5. Hate and Anarchy

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Il Re di Dressrosa era in piedi davanti a lei, bello quanto pericoloso. Una camicia bianca gli fasciava alla perfezione il fisico muscoloso, probabilmente fatta su misura e ondeggiava aperta attorno ai suoi addominali scolpiti.

L'iconica giacca rosa gli avvolgeva le ampie spalle donandogli un fascino decisamente illegale tanto quanto il sorriso storto che le stava rivolgendo.

Sahara si ritrovò a pensare che era l'unico uomo sulla terra a potersi permettere di indossare una giacca tanto stupida senza sembrare un completo imbecille. Anzi, appariva addirittura sexy.

"Doflamingo" si sforzò di salutarlo Sahara.

"Per te sono solo Doffy. Posso?" le domandò il pirata accennando alla sedia vuota di fronte a lei.

La cacciatrice stava per aprire bocca e rispondergli di no, che non poteva, ma lui non le diede il tempo di replicare e si sedette come se fosse a casa sua.

"Bene Doffy, ero pronta a dirti che non puoi sederti in realtà, quindi che ne dici di farmi la cortesia di rialzarti?" provò a convincerlo.

"Non avevo davvero intenzione di darti retta fufufu."

"Sempre galante."

Lui ignorò l'appunto e sorrise con quel suo fare canzonatorio. "E così sei finalmente venuta a trovarmi. Anche se ce ne hai messo di tempo, cosa saranno passati, ormai due anni dal nostro ultimo incontro?"

"Noto che hai tenuto conto dei giorni trascorsi in mia assenza, sono quasi lusingata. Mi duole quindi comunicarti che non sono qui per te. Non sei il centro del Nuovo Mondo per quanto tu probabilmente sia convinto del contrario" gli rispose fredda, incrociando le braccia al petto.

Doflamingo aderì con la schiena alla sedia e al gesto i pettorali si ingrossarono, "Ho le prove concrete come i fatti e i dati che invece sì, sono il centro del Nuovo Mondo. Però continua pure con il tuo discorso."

Lei ringhiò, già esasperata dal dialogo, "Vedo che non sei affatto migliorato. Anzi, forse la tua stronzaggine è addirittura aumentata, se possibile."

"La tua presenza accende i miei lati migliori, in tutti i sensi" la provocò il pirata biondo, "Che ne dici di quell'invito a cena? Non dimentico mai i miei affari in sospeso."

Lei alzò gli occhi azzurri al cielo, "Non sono un affare! E dico di no."

Doflamingo scoppiò a ridere e gettò la testa all'indietro. "Continui a fare la difficile" commentò prima di tornare a scrutarla, leccandosi lentamente il labbro inferiore e suo malgrado Sahara deglutì ritrovandosi a fissare ipnotizzata il movimento sensuale della lingua –cazzo, ogni volta ci cascava!-, "sarà ancora più divertente quanto finalmente cadrai ai miei piedi."

"A cadere sarà la tua testa se non la pianti, affettata dalla mia lama!"

Lui ignorò il commento e si prese qualche istante per studiarla con attenzione. Lo sguardo dell'uomo, intuibile da sotto gli occhiali da sole, percorse l'abito che le rivestiva a malapena le curve. Ad essere precisi Doflamingo si soffermò fin troppo a lungo sulle sue tette ma poi ebbe la decenza di rialzare lo sguardo negli occhi di lei, trovandola intenta a scrutarlo con tanto di sopracciglio inarcato.

"Indossi abiti del posto e non da cacciatrice."

Lei sospirò annoiata e portò il bicchiere alle labbra, ingerendo un piccolo sorso di liquido ambrato, "Ho deciso di prendermi una pausa dal lavoro" gli spiegò lentamente, osservando come mutava la reazione dell'uomo, "Sono in vacanza e ho comprato addirittura una casa."

L'espressione di Doflamingo era perplessa; una vena comparve sulla sua fronte e prese a pulsare, contraendosi appena. Sahara non capì se fosse un allarme da cogliere.

La Ballata della CacciatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora