non ha dato nessun problema, e a quanto pare il padrone l'ha presa in simpatia>>.
<<Cara, pensa che il signore l'ha fatta sedere a tavola con loro>>.
<<Ma davvero!?>>, esclamò stupita. Il marito annuì in risposta.
<<A quanto pare, i bambini per bene perdono i genitori, e quelli pestifero hanno tutte le fortune di questo mondo>>, commentò la signora Cook.
<<Avete proprio ragione>>, disse la signora White.

Ne avevo abbastanza delle loro chiacchiere, mi stavano dando la nausea. Non avevo mai conosciuto persone che parlassero male d'altri, in special modo di una bambina indifesa. Forse adesso iniziavo un po' a comprendere il comportamento della signorina. Probabilmente chiunque sarebbe diventato pestifero e capriccioso con gente che non fa altro che parlar male di te e che ti picchia quando tuo padre non è in casa per impedirlo.
<<Se permettete, penso che sia ora di andare per me. Forse la signorina sarà tornata nelle sue stanze>>.
<<Sì, probabile. Ti accompagno>>. Si offrì il signor White.

Mi lasciò davanti alle stanze della signorina Mason, dicendomi che se non l'avessi trovata potevo tornare in cucina se lo desiderassi. Sinceramente non avevo voglia di tornarci.
Entrai, ma dentro non c'era nessuno. Provai in camera da letto, ed era lì. Se ne stava seduta sul tappeto con un libro in mano. Il mio cuore si fermò. Era uno dei libri di mia madre, ne riconobbi la copertina.
<<Chi ti ha dato il permesso di entrare? Quando sei nelle mie stanze devi sempre bussare>>, mi disse quando si accorse della mia presenza.
Mi ricomposi. <<Mi spiace signorina, vi stavo solamente cercando>>.
Sbuffò. <<È impossibile trovarmi quando mi nascondo, almeno che non mi stufi e non decida di farmi trovare>>. Tornò a leggere il suo libro.
Rimasi lì impalata fino a che non sbuffò nuovamente impazientita. <<Hai intenzione di restare lì impalata a fissarmi o cosa!?>>.
<<No, signorina>>.
<<Allora smettila>>.
<<Sì, signorina>>. Era piuttosto permalosa. <<Mi scusi signorina, è in ritardo per la sua lezione pomeridiana>>, le rammentai.
<<Oggi non ho intenzione di andare da quel vecchio sordo. Me ne resterò qui a leggere il mio libro>>.
<<Così si arrabbieranno con voi, signorina>>.
<<Sono sempre arrabbiati con me>>, disse queste parole con una punta di tristezza nella voce. La cosa mi rattristò molto.
<<È interessante il libro che state leggendo?>, le chiesi per distrarla.
Mi scrutò. <<Diciamo che è uno dei miei preferiti, ma comunque sia... che ne sa una come te di libri, probabilmente nemmeno sai leggere>>.

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