20. Road to Perdition

96 1 0
                                    




Trascorsero diversi mesi da quell'episodio.

Sahara Visser continuava a dare la caccia a criminali per puro sfizio e la cosa, come sempre, le riusciva a meraviglia. In quel lasso di tempo Sakazuki non l'aveva ancora contattata e quindi i due nemici avevano proseguito con le loro vite senza incontrarsi, per la gioia di entrambi.

E il tempo libero? Lo occupava a Dressrosa, a palazzo reale.

Da quando era nata, Sahara era sempre stata sola. I suoi primi ricordi risalivano all'età di tre anni: c'era lei che sopravviveva in un vicolo buio e sporco di Alabasta. Senza nessuno. Le opzioni erano due, o era orfana oppure era stata abbandonata. A prescindere, doveva trovare un modo per non soccombere. E così aveva fatto ed era diventata una tra i migliori spadaccini del Nuovo Mondo.

Eppure, ora non era più sola e si ritrovava a condividere la vita con Donquijote Doflamingo, ragionò lei, mentre percorreva i corridoi del palazzo reale.

Una risata cattiva le raggiunse le orecchie prima ancora che spalancasse con le mani la porta della sala dei semi.

In fondo alla stanza, Doflamingo sedeva a cavalcioni sul trono, un sorriso affilato cucito sulle labbra mentre fissava Diamante, in piedi di fronte a lui. Ma quello del corsaro era un sorriso glaciale e di circostanza.

"Fufufu e così quegli inutili nani si stanno ribellando?"

"Sì, Doffy. E' già il secondo giorno che provano a scatenare una rivolta nella fabbrica."

Qualche attimo di irrequieto silenzio precedette la domanda precisa di Doflamingo.

"E perché se è il secondo giorno lo vengo a sapere solo adesso?"

La voce del Re di Dressrosa era falsamente calma e quindi ancora più pericolosa.

Diamante per un attimo rimase spiazzato ma cercò di recuperare terreno, "P-perché pensavamo di farli desistere senza tirarti in mezzo."

"Ma come ogni volta, poi, avete bisogno del mio intervento" concluse Doflamingo, perdendo definitivamente il sorriso.

Dellinger, un suo ufficiale particolarmente svalvolato sollevò la mano in aria, "Signorino, permettimi di portare a termine l'incaricò. Vado a dargli una bella lezione hi hi hi."

Doflamingo sembrò accorgersi solo in quel momento che un'altra presenza da qualche secondo si era unita a loro e l'espressione che gli attraversò il volto era di autentico disappunto tuttavia, quando si accorse che quella figura non era altri che Sahara, l'espressione cambiò ancora una volta e divenne soddisfatta.

"Visser, mia cara. Fatti avanti" l'accolse con tanto di braccia spalancate e lei allora avanzò per la sala avvertendo gli sguardi di Diamante, Trebol e Dellinger puntati addosso.

"Sicuro? Mi sembri abbastanza impegnato."

"Per te ho sempre tempo. Su, vieni qua" la esortò ma vedendo che lei esitava, Doflamingo si alzò in piedi e le andò incontro. Poi veloce le passò un braccio attorno alla vita e sollevandole il volto con la mano destra la baciò.

Se il bacio all'inizio sembrava un semplice saluto, nel giro di pochi istanti si fece spinto con la lingua dell'uomo ad accarezzarle lentamente le labbra per chiedere un maggiore accesso. Lei ovviamente glielo concesse ma dopo qualche attimo di pura libido si stacco dalla bocca del pirata, sentendosi un po' imbarazzata dalla presenza di tutti quegli ufficiali attorno.

Si schiarì la voce, "Beh, quindi nani eh?"

La fissò dritto negli occhi, "Già nani, Tontatta ad essere precisi. I peggiori. Ma ora non mi interessano" riprese Doflamingo prima di spingerla con la mano in direzione della porta, "Dellinger, pensaci tu. Ma lasciali vivi, capito? Solo una lezione per questa volta."

La Ballata della CacciatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora