«Perché non vuoi credermi!»
«Non ci crederò mai, campagnolo!»I due oramai si stuzzicavano da quasi un'ora, scambiandosi confessioni d'infanzia mentre galoppavano in sella a dei cavali reali.
«Ti dico che è così! Oltre a poter avere lunghezze diverse a seconda del rango sociale, se vogliamo portare la barba dobbiamo versare un contributo, una vera e propria tassa sulla barba!»
Il principe sbuffò «Siete strani voi inglesi, ma tu guarda chi mi doveva capitare»
«Spiritoso...» si beffò di lui «Che cosa ti aspetti da una legge emanata da quel folle di Enrico ottavo?»
«Sentivo lo zampino di quel sanguinario, ma stupidi voi che dopo secoli la conservate»
I momenti in cui potevano chiacchierare, ridacchiare tranquilli erano sempre più frequenti, pur nascondendo al riccio di star trascurando i suoi doveri.
«Louis, sei sicuro che non ti creerà problemi questa fuga? Dovresti uscire sempre scostarto, potrebbe essere pericoloso» osservò Harry.
«Non sarò prigioniero del mio stesso popolo, amore mio, e poi non sono solo, ho il mio eroe inglese qui»
Infondo tra di loro andava bene, le settimane passavano e li rendevano più uniti.
Rientrarono poco dopo, scoprendo di aver fatto rischiare l'infarto a molti gentiluomi di corte.
«Non ero solo, miei signori, ho chiesto al giovanotto inglese di accompagnarmi» li rassicurò.
«A proposito di inglesi, vostra altezza, ci sono due signore inglesi che attendono di riceverla, dichiarano di aver ricevuto un vostro invito per iscritto» lo informò il dignitario.
Harry poté sentire il cuore battergli a mille, la sua famiglia era poco distante da lui, dopo tanto, finalmente.
Il principe rivolse un sorriso al riccio «Confermo, signor Malik, scortate le signorine nel salone principale, sarò lieto di accoglierle personalmente, abbiate molta cura di loro»
Il dignitario si concedò, e finalmente i due poterono abbracciarsi.
«Sembra passato un secolo!» esultò il riccio «E se avessero brutte notizie? E se non fossero contente di essere qui?»
«Difficile con questo faccino che le attende, saranno contente, fidati» avvampò per la dolcezza dimostrata.
«Ora però, musone, vai a cambiarti, puzzi di fango e persino di cavallo, devi comunque accogliere due signore!»
Il riccio annuì, lo salutò con un bacio frettoloso e corse a cambiarsi, voleva che lo vedessero in salute, doveva indossare i suoi abiti migliori.
Si precipitò verso il salone principale, ma indugiò una volta dinanzi alla porta, temeva di ritrovarle cambiate, imbruttite dalla miseria, ingrigite dalla sofferenza»
Si disse di smettere di esitare, spalancò leggermente le porte per poterle osservare prima di farsi notare.
Non ci fu visione più afrodisiaca, le donne sorridenti ridacchiavano con il suo uomo, felice più che mai di riceverle.
Elogiò la loro bellezza, causando un avvampare collettivo.
Erano in salute, dovevano persino aver acquistato dei nuovi capi per non fare brutta figura, erano più belle che mai.
Fu il suo amato ad accorgersi di lui.
«Ecco il ragazzo del momento» lo accolse «Ho avuto l'occasione di farmi raccontare qualche aneddoto divertente sulla tua infanzia, mio caro»
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Les péchés du roi || Larry Stylinson
FanfictionIl giovane erede al trono di Francia, Louis Tomlinson, ha poco più di vent'anni, un matrimonio ancora da consumare e un popolo stremato a cui badare. Il tempo, fra le mura di quel palazzo, gli sembra scorrere inesorabilmente lento e senza alcun moti...