Capito Due.

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"Il male viene fatto senza sforzo, naturalmente, è l'opera del fato; il bene è sempre il prodotto di un'arte."
Charles Baudelaire

Arya

Per quanto fossi riluttante all'idea di essere invecchiata di un altro anno, il giorno del mio compleanno era arrivato.

Quando l'autunno spogliava i rami ormai diventati secchi e il freddo cominciava a grattare sul corpo, ecco che arrivava il mio giorno.

Qualcuno bussò alla mia porta. Sbuffai sonoramente, perché sapevo esattamente chi fosse venuto a disturbare.

"Apri questa porta, troietta!"  La voce dell'unica coinquilina donna con cui dividevo la casa, nonché la mia migliore amica, mi incoraggiò allegramente.

Appena aprii, Cameron sollevò all'altezza del viso un muffin al cioccolato con una candelina sopra. "Ventisette anni si compiono una sola volta"

"Veramente è così per ogni anno"

Cameron ignorò la mia solita imperturbabilità anche alle situazioni che mi riguardavano, e m'incitò, sventolandomi davanti il dolcetto, "Avanti, esprimi un desiderio!"

Decisi di non infierire ulteriormente e con la mente completamente svuotata, soffiai.

Dopo esserci liberate della candelina, Cameron si sedette sul mio letto, lanciandomi uno sguardo che la diceva lunga.

"No. Lavoro."

La migliore amica ghignò soddisfatta, "Ho chiamato Taylor. Hai la giornata libera."

Le lanciai uno sguardo esasperato, agguantando un pezzo di muffin.

Soltanto lei, poteva farla franca con il manager del Wood Era.

"Dove hai intenzione di portarmi, brutta stronza?"

"Andremo a fare colazione, shopping, ancora shopping, e soprattutto... questa sera andremo a ballare!" batté le mani, soddisfatta dei suoi piani.

Non che non mi facesse piacere, soprattutto avere una giornata libera, ma il giorno del mio compleanno era sempre stato un tasto dolente. Da piccola.


Qualche ora dopo, Oxford Street era pregna di turisti e gente di ogni tipo.

Eravamo da Costa, ponderando bene cosa prendere.

Alla fine, io avevo ordinato un Americano con un croissant alla crema, Cameron un White Mocha senza niente da mangiare.

Agguantammo la nostra colazione e andammo a sederci in uno dei pochi tavolini liberi.

"Allora, allora..." Cominciò Cameron, dopo aver fatto un sorso minuscolo, "Stasera voglio scopare"

Strinsi il bicchiere di carta tra le dita, riscaldandomi, "E quando mai... Ogni occasione è buona, per te"

Lei si scostò i lunghi capelli ramati dietro le spalle, guardandomi con l'aria di chi ne sapeva una più del diavolo, "E anche tu, ti troverai qualcuno"

"Cam..."

"Cam, un cazzo! Da quant'è che non ti fai una scopata, Arya? Ne avresti bisogno! Lavori in continuazione e quando sei libera, dormi..."

Bevvi il mio Americano, attenta a non ustionarmi la lingua, prendendomi il mio tempo.

Dopo un po' i miei occhi s'incatenarono ai suoi, "Cam, io vorrei davvero farmi una scopata, e forse anche più di te. Ma la maggior parte degli uomini sanno solo infilarlo e basta..."

La mia migliore amica cominciò a ridacchiare, "Perché tu adocchi sempre gli inebetiti."

Sospirai, "Vero."

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