"Lì dove cadi, proprio lì dove sei inciampato, se scavi troverai un tesoro."
Carl Gustav JungArya
La paura, ti trasforma in un bambino che non è mai stato amato.
Ti risveglia, ti percuote e ti prosciuga.
La paura, ha il suo bel paio di occhi.
Occhi che io, non avevo mai visto, e che continuavano a tormentare i miei sogni.
Occhi, che sapevano perfettamente, di avermi fatta cadere in una trappola.
Una trappola, dal sapore agrodolce.
Ed io, continuavo a riversare la mia anima nella sua, intrappolandomi, con le mie stesse mani, in un labirinto senza vie d'uscita.
Non avrei mai potuto immaginare che un uomo, senza alcuna identità, fosse diventato il mio nuovo tipo di droga preferita.
Era come l'eroina, ma più potente.
E scivolava dritto nelle vene, contaminando tutti i pensieri, impreziosendo di bianco vertigine tutti i miei neuroni.
"Sveglia, bell'addormentata nel bosco!" Cameron aveva fatto interruzione nella mia camera, tenendo fra le mani una tazza fumante di caffè.
La ringraziai con un sorriso, aggrappandomi al sapore dolce e leggermente acido della mia bevanda preferita, come se da esso, ne dipendesse la mia stessa vita.
"Datti una sistemata, che tra un'ora passa Aaron"
Cameron, come aveva stabilito, era riuscita a convincere la sua nuova cotta.
Non che ci avesse impiegato poi molto.
Aaron si era dimostrato subito disponibile, accettando di buon grado il suo invito, proponendo addirittura di andarci con la sua macchina.
Dal mio canto, invece, avevo dormito tutta la giornata.
Non ero andata a lavoro, perché avevo dato le mie dimissioni il giorno prima, nonostante non fossi sicura di riuscire ad ottenere un posto al club.
E, nonostante, non avessi dato neanche un preavviso di almeno due settimane.
Chissà se, anche al club, lui avrebbe fatto la sua comparsa.
Non facevo altro che chiedermelo.
"Hai fatto colpo, brutta stronza" Ridacchiai, alzandomi dal letto.
"In effetti, non c'è voluto molto. E' un buon segno, secondo te?"
Cameron, una pantera dagli occhi smeraldo, con un'autostima invidiabile, aveva, in quel momento, uno sguardo ombrato da un velo di timore.
"Chi sei, e cosa ne hai fatto della mia migliore amica?" Le domandai, retorica.
La rossa, si accomodò sul letto, tenendo lo sguardo fisso verso la punta delle scarpe, "Mi piace, ma mi chiedo se per lui valga lo stesso."
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Alba
RomanceCos'è il buio? Qual è la peggiore perversione umana? E perché le ossessioni sono tutte malate? Perché troviamo conforto nelle nostre tristezze? Perché a noi piace piangere? Perché siamo cresciuti tutti in delle famiglie disfunzionali? Perché quello...