Capitolo Sei.

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"I am the key to the lock in your house,
that keeps your toys in the basement,
and if you get too far inside,
you'll only see my reflection."
Climbing up the walls - Radiohead

Arya

Quando, il bene, poteva dirsi affine al male?

Quando, il male, vinceva su di esso?

Io non lo sapevo, come non avrei mai immaginato, che un diavolo potesse essere così dannatamente bravo.

Bravo a prenderti per mano.

Bravo a trascinarti nel sudiciume del buio.

Con stampato in faccia un sorriso da felice mietitore, ti convinceva che il male fosse, comparato al bene, qualcosa di superiore.

Il bene, una forza che sembrava affievolirsi con lo scorrere inevitabile del tempo, e che sembrava, ai miei occhi, un'utopia, al momento, inaccessibile.

Avrei voluto assaggiarne un pezzo, ma lui era lì.

E non c'era modo di venirne a capo.

Il toro infuriato, afferrò il vassoio con i calici e lo scaraventò per terra.

I cristalli pregiati schizzarono ovunque, producendo un rumore assordante.

E mentre si disintegravano in mille pezzi, il mio cuore fece lo stesso.

Nessuno batté ciglio.

I gemiti e le urla continuarono indisturbati.

Mi voltai verso Cameron, ma di lei, non c'era alcuna traccia.

Prima che potessi protestare, l'uomo mi afferrò il gracile polso, tirandomi verso l'angolo dove provenivano le urla.

Lì dentro, la musica opprimente si udiva appena, e le luci soffuse, rendevano complicato mettere a fuoco quello che mi circondava.

Camminava a passo spedito, costringendo anche me a seguire lo stesso ritmo.

Sfilammo in una lunga serie di corridoi dall'odore stantio, e mi venne naturale paragonare, tutto quello che mi circondava, ai vari gironi dell'Inferno descritti da Dante Alighieri.

La stanza in cui mi obbligò ad entrare, era il nono e ultimo girone.

A quanto pareva, avrei avuto anche io, un assaggio di quella tortura.

La stessa di Giuda, Bruto e il famigerato Lucifero.

"Avrai sete. Bevi." Fece oscillare, davanti al mio naso, un bicchiere di quella che aveva tutta l'aria di essere della semplice acqua.

L'afferrai con dita tremolanti, senza proferire parola.

Bevvi tutto d'un fiato, guardandomi attorno e studiando lo spazio circostante.

Le pareti erano di un bordeaux scuro, illuminate da un flebile lampadario, che emanava piccoli raggi di luce, creando un'atmosfera velata, quasi intima.

Non c'erano finestre, ma la temperatura era regolata da vari condotti d'aria, che, alla prima occhiata, quasi non si notarono.

Erano appesi, su tutte le pareti, quadri di medie dimensioni, dallo stile barocco.

Mi trascinai, con una fatica inusuale, sul pavimento di marmo nero, sentendo l'urgenza di appoggiarmi sul grosso letto che dominava l'intero ambiente.

Alba Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora