Blake
La stringo, la pelle che si raffredda ogni secondo. La testa ronza, i pensieri disconnessi. Il pianto mi graffia la gola, gli occhi bruciano per le lacrime violente che escono.
Qualcuno si avvicina e si inginocchia davanti a me. Tra l'offuscamento della vista riesco a riconoscere Sofia.
Un secondo urlo riempie la stanza, stavolta proviene da Sofia. È soffocato, più che urlo lo definirei un lamento straziante. Sfiora il viso di Rosie ormai freddo. Un singhiozzo le esce dalla bocca.
«Sofia!» Passi frettolosi si udiscono.
Sofia sgrana gli occhi incredula. Alza di scatto la testa e la gira in direzione della porta.
«Sofi-» la frase viene interrotta bruscamente.
Giro anche io il collo nella direzione della voce maschile.
Un ragazzo, probabilmente di qualche anno più grande di me, ricciolino e dagli occhi verdi. La divisa dell'FBI sgualcita. I ricci scompigliati, la bocca schiusa e il respiro affannoso. Sposta le iridi tra me, Sofia e Rosie per poi portarle all'angolo della camera.
Faccio il grande errore di seguire il suo sguardo. A ingombrarmi la vista è colui che ha ucciso prima mio fratello e adesso sua figlia. È in piedi le mani dietro la schiena.
D'improvviso un mostro di rabbia si impossessa del mio corpo e del mio cervello. Non penso più e vedo rosso.
Lascio il corpo di Rosie appoggiandolo delicatamente sul pavimento. Con uno slancio deciso mi alzo.
«Blake?» La voce minuta della biondina mi segue. Non le do retta e avanzo verso Elliot.
In un impeto incontrollato di furia lo prendo per le spalle sbattendolo al muro, stringe i denti. Si divincola ma tengo salda la presa.
«Blake!» Il grido di Sofia riecheggia nella stanza come un boato.
Lo sbatto di nuovo contro il cemento, la testa urta la parete e un mugolio di dolore gli esce dalla bocca. Elliot mostra i denti e io ricambio. Sposto la presa sul suo collo. Mi guarda con beffaggine e sorride.
«Giuro che io ti ammazzo» sbraito.
«Blake, per favore. Blake!» Quello di Sofia è più un piagnucolio. Ma io non l'ascolto, ho lo sguardo fisso su Elliot.
«Provaci, se ne hai il coraggio» dice come a sfidarmi con il divertimento dipinto sul viso.
Il suo sorriso vacilla quando inizio a stringere la presa. Il volto gli diventa paonazzo, schiude la bocca in cerca di aria. Stavolta sono io a sorridere.
«Blake!» Il mio nome mi arriva ovattato alle orecchie, come se non fossi più in quella stanza o come se vivessi la scena da lontano e non in primo piano.
«Tu, hai ucciso le persone più importanti della mia vita» sibilo con voce bassa che a stento riconosco.
Davanti ai miei occhi vedo solo i due corpi di Jack e Rosie. Risento le loro ultime parole e rivedo il momento in cui entrambi chiudono gli occhi.
Stringo così forte che sento le ossa sotto i polpastrelli. I suoi occhi grondano di paura, boccheggia e si divincola per liberarsi dalla mie mani.
«Blake! Fermati!»
Eppure io non mi fermo, sono incapace a controllarmi.
Non sono più io. Mi sembra di vivere in un altro corpo, in un'altra mente.
Mi prega di fermarmi anzi mi supplica ma le sue parole non smuovono nulla in me.
Non provo nulla, ho solo rabbia nel mio corpo. È solo quando vedo i suoi occhi socchiudersi e i suoi divincolamenti cessare che mi rendo conto di cosa sto facendo.
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The deception
Lãng mạn"Pura come un fiore e fragile come i suoi petali, ecco che cos'è" Rosie Carpet è una delle spie più esperte e portate nell'Orbitrix, d'altronde è impossibile non esserlo quando si è la figlia proprio di chi dirige la struttura. Blake Moore invece è...