Plusieurs cadeaux et trop de doutes

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Harry sapeva di dover giocare bene le carte in tavola, se si fosse concesso così facilmente tutto sarebbe finito, doveva attendere.

Scrisse quella sera stessa alla sua famiglia, ed era già impaziente di una risposta.

Nei giorni a seguire trovò diversi regali, dalle sfarzose collane, agli anelli con le più preziose gemme incastonate su di esso.

Le numerose lettere svolazzavano di stanza in stanza, trovando i migliori modi per nasconderle.

Fra i tovaglioli, fra i libri, persino sotto al leggio o fra le corde del pianoforte.

Il riccio sfruttò l'occasione, dedicava una massimo due orette al musica quotidianamente.

Il principe entrava silenziosamente e resta a sull'uscio della porta ad ascoltarlo.

Quella mattina assieme a Niall e Liam avevano il compito di lucidare con cura i pavimenti, ed erano esausti.

«Quando finirà...» si lamentò il biondo «Passiamo l'intera settimana a scorrazzare per loro e il fine settimana diventiamo ballerini»

«Potremmo star raccogliendo letame adesso, non lamentarti» lo sgridò Liam.

«Ma va? C'è sempre qualcosa di peggiore, stupido!» il riccio resto in silenzio a ridacchiare.

I tre vennero interrotti dall'arrivo del dignitario del principe, che si diresse verso Harry con una chiave fra le mani.

«E questa cosa sarebbe?» domandò.
«Il principe, per ringraziarla del suo efficiente servizio e grande impegno, le ha concesso una camera da letto privata»

Afferrò incredulo la chiave, spalancò la bocca e si voltò verso Niall, e senza proferire altra parola, se non uno sguardo di pura invidis, Zayn lasciò la stanza.

Non poteva credere ai suoi occhi, la stringeva come se fosse una sacra reliquia.

«Complimenti, amico!» si complimentò Liam «Vado a svuotare il secchio, quest'acqua ormai è putrida»

Non appena anche l'altro si fu allontanato, Niall corse a dare uno scappellotto all'amico.

«Lo so io in che modo hai dimostrato grande impegno, facendoti cavalcare per bene!» lo prese in giro il biondo imitando un uomo in sella a un cavallo.

«Sta zitto, scemo!» lo spinse via «E poi, non li abbiamo ancora fatto, è da un po' che non me lo chiede esplicitamente» ammise sorridendo all'ennesimo dono.

«Non fare quella faccia!» lo rimproverò «Inventati qualsiasi scusa ma non cedere, rivendere quei gioielli ci ha fruttato un bel gruzzoletto»

«Se lo venisse a sapere probabilmente mi ci strozzerebbe...» pensò a voce alta.

«Per questo ne terremo qualcuna da sfoggiare durante i vostri incontri segreti, a proposito, che fate quando vi vedete se non fate sesso?»

Il riccio avvampò imbarazzato:
«Be' noi leggiamo assieme, suoniamo, pensa che ha persino organizzato una rappresentazione solo per me, abbiamo visto "Antonio e Cleopatra" di Shakespeare»

Pur non volendolo ammettere le ore passate assieme si rivelarono gradevoli, il principe era pieno di premure e di gentilezze.

Di grande interesse fu la sua passione per l'arte, diceva continuamente che se non gli fosse capitata la sventura d'essere il delfino di Francia sarebbe diventato un artista, presso le signorie di Roma e Firenze.

Il riccio lo ascoltava con attenzione, gli piaceva l'idea che l'uomo fantasticasse sui possibili altri universi, dove probabilmente una relazione come la loro sarebbe stata più semplice, nonostante la segretezza.

Les péchés du roi || Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora