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L'aereo sta quasi per atterrare e il rumore dei motori si fa più forte mentre inizia la discesa. Sento un leggero tremito e apro gli occhi, ancora assonnata. Accanto a me, Sanzu è nella stessa condizione, con la testa che si muove leggermente mentre cerca di svegliarsi. Le ore del volo sono passate velocemente, immerse in un torpore che ha reso il viaggio meno faticoso

Prima di scendere Sanzu si sistema una mascherina sulla bocca, probabilmente per coprire le cicatrici sui lati delle labbra

Finalmente tocchiamo terra. È una sensazione strana, quasi di sollievo, come se stessi tornando a una realtà più concreta dopo ore sospese tra cielo e terra. Mentre ci alziamo per prendere i bagagli a mano, noto come gli altri passeggeri sembrino tutti ugualmente stanchi, desiderosi di uscire dall’aereo e respirare aria fresca

Scendiamo dalla scaletta e il cielo di Philadelphia ci accoglie con il suo nero profondo, cosparso di stelle che sembrano brillare più intensamente del solito. L'aria della sera è fresca, un contrasto piacevole rispetto all'ambiente chiuso dell'aereo. Mi fermo un attimo a guardare il cielo, sentendo una strana tranquillità mista a una sottile eccitazione. Siamo finalmente arrivati dopo 15 ore di volo

"Ricordati di chiamarmi Hyokka" dico al rosa. Mi avvicino a Sanzu e, come da copione, mi attacco al suo braccio. Sento il suo calore attraverso la giacca, e so che d'ora in poi inizierà la nostra doppia copertura. Camminiamo verso il terminal, i nostri passi sincronizzati come se avessimo fatto questo mille volte. Dentro di me, sento una miscela di ansia e determinazione

Mentre ci avviciniamo all'uscita, il mio sguardo si sposta nuovamente al cielo stellato. C’è qualcosa di rassicurante in quel manto scuro e brillante, come se le stelle stesse ci stessero osservando, vegliando su di noi. Respiro profondamente e stringo un po' di più il braccio di Sanzu

"Devono venire gli organizzatori, giusto?" sussurro mentre camminiamo verso l'uscita dell'aereoporto
"Così era di patto. Sarebbero venuti due organizzazatori e ci avrebbero portato in hotel" dice tenendo lo sguardo fisso sul circolo di macchine, quando improvvisamente una si ferma di colpo davanti a noi, frenando bruscamente

"Hyokka Nomori?" chiede a gran voce un uomo, probabilmente sulla trentina, mentre abbassa il finestrino. Gli rivolgo un sorriso, salutandolo con la mano
"Piacere mio. Grazie per il passaggio" dico avvicinandomi. L'uomo mi sorride, uscendo dalla macchina per aprirmi lo sportello, mentre Sanzu si siede nel sedile davanti, sbuffando per qualche ragione

Rivolgo più di qualche sorriso gentile all'uomo, che si preoccupa di me come se fossi la cosa più preziosa al mondo. Mi siedo, e prima ancora di sistemarmi il ragazzo è già tornato alla guida, mentre igrana la marcia e fa partire la macchina, che si sposta velocemente dall'aeroporto

"È un grande onore per me avervi qui, signorina Nomori" dice l'autista, percorrendo la strada con lieve velocità
"È un piacere anche per me venire qui ed essere la prima ad esibirsi alla vostra inaugurazione. Le presento il mio assistente e agente personale, Haruchiyo" dico mettendo una mano sulla spalla di Sanzu, che da sotto la mascherina confabula un veloce saluto
"Il signore è malato? Perché indossa la mascherina, se mi posso permettere?" chiede l'uomo, voltandosi verso il rosa. Per un attimo sudo freddo, ma nascondo tutto dietro una risatina nervosa
"Il mio assistente ha avuto un intervento al labbro qualche giorno fa, e per non far entrare la cicatrice fresca a contatto con i germi, e il suo medico gli ha consigliato questo metodo" dico annuendo

L'uomo sembra crederci, e continua il suo viaggio per le strade di Philadelphia. Mi metto davanti il finestrino, e dal vetro noto come la città, anche a quest'ora, sia in pieno movimento. Un po' come la mia Tokyo, ora decisamente lontana

"Prima volta qui?" chiede l'uomo, guardandomi attraverso lo specchietto. Annuisco, non staccando lo sguardo dalla metropoli che oltrepassiamo velocemente
"Sicuramente vi piacerà. È caotica, ma sicuramente particolare" dice, prendendo una stradina secondaria
"Sa dirmi più o meno il programma di questa settimana? Non mi sono arrivati file di programmi o sistemazione notturna" dico, accavallando le gambe
"Diamine, credo di averlo mandato..." dice alzando gli occhi al cielo. Scuoto la testa, leggermente imbarazzata

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora