Sconosciuto
«Non crede di star esagerando, Signore?» a parlare è il mio assistente, i nostri passi riecheggiano nel corridoio fino a fermarsi davanti la porta del mio ufficio.
Entriamo, io mi siedo davanti alla scrivania mentre lui rimane allo stipite della porta osservandomi intensamente.
«Non ti pago per farmi dare consigli da te» rispondo alla sua domanda. La voce bassa che cela una minaccia ben visibile alle sue orecchie.
Il suo volto sbianca, «Non intendevo questo, Signore, io…»
«Silenzio» ammutolisco il suo parlare in modo frenetico, passa il peso da un piede all'altro. 'Patetico.'
«Mi scusi, Signore.» La paura gli deforma il viso, la vista mi fa sorridere.
Passo in rassegna la scrivania, all'angolo un piccolo coltellino. Allungo il braccio e lo impugno, faccio scivolare il dito sulla parte della lama e guardo il mio assistente. Ha gli occhi sgranati, il volto contratto. La paura lo sta mangiando vivo e non potrebbe essere più appagante. Lascio andare la lama e noto la sua espressione rilassarsi.
Rido mentalmente, «Hai degli aggiornamenti da parte di Laclair?» Si rimette sull'attenti.
Divaga con lo sguardo fino a puntarlo sul pavimento.
«No, Signore.» Chiude le labbra in una linea sottile.
«Bene, puoi andare» lo congedo.
Si muove velocemente, scompare dalla stanza, la porta viene chiusa. Rimango nella solitudine del mio ufficio, poggio i gomiti sul piano, il mento sul palmo della mano.
Chiudo gli occhi, tutto sta andando secondo i piani. Manca un solo tassello e il puzzle sarà completo, una sola pedina da abbattere, una sola persona da distruggere e tutto sarà finito.
Il suono della suoneria destabilizza la quiete e i miei pensieri. Apro le palpebre e leggo il mittente, la vista del nome mi fa sorridere.
Senza indugiare ulteriormente rispondo alla chiamata, «Aspettavo solo te» lascio perdere i connotati.
Dall'altra parte sento un sospiro.
«Signore -un colpo di tosse- hanno preso James» qualcosa gli incrina la voce.
Un fastidio si fa largo nello stomaco.
«Questo già lo so» la voce dura, stringo il telefono tra le dita. Sento delle interferenze provenienti dall'altra linea, sbuffo.
Una lucina rossa cattura la mia attenzione. Porto lo sguardo sul monitor che ho davanti e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva.
Guardo l'interno della casa del falsario e vedo due figure che potrei riconoscere anche ad occhi chiusi. Rosie e Blake.
«Hai tolto tutto dalla casa di Hold?» domando al ragazzo dietro al telefono.
«Io…sì, Signore, sì» udisco il suo tono cambiare e diventare più pesante, più preoccupato. Capto i suoi respiri frettolosi, comprendo la sua paura.
«Mi nascondi qualcosa, Laclair?» lo sguardo fisso sul monitor, sono completamente spaesati.
«Non potrei mai, Signore» il terrore gli mangia la voce.
«Mmh, quindi tu non sai perché mi ritrovo le due spie a casa di Hold. Giusto?»
«Giusto… Signore» risponde titubante.
Affilo lo sguardo a due fessure mentre guardo Rosie che si guarda intorno in cerca di qualcosa.«Spera per te che sia così, Laclair.»
Chiudo la telefonata prestando la mia intera attenzione ai due ragazzi.
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The deception
Romance"Pura come un fiore e fragile come i suoi petali, ecco che cos'è" Rosie Carpet è una delle spie più esperte e portate nell'Orbitrix, d'altronde è impossibile non esserlo quando si è la figlia proprio di chi dirige la struttura. Blake Moore invece è...