Criminals- Non cambieremo mai...

capitolo 22

In the back of my mind, I killed you

Romantic Homicide- d4vd

Noi già stufi a vent'anni, sparami, fallo adesso

20 anni- 22simba, Silent Bob

E qui chi non ha nulla si sveglia e rinuncia

Visiera a becco- Sfera Ebbasta

21 gli anni che porto adesso.
21 gli anni che sto su questo mondo.
16 gli anni in cui volevo non esserci più.

Sì, a sedici anni avevo il pensiero di non voler più essere su questo cazzo di pianeta.
Un'infinità di delusioni e una vita di merda.
Cosa ci facevo in vita?
Non avevo obbiettivi, non sapevo cosa essere da grande come tutti gli altri e avevo voti pessimi a scuola.

Non aveva più senso vivere.

È solo che Dio ha mandato Allison per salvarmi da quell'agonia.
Era lei il motivo per cui vivevo.

Ma poi è stata lei che voleva morire.
Ma io non l'ho lasciata fare.
Aveva un mostro dentro se che voleva uccidere, e lo ha fatto.
Ma quello non bastava, aveva sempre il ricordo di tutto.

Doveva uccidere se stessa per non soffrire.

Sarò stato pure egoista ma non gliel'ho lasciato fare.

Sono sempre stato iper protettivo nei confronti delle persone che amavo.
Per esempio se nel traffico te la prendevi con mia madre, io scendendo dall'auto e ti rompevo il finestrino.
E l'ho fatto, giuro.
Poi però ho dovuto pagare l'assicurazione e mi hanno mandato corso per mantenere la rabbia. Era gratis e mia madre mi ci ha mandato.

In quel momento pensavo di essere problematico.
Perché avrebbe dovuto mandarmi in dei corsi del genere?
E in quel momento mi venne un dubbio. Non è che lo strano ero io?

Ma sentendo gli altri ragazzi parlare delle loro esperienze, mi resi conto che io ero normale in confronto a loro.
Così smisi di andarci, credendo che erano solo le paranoie di una semplice madre.

Poi però iniziarono gli attacchi di panico.
Ebbene sì, ho avuto attacchi di panico.
Ero diventato debole.
Non sopportavo le risse e non mi piaceva litigare.
Ora è il mio passatempo preferito.

Ero chiuso in me stesso ed era come se avessi paura del mondo intero.
Poi però ho conosciuto Aaron, che mi ha aiutato a prendere fiducia in me.

Ed adesso sono questo.
Una grandissima testa di cazzo.

Ma un mio grande pregio, e che se ti voglio bene veramente, ti proteggerò da tutto. Costi quel che costi.
Non mi importerà ai pericoli che correrò, basta solo che tu sei sano e salvo ed io sarò lì con te per sempre.

I ballerini della sala se ne vanno e il buio innonda la sala.

Un fumogeno blu viene lasciato in mezzo, così che tutti si intossicano.
Scherzo ovviamente, non vorrei mai questo.

In quel momento avrei ballerini entrano, ma sta volta hanno del fuoco in mano.
Odio le torte di compleanno, per questo ho deciso di essere più inventivo.
Magari ora qualcuno si brucia, ma tranquilli, non pago io le cure.

Fanno vari trucchetti magici, finché non mettono in una linea ventuno bastoncini infuocati.

Mi alzo anche io dal trono e mi metto in un punto ben preciso.

I ballerini mi circondano con il fuoco, e si mettono sparsi fermi, immobili.
Pian piano, il mio mantello inizia a prendere fuoco, e vedo mia sorella alzarsi in pieni.
Le faccio segno di sedersi, ma figuriamoci se le mi ascolta.

Ai tavoli, i camerieri mettono qualcosa sul piatto di ognuno mentre tutti sono attenti a me.
Slaccio il mantello, e quando mi cade ai piedi le fiamme di alzano.
Stavolta un fumogeno rosso viene messo davanti a me.

Sono immerso nel fuoco, sto sentendo caldo, molto, ma il gioco è così.
Con un ampio movimento delle braccia, faccio chiudere le fiamme e il fumogeno, de esplodono gli applausi.
Un'altra fiamma si vede accende da me, ma stavolta è solo la sigaretta.

Siamo ancora immersi nel buio quando un vetro di rompe e le luci si accendono.
Davanti a me, con i cocci di vetro c'è segnato il numero ventuno è un bicchiere con dell'alcol è
rotto in piccoli cocci.

Con la sigaretta quasi finita, la lancio sui cocci di vetro e prende fuoco.
E grazie all'alcol fa una piccola scintilla.
Guardo il vetro sciogliersi, con le pupille che mi si surriscaldano.
Quando vedo che è diventato marroncino, capisco che è tempo di smetterla e metto la suola della scarpa sulla fiamma, ormai debole.

Dall'angolo della bocca rilascio il fumo che mi era rimasto, e di nuovo un boato di applausi rimbomba nella sala.
I ballerini si concedono e finalmente posso sedermi di nuovo sul mio trono.

Neanche il tempo di risposare, che dalla porta entrano della persona, buttando dei petardi innocui.

Questo non era previsto.

<< Buona sera signori. Scusate dell'irruzione, ma volevo fare gli auguri al nostro festeggiato>>
Jacopo.

È stato breve ma intenso.
Che ne dite?
Ci sono stati tutti effetti speciali.
Detto questo mi congedo lasciandovi al prossimo capitolo che metterò sabato.
Kissssss
-M