𝙸𝚖𝚙𝚎𝚐𝚗𝚘, 𝚙𝚊𝚣𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊 𝚎 𝚊𝚖𝚘𝚛𝚎.
ɪʀɪɴᴀ
24 settembre 2013
Sunset Cliffs Blvd, San Diego
California, USA
Ore: 9:34Una tinta scarlatta inondò il lento e pigro attimo del mio risveglio quel mattino. Avevo appena aperto gli occhi, e la prima cosa che usurpò il mio campo visivo fu un enorme mazzo rose rosse. Battei le ciglia scrutando inevitabilmente quei fiori fermi lì.
Stavo sognando?
In totale scompiglio, le avevo lasciato tutta la libertà di rubarmi i pensieri. Erano state abbandonate sopra il letto, proprio davanti al mio volto e avevo quasi allungato la mano, lì per lì, il mio primo istinto era stato quello di toccarle. Mi ero fermata a mezz'aria e mi ero tirata su, a sedere, trovando l'intera stanza per gli ospiti colma di altri fiori. Ero immersa nel bel mezzo di quel turbine di bulbi variegati. Rose, orchidee, girasoli, calle, margherite, peonie, anemoni, gigli. Erano tutti lì, in diverse composizioni tra ceste, vasi trasparenti in vetro o avvolti nella carta.
Mi ero trovata a fissarle come se stessi sognando, come se da un momento all'altro mi sarei svegliata scoprendo che non c'era nulla di vero, invece dalla finestra aperta, il silenzio era stato riempito dal suono distante delle onde dell'oceano, lentamente la brezza marina era entrata nella stanza e allora avevo realizzato che era tutto reale.
No, non stavo sognando.
L'emozione mi colse con una breve risata.
Niente sentimentalismi, mi dicevo spesso, eppure quel mattino una bufera di fiori avevano toccato il mio gracile spirito da donna dalla corazza fatta d'acciaio. Soltanto Edgar poteva togliermi quel freddo metallo di dosso ed eccolo lì, aveva scelto la cosa più prevedibile e stupida per farmi sorridere come un'ebete. Le lacrimucce mi avevano tentata, la bellezza di quella stanza colma di fiori mi aveva colpita dritta al cuore e avevo maledetto quell'uomo che tanto amavo.
Scesa dal letto, avevo raggiunto la porta a fatica e anche lì, appena aperta, mi ero trovata un corridoio completamente evaso da fiori. Ero rimasta a bocca aperta. Probabilmente a farmi ridere di colpo era stata l'immagine della faccia di Elliot a vedere la sua casa trasformata un giardino botanico.
Arrivando alle scale, il corrimano era stato tappezzato di rose bianche e non appena guardai giù, nell'ampio open-space sottostante, mi trovai davanti ancora più fiori.
Vidi Elliot farsi spazio tra le ceste e i vasi per raggiungere il salotto e sedersi sul divano, con il telefono attaccato all'orecchio e una tazza nella mano libera. «Dico solo che potevi avvisarmi.» disse al suo interlocutore gettando sguardi risentiti su quel arcobaleno di bulbi che quasi lo stavano risucchiando. «Non c'è più spazio nemmeno per camminare.» si lamentò ma poi sospirò e, arrendevole, continuò quella telefonata parlando a monosillabi. «Sì. Certo. Va bene.»
Appena gettò via il telefono nella tasca, portò la tazza alle labbra e si concesse un lungo sorso di quello che pareva caffè – considerato il colore e l'odore che accompagnava i vari profumi che i fiori avevano sparso –
«Buongiorno.» dissi dall'alto, divertita.
Lui guardò su e poi aprì le braccia per farmi vedere meglio cosa aveva attorno. «Buongiorno anche a te, sposina.» rispose in una sorta di tono canzonatorio. «Sorprendente, non credi?» chiese. «Due anni fa non gli sarebbe mai venuto in mente di fare una roba simile.»
Risi e cominciai a scendere le scale, tenendo la mano alzata sopra il corrimano per scorrere le dita tra i freschi bulbi delle rose. «Sono stata brava a educarlo, è questo quello che intendi?»
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Devotion 3 // Omertà E Onore //
ChickLitTerzo e ultimo libro della serie Devotion «ɴᴏɴ È Qᴜᴇꜱᴛᴏ ᴄɪÒ ᴄʜᴇ ᴛɪ ʜᴀɴɴᴏ ɪɴꜱᴇɢɴᴀᴛᴏ. ᴅᴇᴠɪ ᴘᴀᴛɪʀᴇ ɪʟ ᴅᴏʟᴏʀᴇ ɪɴ ꜱɪʟᴇɴᴢɪᴏ.» 🔞TW