6. Once Upon a Time in the Royal Palace

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Aveva raggiunto le mura del palazzo reale. Dal basso Sahara riusciva a scorgere ogni dettaglio delle torri rossastre che si innalzavano eleganti verso il cielo azzurro di Dressrosa.

Ci aveva impiegato ben due ora a salire l'altopiano e se non fosse stato per merito delle sue abilità atletiche sarebbe giunta in cima mezza morta. Una cosa però era certa: l'ingegnere che aveva progettato il palazzo in una posizione simile doveva essere un sadico stronzo.

Sahara bussò al pesante portone con tutta la forza che aveva e rimase in attesa.

Ad aprirle, parecchi secondi più tardi, ci pensò una giovane donna vestita da cameriera, anche se per essere una domestica vestiva in modo decisamente succinto, con parte del reggiseno di pizzo in bella vista.

"Che vuoi?" le chiese la cameriera sbuffando platealmente, mentre era intenta ad aspirare da una sigaretta.

Sahara sorvolò sull'accoglienza pessima e andò al dunque, "Devo incontrare Doflamingo."

La sua interlocutrice fece un altro tiro di sigaretta, gettando con un gesto stizzito la lunga chioma scura dietro al collo, "Il Signorino è in riunione. Ripassa un'altra volta ma prima ricordati di fissare un appuntamento. Non riceve mai senza" le spiegò con noia ed era già pronta a chiudere il portone quando Sahara glielo impedì, mettendosi in mezzo.

"Aspetta" la bloccò la cacciatrice, "io ho bisogno di entrare. Credo che tu non mi abbia riconosciuta: sono Sahara Visser, cacciatrice di taglie. Forse avrai sentito parlare di me."

"I-io sì, ho sentito parlare di te...ma ehi, aspetta ho capito bene...hai detto che hai bisogno di me???" trillò la cameriera cambiando completamente tono.

Perché pareva così euforica di punto in bianco?

Certo che Doflamingo si circondava di un personale davvero anomalo, però la cameriera pareva essersi resa più disponibile nei suoi confronti e ci mancava poco che le lanciasse cuoricini dagli occhi.

Sahara ne approfittò, "Esatto, ho proprio bisogno del tuo aiuto per entrare" ripeté, visto che per quale assurdo motivo sembrava essere la frase giusta per accedere a palazzo, "Cercherò di essere breve, so che Doflamingo si sta incontrando con Akainu, il grand'ammiraglio della Marina in questo preciso momento. Ecco, come spiegartelo, io devo partecipare."

La domestica sembrò tornare in sé nell'udire l'intero discorso e dopo aver soppesato le sue parole si aprì in un sorriso a tratti rassegnato. "Ho deciso, certo che ti lascio passare! Quel bastardo ha appena ucciso un altro mio pretendente. Si merita che gli rovini gli affari, entra pure!"

Cazzo, era proprio la sua giornata fortunata.

Sahara la ringraziò con un cenno ed attraversò il giardino reale non prima di aver udito le ultime parole della strana donna: "prima porta a sinistra, ultimo piano. Salutalo da parte mia, digli che ti manda Baby 5."

Il lungo vestito pieno di balze la intralciava nei movimenti e più di una volta rischiò di inciampare nelle scale.

Le mancavano da morire i suoi pantaloni larghi e i suoi comodi stivali da combattimento. Recitare il ruolo di un'altra se stessa stava diventando sempre più faticoso.

Quando Sahara raggiunse l'ultimo piano aveva rischiato 2 volte di slogarsi la caviglia e circa 5 volte di rotolare sul costoso tappetto in velluto rosso.

Si sistemò le pieghe dell'abito e accostò l'orecchio alla porta sforzandosi di capire cosa stessero dicendo i due uomini dall'altra parte.

Avvertiva solo stralci della conversazione.

La Ballata della CacciatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora