Blake
«Te li asciugo io posso?» schiude le labbra.
Osserva la mia mano aperta davanti a lei. Passa il peso da un piede all'altro. Ha gli occhi ancora gonfi dal pianto, l'azzurro brillante è sostituito da uno spento e più scuro. Le lentiggini risaltano sul colorito sbiancato del suo viso.
Con riluttanza alza il braccio e poggia il suo palmo sul mio. La stringo come se quella misera unione potesse conferirle calore.
Un lampo entra nella stanza. Guardo l'orologio sulla parete. Le nove di sera passate del tre novembre. Accumulo l'aria nei polmoni.
Con una leggera pressione la porto verso il bagno.
La stanzetta acquisisce luminosità al tocco dell'interruttore. Il pavimento scricchiola sotto i nostri passi che si fermano una volta arrivati davanti allo specchio.
Controvoglia lascio la mano di Rosie.
La ragazza davanti apre il cassetto sotto il lavello e ne fa uscire un phon per poi passarmelo. I suoi movimenti sono lenti come a richiedere più sforzo del dovuto.
Srotolo il cavo, infilo la spina nella presa e guardo il nostro riflesso. Le ripongo la domanda con gli occhi, attendendo con pazienza la sua risposta. A costo di rimanere così tutta la notte.
Apre la bocca, poi la richiude e la riapre. «Si, puoi» sussurra alla fine in modo quasi inaudibile.
Accendo il phon e il rumore meccanico riempie il bagno.
Con la mano libera raccolgo i capelli che le ricadono sulle spalle. Le dita sfiorano il suo collo, serra gli occhi, i muscoli tesi. Ignoro la fitta al petto e con delicatezza passo i polpastrelli nella sua chioma.
Ad ogni secondo i muscoli si rilassano di più, gli occhi si addolciscono rimanendo appena socchiusi. Schiude le labbra.
È immersa nei suoi pensieri, probabilmente si trova nell'angolo più buio della sua testa e io non posso fare niente se non aspettare che sia lei a tornare da me.
Finisco e spengo l'asciugacapelli, il silenzio irrompe nella stanza.
Ci guardo attraverso lo specchio.
Stacco la spina e arrotolo il cavo.
Incontro l'azzurro scurito delle sue iridi.
Mi prende l'elettrodomestico dalle mani e lo ripone nel cassetto dove fa uscire una spazzola. Passa i dentini fra le ciocche corvine. Fatica ad arrivare alle punte quindi gliela prendo dalle mani e inizio a spazzolare.
Solo quando sono soddisfatto del risultato allungo il braccio per metterla a posto e chiudo la cassa.
«Grazie», forza un sorriso.
«Quando vuoi. Basta chiamarmi e divento il tuo parrucchiere personale» cantileno cercando di smorzare la tensione.
«Il mio?» Si volta nella mia direzione.
«Il tuo. Solo il tuo.»
«Solo il mio, eh?»
«Solo il tuo» ripeto notando il colorito rosato delle sue guance.
Non sposta lo sguardo dai miei occhi, quasi ci trovasse conforto.
«Posso rimanerti cinque minuti da sola?» Domando infrangendo il silenzio.
Si acciglia, la confusione le si legge in faccia. Quasi rido.
Sembra accorgersene perché inarca ancora di più le sopracciglia.
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The deception
Любовные романы"Pura come un fiore e fragile come i suoi petali, ecco che cos'è" Rosie Carpet è una delle spie più esperte e portate nell'Orbitrix, d'altronde è impossibile non esserlo quando si è la figlia proprio di chi dirige la struttura. Blake Moore invece è...