« 23 »

347 20 9
                                    

Un mese è trascorso dalla chiacchierata con Kokonoi, quando ho scoperto della morte di mio padre. Il dolore acuto è diventato un ricordo sbiadito, una ferita che ha iniziato a rimarginarsi. Ho imparato a convivere con l’idea di essere ormai orfana. Inaspettatamente, ho trovato conforto nei gesti quotidiani e nelle piccole attenzioni che Sanzu mi riserva. Sono sorprese inaspettate, piccoli segni di un cambiamento che non avevo previsto, come i bigliettini che lascia sul tavolo prima di partire per una missione, cosa che non ha mai fatto

Seduta accanto a lui in macchina, sento il motore che ronza sotto di noi mentre ci dirigiamo agli uffici della Bonten. Guardo fuori dal finestrino: la luce del sole filtra attraverso il vetro, scaldandomi. Sanzu è concentrato sulla strada, il volto serio, gli occhi celati dietro un paio di occhiali scuri

Ogni complimento che mi ha rivolto, anche quelli apparentemente casuali su come mi vesto, ha un peso particolare. Mi fa sentire bella, apprezzata in un modo che non avevo mai sperimentato prima. Ogni volta che si complimenta, il mio cuore batte un po' più veloce e mi colora le guance

Mi sorprendo a sorridere al ricordo di un momento particolarmente dolce, quando ho trovato un piccolo fiore appoggiato sul mio cuscino. Nessun biglietto, ma non ce n'era bisogno. Sapevo che era stato lui

La macchina si ferma a un semaforo rosso, e ne approfitto per osservare il suo profilo. C’è qualcosa di diverso in lui, una dolcezza nascosta dietro quella maschera di severità. Mi chiedo cosa lo abbia portato a cambiare così, cosa lo spinga a mostrarmi questo lato di sé. Forse non lo saprò mai, ma per ora mi basta sapere che c’è

Il semaforo diventa verde, e ripartiamo. Siamo quasi arrivati agli uffici della Bonten. Mikey ha richiesto la presenza di tutti i direttori, inclusa me che non lo sono. Strano da parte sua, solitamente convoca le persone a gruppi, mai tutte insieme

Arriviamo agli uffici segreti. La macchina sportiva si ferma in un parcheggio privato e scendiamo dall'auto, mentre seguo il rosa che percorre la strada verso gli ascensori. Entriamo e dopo qualche secondo siamo al piano più alto dell'edificio, la zona dove sono situati tutti gli uffici dei direttori e soprattutto quello del boss

"Sempre in ritardo lo scapolo!" dice una voce che riconosco abbastanza velocemente, mentre ci avviciniamo all'entrata dell'ufficio di Mikey. Ran è appoggiato al muro, sorridente quasi da strozzare. Agita la mano e suo fratello sottovoce gli sussurra di smetterla
"È sposato coglione. Scapolo non è esattamente il termine giusto" dice una voce più calma. Non conosco bene Kakucho ma so che, in termini di gerarchia, è il terzo più forte della Bonten. Sanzu alza gli occhi al cielo e si appoggia affianco a Ran, mentre mi metto davanti a lui a testa bassa
"So che possono essere tutti grandi teste di cazzo, ma non abbassare lo sguardo tesoro" dice qualcuno che riconosco al volo: alzo lo sguardo e Koko è al mio fianco. Ridacchio mentre lui mi dà una pacca sulla spalla
"La sposina del nostro numero due! Come stai bellissima?" dice Ran facendo qualche passo in avanti per prendendomi la mano per baciarla, ma Sanzu gli afferra il polso e lo stringe. Di risposta il maggiore degli Haitani ridacchia, e si becca un rimprovero dal fratello che però non fa effetto

Tra tutti questi uomini, Ran Haitani è sicuramente quello che sopporto di meno

Mentre ascolto Ran e Sanzu avere l'ennesimo battibecco, mi accorgo che siamo tutti qui, le stesse persone che erano presenti nella limousine qualche mese fa durante la cerimonia. La loro lite riempie l'aria, un sottofondo ormai familiare a cui sembra che nessuno faccia più caso

Osservo i volti attorno a me. C'è Kokonoi, con l'espressione leggermente annoiata mentre scorre distrattamente le notifiche sul suo telefono. Takeomi è appoggiato contro il muro, un sorrisetto ironico che gioca sulle sue labbra, come se trovasse divertente ogni scambio di battute tra i due. Anche Mochizuki sembra quasi divertirsi, con un sopracciglio alzato e un'aria di noncuranza. Gli altri presenti non sono da meno: Kakucho osserva la scena con un’aria di pazienza infinita, come se ormai fosse abituato a questi scontri, e Rindou ormai ha abbandonato l'idea di zittire il fratello. La cosa che mi colpisce è quanto le loro reazioni siano esagerate, quasi teatrali. Sorrisi di scherno, sospiri teatrali, occhi al cielo: è come se questa dinamica fosse parte integrante del loro quotidiano, un copione già scritto che si ripete

𝐅𝐀𝐊𝐄 𝐌𝐀𝐑𝐑𝐈𝐀𝐆𝐄 | 𝖲𝖺𝗇𝗓𝗎 𝖧𝖺𝗋𝗎𝖼𝗁𝗂𝗒𝗈Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora