17. Die Another Day

96 1 0
                                    







Da quando Sahara era una ricercata la sua vita si era fatta ancora più folle.

Eppure lei continuava a vivere da incosciente. Non si privava dei piaceri della vita né tanto meno aveva smesso di mettere piede nelle taverne.

Ogni giorno qualcuno di nuovo provava ad ammazzarla, che fossero marines o pirati incredibilmente stupidi e lei era costretta a sfoderare di continuo la spada.

Di conseguenza quel pomeriggio fu assai sorpresa di riuscire a ordinare da bere senza essere presa di mira da nessuno. Per una buona volta tutti i farabutti sembravano troppo presi dal mangiare per notarla.

"Del whiskey, senza ghiaccio" ordinò come sempre.

Il barista, un omone sulla cinquantina, si allontanò per prendere una bottiglia e un bicchiere di vetro ma quando tornò e la mise a fuoco la sua espressione cambiò del tutto.

"Sei Sahara Visser. Non ti avevo riconosciuta."

"Non dirmi che sei uno di quelli che vogliono la mia testa. Concedimi una tregua, per carità."

Lui sorrise, "C'è gente tanto sfacciata da pensare di batterti?"

"Dalla tua risposta deduco che non ti unirai a quella gente tanto sfacciata."

Il barista le indicò con il pollice una decina di taglie che erano appese dietro al bancone, "Ma scherzi? Per me sei una leggenda. Ti ho appesa tra le persone che stimo di più. Questo whikey lo offre la casa" aggiunse spingendo verso di lei l'intera bottiglia.

Sahara aggrottò la fronte nel vedere il proprio manifesto al fianco dei quattro Imperatori e di altri soggetti del calibro di Eustass Kidd e di Sabo.

"Non pensavo di avere ammiratori."

"Da quando hai tradito la Marina in molti ti rispettano, cacciatrice."

Mmm, meglio non spiegargli che non aveva tradito proprio nessuno.

Stava per ribattere ma si accorse che la faccia del barista era sbiancata all'improvviso, "Merda" sbottò e lo vide afferrare un fucile da sotto il bancone per puntarlo verso la porta che si era spalancata, "Ehi tu, non hai letto il cartello? Non sono ammessi marines in questa taverna. Quindi sloggia."

Sahara si girò sulla sedia per vedere di chi si trattasse e quando riconobbe Smoker la mascella quasi le cadde per terra.

"Ehi Fumatore, quanto tempo!"

Non riuscì ad aggiungere altro che Smoker, il suo vecchio alleato, attraversò la sala di corsa e le diede un pugno in pieno volto.

Sahara volò contro al muro, a qualche metro di distanza, più per la sorpresa che per l'impatto in sé.

In verità non l'aveva colpita con forza e Sahara si accorse subito del dettaglio.

"Smoker ma che cazzo significa?!"

"Sei solo una sporca criminale" ringhiò lui ad alta voce mentre la raggiungeva e passava in mezzo agli altri ricercati che si erano raggomitolati come a nascondersi dal marine.

Sahara si rialzò in piedi, "Hai sbattuto la testa per caso, razza di cretino?"

Smoker le si gettò addosso e i due rotolarono l'uno sopra l'altro. Poi approfittò della confusione per avvicinare le labbra al suo orecchio e sussurrarle: "Sakazuki mi ha mandato a catturarti. E sai meglio di me che la cosa non ha senso, tu sei molto più forte."

Lei lo scrutò con gli occhi spalancati, "L'ha fatto per tagliarti fuori dalla Marina?" sussurrò a sua volta, per non farsi udire da nessuno.

"Userà la scusa che non sono riuscito a catturarti per declassarmi."

La Ballata della CacciatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora