4. Dressrosa: a Mission Impossible

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In verità dopo essersi incrociati a più riprese nel giro di poche settimane, Sahara e Doflamingo non ebbero più motivo di incontrarsi per almeno un anno e mezzo.

Lei era troppo occupata ad accrescere la sua fama come cacciatrice di taglie, lui era indaffarato a produrre e smerciare il suo nuovo prodotto di punta, gli SMILE.

C'erano inoltre varie vicissitudini che avevano scosso il Nuovo Mondo: la grande guerra di Marineford a cui Sahara aveva partecipato più per dovere che per piacere –si era limitata a fissare lo scontro appoggiata alle cinta murarie, affettando con la sua lama chiunque osasse avvicinarsi- e l'avvento di Akainu come grand'ammiraglio al posto di Sengoku. Ecco, quest'ultimo aspetto era degno di nota; da quando trattava le catture dei criminali a tu per tu con Akainu, i rapporti con la Marina si erano raffreddati.

Sahara non era mai andata particolarmente d'accordo con Akainu sin dai tempi in cui lui non era altro che un ammiraglio. L'uomo, in qualche modo, aveva capito che la cacciatrice non credeva davvero nella giustizia profusa dalla Marina quindi la considerava una nemica da allontanare.

Le collaborazioni tra i due negli ultimi tempi si erano ridotte all'osso e Akainu aveva osato addirittura proporle solo una percentuale delle taglie che riscuoteva e non l'intera somma che le spettava. Roba da pazzi e da denuncia se non fosse che ahimè, lui teneva il coltello dalla parte del manico.

Arriverà il giorno che me la pagherà quel fottuto cane del Governo, pensò lei con ira.

Stava giusto affogando il dispiacere sorseggiando dell'ottimo whiskey quando ricevette una chiamata.

"Pronto?" rispose distratta, lasciandosi ricadere sul pregiato divano del salotto di casa sua.

"Sono Sengoku. Ti disturbo?"

Lei scattò sull'attenti. Era da mesi che non lo sentiva e le era stranamente mancato, forse perché era abituata alla presenza costante di quell'uomo solo dall'apparenza burbera nella sua vita priva di veri legami.

Inutile girarci attorno, Sengoku per la cacciatrice era quanto di più simile a una figura paterna.

"Sengoku! Certo che no."

"Ho bisogno di te."

"Mmm vecchio Sengoku, così suona parecchio male" lo canzonò.

"Mi spiego meglio, ho bisogno della tua lama. Hai tempo per incontrarci?"

Stabilirono data e luogo eppure quando Sahara sopraggiunse nel posto designato, Foodvalten, un'isola del Nuovo Mondo che era stata in passato un protettorato di Barbabianca, l'ex grand'ammiraglio le fece cenno con la mano di ammutolirsi e di non dire nulla, mentre la conduceva nelle profondità di un bosco sperduto, lontano dalla cittadina in cui si erano dati appuntamento.

"Qui non potranno sentirci" le spiegò, mentre si arrestava in mezzo alla fitta vegetazione e incrociava le grosse braccia al petto. Era vestito da civile, con una camicia a mezze maniche dai motivi floreali mentre un grosso cappello gli oscurava parte del volto, da cui sbucavano solo gli occhiali e il lungo pizzetto bianco. Così mascherato era irriconoscibile persino a lei, pareva un nonnetto qualsiasi.

"Da chi ci stiamo nascondendo?" gli domandò Sahara, guardandosi attorno circospetta, già pronta a impugnare la spada.

"Da Akainu" lei lo fissò senza capire e lui si affrettò a fornirle maggiori dettagli, "il suo modo di gestire la Marina è troppo estremista. Così è nata una divisione segreta e parallela, gestita dal sottoscritto anche se mi fingo in pensione, che si occupa proprio di certi casi in maniera più democratica."

"Capisco."

Quindi Akainu stava sul cazzo proprio a tutti, anche alla sua stessa fazione. La cosa non la stupiva più del previsto.

La Ballata della CacciatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora